
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA…
Ignazio Ingrao per "Panorama"
In appena sette mesi di pontificato Papa Francesco ha già pronunciato 92 discorsi, 21 catechesi alle udienze generali, 33 omelie nelle messe solenni, più quelle a braccio nelle celebrazioni quotidiane del mattino, ha inviato 21 lettere e 24 messaggi ufficiali, ha pubblicato tre chirografi e un'enciclica, senza contare gli Angelus e i Regina Coeli domenicali. Una mole impressionante di testi prodotti in un tempo brevissimo che si aggiunge alle riunioni, alle udienze private, alle telefonate personali.
à chiaro che Jorge Mario Bergoglìo, anche se si sveglia tutti i giorni alle 4.45 del mattino, non può scrivere tutto di suo pugno. Perciò, dopo le prime settimane di assestamento, si è formata intorno a lui una piccola ma agguerrita squadra, molto preziosa per predisporre non solo i testi ufficiali ma anche i canovacci per gli interventi a braccio, tranne le omelie del mattino a Santa Marta, che sono interamente farina del sacco del Papa.
Bergoglio ha pescato i suoi ghost writer un po' dappertutto, anche al di fuori dei canali ufficiali della curia. L'unica cosa che chiede loro è riservatezza assoluta e capacità di entrare in sintonia con la sua sensibilità di pastore «venuto dalla fine del mondo».
Panorama è riuscito a ricostruire chi sono almeno le figure principali del gruppo, fino a oggi coperte da riserbo e che, contemporaneamente allo svolgimento di altri incarichi ufficiali, aiutano il Pontefice a scrivere i suoi testi.
Tre sono italiani. C'è Giampiero Gloder, che Bergoglio ordina vescovo personalmente il 24 ottobre: parla quattro lingue e il Pontefice gli ha voluto affidare anche il delicato compito della formazione dei futuri nunzi nella Pontificia accademia ecclesiastica. Quindi l'ex ambasciatore della Santa Sede a Cuba, Beniamino Stella, promosso prefetto della Congregazione per il clero. E il vescovo di Albano, Marcello Semeraro.
Per i testi di natura giuridica il Papa si avvale di due spagnoli, entrambi dell'Opus Dei, monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Juan lgnacio Arrieta Ochoa de Chinchetru. C'è infine un argentino, che vive a Buenos Aires e si tiene costantemente in contatto con il Papa per telefono ed email : è il rettore della Pontificia università cattolica dell'Argentina, Victor Manuel Fernà ndez, che Bergoglio chiama amichevolmente «Tucho».
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