DEMOCRATICI DI BOSCHI E DI RIVIERA - SCONTRO SULLA BOZZA CHITI, LA FIRST LADY DEL VALDARNO INTIMA ALLA SINISTRA PD: ‘RITIRATE IL TESTO’ – MA CHITI E ‘I DISSIDENTI’ RESISTONO: LA MAGGIORANZA DEI SENATORI È PER UN SENATO ELETTIVO (E FI È D’ACCORDO)

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Monica Guerzoni per ‘Il Corriere della Sera'

«Con la Costituzione non si scherza, quando la riforma arriverà alla Camera bisogna che ci guardiamo negli occhi e decidiamo se vogliamo far funzionare il sistema oppure no...». I senatori hanno appena iniziato la discussione generale ed ecco che Pier Luigi Bersani già sposta l'attenzione sulla seconda parte della battaglia: quella della Camera, appunto.

L'ex segretario del Pd è convinto che il progetto di Matteo Renzi, che pure «va portato a casa», non stia in piedi se non si ritocca anche l'altro ramo del Parlamento. «Se diamo vita a una sorta di monocameralismo rischiamo grosso, in nessuna realtà parlamentare del mondo c'è una sproporzione così evidente - ragiona Bersani -. Il Senato deve cambiare. Poi però anche la Camera dovrà autoriformarsi, cominciando col tagliare i deputati». Clima arroventato.

La sinistra pd chiede modifiche importanti, il patto tra Renzi e Berlusconi traballa e il ministro Maria Elena Boschi, reduce dalla prima discussione in commissione Affari costituzionali, prova a tranquillizzare: «Problemi di numeri? No, assolutamente no... Forza Italia ha ribadito che rispetterà l'accordo. Non mi pare ci sia nulla di nuovo».

A ben guardare qualcosa di nuovo c'è ed è l'apertura degli azzurri al Senato elettivo, pilastro del ddl alternativo sul quale il pd Vannino Chiti ha raccolto 37 firme, grillini compresi. La Boschi gli ha chiesto di ritirarlo, ma lui resiste e prega il governo di non porre «paletti insuperabili». Il ministro lo ha accusato di voler bloccare le riforme e Chiti, «amareggiato», ribalta il ragionamento: «La maggioranza dei senatori è per un Senato elettivo, quindi con il mio ddl le riforme galoppano».

Può sembrare una provocazione e non lo è, visto che il capogruppo di Forza Italia, Paolo Romani, conferma: «Su questo punto mi pare ci sia la maggioranza in commissione e anche in Aula». A sentire Romani, insomma, il governo non ha i numeri per far approvare il suo testo, che non prevede l'elezione diretta dei senatori. Il relatore Roberto Calderoli, che sta scrivendo il testo con Anna Finocchiaro, sostiene che in commissione il ddl del governo «è stato preso a pallettoni da tutti, tranne che da Zanda». Dire «tutti» è eccessivo.

Roberto Cociancich e Claudio Martini, del Pd, smentiscono che stia prevalendo la visione di chi si oppone al testo Renzi-Boschi, ma la novità è la nascita di un asse trasversale in favore del Senato elettivo, che potrebbe saldare Forza Italia, sinistra del Pd, Ncd, Sel e M5S, che per la prima volta entra nel gioco politico delle alleanze. «Voteremo il testo di Chiti» conferma il capogruppo Luigi Di Maio. Uno scenario che il vice di Renzi, Lorenzo Guerini, si affretta a scongiurare: «Il Senato non elettivo è uno dei punti cardine dell'accordo con Forza Italia, confido che si arrivi a un approdo corrispondente al patto del Nazareno».

I renziani fanno muro, eppure già si parla di un possibile compromesso sull'elezione diretta dei componenti. Maurizio Gasparri (Fi) pensa a «una doppia scheda con l'elezione contestuale dei senatori e dei consiglieri regionali». E Miguel Gotor (Pd), che pure è favorevole all'elezione indiretta, invita il governo a «non sottovalutare i rapporti di forza» che stanno emergendo: «Il muro contro muro non aiuta il processo».

 

 

MARIA ELENA BOSCHI NELLO SPOT ELETTORALE PER DECARO SINDACO DI BARI boschi lotti BOSCHI PIERLUIGI BERSANI E MATTEO RENZIMATTEO RENZI A PORTA A PORTA - SULLO SFONDO BERSANI