DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”
«Io non so se ci sia una marmotta che vuole rivivere lo stesso giorno - dice Max Bugani - ma di sicuro ci sono tanti gabbiani ipotetici, come diceva Giorgio Gaber, senza più neanche l' istinto del volo. Perché ormai il sogno si è rattrappito».
enrica sabatini davide casaleggio max bugani
Il consigliere comunale bolognese del Movimento 5 stelle, amico di Alessandro Di Battista, per anni braccio destro di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio e ora capo staff di Virginia Raggi a Roma, non pensa sia una buona idea tentare di tacitare l' ex deputato paragonandolo ai gilet arancioni o ai terrapiattisti e accusandolo di mancato tempismo. Di essere - di fatto - rimasto fermo a quando i 5 stelle erano all' opposizione.
Perché è un errore, secondo lei?
Non crede che le parole usate da Di Battista - sul Mes, Autostrade, Descalzi, Regeni - siano destabilizzanti per la maggioranza?
«Moltissimi elettori pensano le cose che dice Alessandro e si riconoscono in lui. Lo dissi già un anno fa. Se ogni volta che parla viene massacrato internamente, quelle persone le allontani. Non si tratta solo di lui, ma di tutti gli attivisti che stiamo perdendo».
Ma c' è anche un governo da proteggere dagli urti di certe uscite, una maggioranza di cui siete i primi azionisti. O no?
«Devi proteggere il governo oggi, ma devi garantire anche un futuro al Movimento. Altrimenti dopo è peggio, se continuiamo così fra un anno la destra di Matteo Salvini e Giorgia Meloni ci spazza via».
Lei ha detto più volte: stiamo sparendo sui territori. È questo il problema principale?
«Ho visto che adesso sono state organizzate delle dirette di alcuni parlamentari per spiegare quel che il governo sta facendo. Ma stare in mezzo alla gente in questo momento non significa questo. Non è dire quello che hai fatto o non hai fatto.
Significa ascoltare. È un lavoro fondamentale per continuare a esistere nei cuori delle persone. Abbiamo incanalato la rabbia, l' abbiamo trasformata in azione. Ora - però - c' è anche molta rabbia contro di noi».
L' idea di un direttorio che tenti una composizione delle varie anime interne le sembra buona?
«Mi pare un "volemose bene" che sa di galleggiamento stanco. E non credo porti con sé alcuno slancio per il futuro. Io penso una cosa molto netta: governo e Movimento sono due cose diverse. È così dalla notte dei tempi. Vale per tutti i governi e tutte le forze politiche. Se si vuole creare un organismo per cui il Movimento diventa il governo, vive in funzione del governo, lo spazio si restringe per forza e i cittadini si allontanano».
Quindi lei pensa serva ancora un capo politico da eleggere subito?
Che serva Di Battista?
«Per me serve qualcuno che non faccia parte del governo. Può essere anche un gruppo di persone, ma non bisogna legare le riflessioni sul futuro del Movimento esclusivamente al futuro del governo».
E al futuro di Giuseppe Conte? Paola Taverna e Luigi Di Maio gli hanno chiesto di dare una mano. Potrebbe essere il prossimo capo politico, visti i sondaggi positivi?
«Si brucerebbe in due mesi. È una persona troppo intelligente e non credo che scelga questa strada».
E se invece volesse?
«Nel suo ruolo di premier ha mostrato spessore politico e soprattutto umano. Agli italiani piace perché sa anche chiedere scusa. È un ottimo presidente e per me non va imbrigliato nel Movimento».
Crede possa tornare Beppe Grillo?
«Beppe è Beppe. È imprevedibile e può fare qualsiasi cosa».
Se lo augura?
«Gli voglio tanto bene e per questo non glielo consiglio. Sarebbe un grande sacrificio».
Lei ha lavorato a stretto contatto con lui e Casaleggio sin dall' inizio. Cosa pensa delle accuse su un presunto finanziamento di 3 milioni e mezzo dal governo venezuelano nel 2010?
«È una cosa priva di senso. Mi ricorda la storia di Romano Prodi a capo del Kgb. Ho riso tanto quando l' ho letta».
Ha sostenuto tutte le ultime battaglie di Di Battista e si è allontanato da Di Maio, con cui pure ha lavorato a Palazzo Chigi. Vuole mettere a rischio la legislatura per potersi candidare?
beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 3
«Per l' amor di Dio, io prego che Conte e il governo resistano, ma ricorda il film di Nanni Moretti? "Non dobbiamo reagire, dobbiamo rassicurare. A forza di rassicurare continueremo a prendere legnate alle elezioni"».
Era "Aprile". Parlava del Pds.
«Oggi quella frase parla di noi. A partire da com' è andata alle ultime regionali. Così, lentamente, si muore».
Per questo invoca, anche lei, gli Stati generali? E aveva chiesto di non correre in Emilia Romagna?
«Se non vuoi fare un bel confronto è come quando hai paura di parlare con tua moglie e la storia è finita. Si sta insieme solo a Natale. Porti avanti una cosa che non esiste più».
Il M5S deve essere ago della bilancia o parte della coalizione progressista?
«Deve discutere e confrontarsi. Di sicuro non c' è nulla più lontano da me dalle politiche di Salvini e Meloni».
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