SE IL BANANA NON TIRA PIÙ COME UNA VOLTA, IL “FATTO” SCOPRE LE WEB-SERIES, ARRUOLA FRECCERO E PENSA ALLO SBARCO IN BORSA

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Gabriella Colarusso per "Lettera43.it"

Un desk integrato carta-web che dovrebbe portare a un risparmio di circa il 20% sui costi di gestione.
Un nuovo progetto multimediale incentrato sulle web series (le fiction ideate per internet) per attirare maggiori investimenti online. E, in prospettiva, la quotazione in Borsa.
Il Fatto Quotidiano si prepara alla riorganizzazione d'autunno.


Sebbene infatti le casse del giornale diretto da Antonio Padellaro godano di buona salute - dalla nascita nel 2009 a oggi ha sempre chiuso i bilanci in utile (nel 2010 i ricavi e gli utili sono stati rispettivamente di 29,6 milioni di euro e di 5,8; nel 2011, 31,5 e 4,5; nel 2012, 23,4 e 753 mila) - l'epoca dei dividendi d'oro è finita anche in via Valadier. E la difficile ricerca di un equilibrio tra ricavi della carta e costi della versione online, ha imposto una riorganizzazione dei modelli produttivi.


L'INGRESSO IN BORSA

Di un possibile sbarco sul mercato azionario si era già parlato in passato, ma il progetto si è sempre scontrato con la difficoltà di rendere una struttura amministrativa a carattere 'familiare', come quella de Il Fatto Quotidiano, compatibile con l'ingresso in Piazza Affari.


L'amministratore delegato della Editoriale Fatto Spa, che edita il quotidiano, Cinzia Monteverdi, vuole comunque capire la reale fattibilità dell'operazione e per farlo ha costituito un comitato tecnico di gestione, in cui la affiancano Marco Tarò, direttore generale del gruppo editoriale, il membro del Consiglio d'amministrazione Luca D'Aprile, la Mauri Spagnol, azionista attraverso Chiarelettere e i membri del collegio sindacale Claudio Menna e Raffaele Fantasia.


ATTESA PER LA QUOTAZIONE

«Siamo una società nata in maniera familiare, entrare in Borsa significherebbe cambiare i nostri connotati, dalla struttura amministrativa in poi. E in questo momento il mercato non invoglia», ha spiegato Monteverdi, che è anche azionista di minoranza di Zerostudio's, la società di Michele Santoro che produce Servizio Pubblico che potrebbe avere un ruolo nel nuovo progetto di web tivù al quale si sta lavorando al Fatto.


«Ma è anche vero che abbiamo lettori fidelizzati e vogliamo capire bene quali sarebbero i vantaggi e gli svantaggi di una quotazione. Qualora decidessimo per arrivare in Piazza Affari, non avverrebbe comunque prima di un anno, un anno e mezzo».
L'operazione, cui potrebbe fare da advisor Banca Profilo di Matteo Arpe, è caldeggiata dagli azionisti non-giornalisti come Bruno Tinti e Francesco Aliberti, che da tempo cercano di vendere le loro quote senza però trovare acquirenti sul mercato, a causa anche, dicono in via Valadier, dell'alto prezzo assegnato alle azioni.

Nel frattempo Monteverdi pensa a tagliare i costi di gestione.
«Non verrà lasciato a casa nessuno, né dipendenti né collaboratori fissi», ha premesso l'amministratore delegato, «ma abbiamo intenzione di rendere più efficienti i processi produttivi con la formazione di un desk integrato web-carta, sul modello di quanto fatto da La Stampa, che potrebbe portare a risparmi di circa il 20% sui costi».


Senza più nessuna distinzione tra online e cartaceo e con i giornalisti disposti a produrre per entrambi i contenitori. «Questo ci consentirà anche un risparmio sui borderò».
La foliazione, ha continuato Monteverdi, «non verrà ridotta, ma stiamo pensando di alleggerire l'inserto satirico», le cui pagine erano già state ridotte da otto a quattro.


NUOVO PROGETTO MULTIMEDIALE
Quanto al digitale, oltre al disegno della nuova applicazione per iPad, si sa che il direttore del sito de Il Fatto Quotidiano, Peter Gomez, sta lavorando a un progetto multimediale, una sorta di incrocio tra web e tivù, cui potrebbe partecipare anche l'autore e critico televisivo Carlo Freccero, e che potrebbe svilupparsi in partnership con il sito statunitense BlipTv.
Un prodotto insomma appetibile per gli investitori online.
Sul tema, Monteverdi non si è sbilanciata. «Abbiamo ipotizzato la creazione di una newco per fare un sito incentrato sulle web series, ma per ora non dico altro».

 

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