DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Bernardo Valli per “la Repubblica”
IL Rivarol sembrava appartenere al passato. Più che in vendita la pubblicazione con quel titolo era dimenticata nelle edicole di Francia. Appariva ignorata dai lettori. Ingialliva intoccata alle intemperie di tutte le stagioni. All’improvviso il vecchio settimanale, antisemita, nostalgico del maresciallo Pétain, ammiratore del Terzo Reich, enfatico nel rievocare le guerre coloniali perdute, fedele a un passato inghiottito dalla Storia, ha attirato l’attenzione nazionale. Non è resuscitato. Questo no.
Nonostante le 5mila copie diffuse secondo la generosa valutazione del direttore, il professor Jérome Bourbon, il Rivarol non ha mai cavalcato le statistiche della grande stampa. Ma per qualche giorno il vento della notorietà l’ha investito. Il merito è tutto dei Le Pen, padre e figlia: la famiglia reale dell’estrema destra francese.
Per un’intervista al Rivarol, Marine ha condannato Jean-Marie, il genitore, e quest’ultimo infuriato ha ripudiato Marine come figlia e come erede politico. Ha brandito l’arma del ripudio come capita nel mondo musulmano che tanto detesta, e non lo nasconde. La legge francese non prevedendo questa prerogativa maschile, le parole di Jean-Marie resteranno comunque una minaccia senza seguito.
La collera rimarrà nelle memorie e l’insulto sepolto nei microfoni o congelato nelle telecamere. Avrà invece con tutta probabilità un seguito concreto la destituzione di Jean-Marie dalla carica di presidente onorario e addirittura la sua esclusione dal partito nel caso le varie istanze del Front National, controllate da Marine Le Pen, lo decideranno.
Ne è insomma scaturito un dramma al tempo stesso politico e familiare. E questo avviene nel momento in cui il Front National, fondato da Jean-Marie nel 1972, e del quale è ancora il presidente onorario (sospeso?), e del quale Marine è la presidente eletta all’unanimità, ha raggiunto il culmine del successo. E a lei, a Marine, si pronostica un avvenire eccezionale alle elezioni del non lontano 2017. Se non proprio la presidenza, almeno una presenza al ballottaggio finale. I francesi, anche quelli anche quelli che hanno tanto amato detestare i Le Pen in questi giorni seguono con interesse le sorti della famiglia. È lo spettacolo politico nazionale del momento.
Scontro politico o gelosia? Le due cause sono plausibili. Il vecchio Le Pen, 87 anni, è un baroudeur , un lottatore, che non sopporta l’idea di uscire di scena. Soprattutto se cacciato da una figlia che gli ha cambiato il suo partito sotto gli occhi. Jean-Marie è sulla breccia dalla guerra francese di Indocina, dove arrivò in ritardo come ufficiale, perché si concluse per lui troppo presto, nel ‘54 con la battaglia perduta di Dien Bien Phu.
jean marie le pen con il suo doberman
Poi ha vissuto più a fondo la guerra d’Algeria, anch’essa perduta con l’indipendenza algerina del ‘62. Sempre nella veste di militare, quale capitano Legione Straniera, ha insomma subito la ritirata coloniale che ha lasciato tanto rancore e amarezza nelle generazioni successive, di cui lui è uno dei superstiti, alla Seconda guerra mondiale. Come politico gli è capitato di dover respingere l’accusa di avere praticato la tortura nelle prigioni di Algeri.
jean marie le pen con la nipote marion marechal
Jean-Marie è stato ed è un campione delle provocazioni. Ne ha pronunciate tante e per questo è stato più volte processato. Ha definito “un dettaglio” l’Olocausto; non tanto grave l’occupazione nazista della Francia; non ha nascosto la nostalgia per il maresciallo Pétain e i suoi collaboratori; non si è mai risparmiato nel condannare l’immigrazione; ed esaltare la “preferenza francese”, ossia la precedenza dei francesi nei posti di lavoro.
Anche l’intervista al Rivarol è stata una provocazione, ma nei confronti della figlia Marine. I rapporti erano difficili da tempo nella famiglia Le Pen. Invece di rallegrarsi per i successi elettorali conseguiti da Marine, Jean-Marie si è adombrato. E ha garantito che si guarderà bene dal sostenerla nella sua marcia verso la presidenza. L’ha accusata di fellonia.
Si è offeso per l’abbandono del linguaggio tradizionale del partito; si è sentito derubato. Per ottenere voti Marine ha cambiato la faccia del Front National, se non la sostanza. I giovani amici, in particolare Alliot-Marie, il suo compagno, e Philippot, l’intellettuale, le hanno fatto cambiare tematica: niente più richiami nostalgici al collaborazionismo, niente più frecciate antisemite, niente più insulti ai principi della République.
Ripulendo il linguaggio Marine ha dato l’impressione al padre di tradirlo, anche se poi la dimensione psicologica resta determinante. Vecchio attore Jean-Marie vuole restare, appunto, al centro della scena. E per lui la provocazione è quel che fa vivere il Front National. È il suo repertorio preferito. Sebbene Marine abbia dimostrato che un linguaggio più moderato porti voti.
Molti sondaggi danno la maggioranza del partito e degli elettori già acquisiti o virtuali favorevoli a Marine Le Pen. Il vecchio Jean-Marie sembra appartenere a un mondo superato.
jean marie le pen con la nipote marion marion marechal
La stessa nipote, Marion Maréchal-Le Pen, pur avendo esitato a lungo prima di abbandonare il nonno, ha preso le distanze da lui per senza gridare troppo forte il riavvicinamento alla zia. Le generazioni più giovani abbandonano il fondatore non rassegnato. Marine Le Pen pensa che questo dramma politico- familiare le farà guadagnare molti voti moderati. Ma non è poi tanto sicuro. Sul fondo il suo ultimo discorso non si discostava troppo da quello solito del padre. Mancavano soltanto le provocazioni. Il resto, nonostante l’accurata ripulitura cosmetica, era quasi identico.
Le provocazioni stanno a cuore alla vecchia guardia. Sono sempre meno capite o condivise dai giovani o dalle nuove generazioni ormai lontane dai temi della Seconda guerra mondiale, ma sono come una droga perché suscitano reazioni nella società. Il Rivarol è stato scelto proprio per questo da Jean-Marie Le Pen.
Dopo una lunga intesa con il Front National, il settimanale si è brutalmente discostato dalla nuova linea di Marine Le Pen, considerata una vipera cresciuta in seno al partito. Il Rivarol l’ha attaccata accusandola di ignoranza e soprattutto di avere tradito le vecchie care provocazioni dell’estrema destra: antisemite e antirepubblicane. Quando il primo maggio, per la tradizionale festa di Giovanna d’Arco, Jean-Marie Le Pen è balzato inaspettato sul palco di piazza dell’Opera, da dove Marine, la figlia, stava parlando, più che a un dramma è sembrato di assistere a una comparsata.
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