DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO -…
Amedeo La Mattina per “la Stampa”
raffaele fitto silvio berlusconi
Succede che, dopo tre giorni di dibattito a Sirmione, Raffaele Fitto parla di forte opposizione a Renzi, di classe dirigente scelta da basso con primarie e riceve tanti applausi, con standing ovation finale. Nemmeno l’ex governatore della Puglia si aspetta un’accoglienza così calorosa da parte dei trecento giovani, studenti, amministratori locali e consiglieri comunali.
L’appuntamento è quello della scuola di formazione organizzato da Maria Stella Gelmini e Marco Marin, coordinatori Fi della Lombardia e del Veneto. Per Fitto è una platea non amica, tutta del Nord, che tra l’altro attende Silvio Berlusconi. Il quale da lì a pochi minuti arriva con la fidanzata Francesca Pascale. Il Cavaliere bacia e abbraccia il «ribelle» del Sud, mister preferenze alle Europee, si siede sul palco tra ragazzi e parla molto di politica estera.
Nessun accenno al tema del giorno, al dibattito sulla riforma del lavoro che sta agitando il Pd. L’ex premier potrebbe girare il coltello nella ferita degli «avversari», accusare la Cgil e la sinistra Pd di impedire la modernizzazione del Paese. Invece neanche una parola per non creare problemi al premier, per evitare che le sue parole venissero utilizzate dagli oppositori che hanno ingaggiato la battaglia sul Jobs Act.
Come se Berlusconi avesse previsto le affermazioni serali di Pierluigi Bersani, che vorrebbe da Renzi lo stesso rispetto che usa nei confronti del leader di Fi e di Denis Verdini. Berlusconi, pronto a offrire il suo «soccorso azzurro», attende di vedere come finirà il braccio di ferro tra i Democratici, tra la cosiddetta «vecchia e nuova guardia». Lui non si sente una vecchia guardia della politica italiana, ma ammette che «vent’anni di battaglie politiche ti tolgono entusiasmo, passione, c’è un po’ di stanchezza. È fisiologico. Forza Italia ha bisogno di forze nuove, di tornare allo spirito del ’94».
Largo ai giovani per rifondare il partito. Largo alla «generazione berlusconiana, a quelli che sono nati e cresciuti con le televisione del Biscione e che dal ’94 in poi hanno vissuto i loro primi anni di università e di lavoro. Da lì dobbiamo ripartire, piantando una bandiera di Fi in ciascuno degli 8 mila comuni italiani». Intanto in Italia c’è una bandiera che «sventola forte nel vento: questa bandiera è Matteo Renzi, dobbiamo riconoscerlo...».
GIOVANNI TOTI TWITTA IO STO CON DUDU
In sala si alza un brusio di stupore e disappunto. In prima fila Romani, Toti e Gasparri rimangono basiti. Il capo continua, ricordando la sua proverbiale autoironia: «Poi c’è una bandiera a mezz’asta che si chiama Berlusconi: vediamo di utilizzarla ancora, se è possibile. Mi piacerebbe stare in un partito dove io posso essere ancora una bandiera da sventolare, un vecchietto e tutti gli altri giovani».
Berlusconi parla molto di politica estera, difende Israele attaccata da «un Islam riesploso»: «Non posso rivelarvi i miei interlocutori ma posso dirvi con certezza che la maggioranza dei cittadini israeliani pensa sia corretto difendersi con la bomba atomica».
videomessaggio di renzi contro la camusso e i sindacati 2
Difende la Russia, accusa gli Stati Uniti e l’Europa di averci riportato al «clima di guerra fredda» con la vicenda ucraina. «Renzi mi ha ascoltato, è andato a discutere ma non c’è stato nulla da fare». Non un accenno alle primarie per le Regionali, ai pessimi rapporti tra le forze del centrodestra. Non ha difeso Donato Bruno (toccato da un’inchiesta), che domani dovrà affrontare l’ennesima prova del fuoco come candidato per la Consulta.
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