DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. PER STUDENTI E PROF ORA SI CERCANO I FONDI
Gianna Fregonara e Orsola Riva per “Il Corriere della Sera”
La rivoluzione della scuola è rimandata a settembre. Niente pacchetto sull’istruzione oggi in Consiglio dei ministri. Ieri sera, dopo l’incontro con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Matteo Renzi l’ha comunicato al ministro Stefania Giannini: il progetto che doveva far parte delle «misure bomba» del Consiglio di oggi si farà nel prossimo. Anche se a questo punto i tempi non sono più così pressanti: per ora il piano scuola è un dossier di slides, non ci sono misure operative.
Per capire di quanti fondi si potrà disporre — soprattutto per la parte che riguarda gli insegnanti e i precari da assumere — bisognerà poi aspettare la legge di Stabilità e capire quanta «flessibilità» sui conti pubblici ci sarà concessa dall’Europa. In più, sul piano di assunzioni dei precari, ci sono da sciogliere i dubbi del ministero dell’Economia.
Non è slittato invece l’atteso incontro di ieri mattina fra i rettori e la Giannini per fare il punto sui contestatissimi test di Medicina di cui il ministro ha promesso l’abolizione. Un’intenzione ribadita fermamente anche ai rettori che pure continuano a non nascondere forti perplessità sul modello francese a cui la Giannini si ispira: iscrizioni aperte a tutti con sbarramento alla fine del primo anno. Soprattutto per l’onda d’urto che rischia di travolgere i nostri atenei se tutti quelli che finora tentavano il test (65 mila ad aprile scorso per 10 mila posti) dovessero trasformarsi in matricole.
Secondo Giannini l’impatto di questo tsunami potrebbe essere ridimensionato spalmando gli studenti sui corsi di laurea affini. «I tecnici del ministero — spiega il rettore di Padova Giuseppe Zaccaria, presente all’incontro — lavorano all’ipotesi di un primo anno comune che raggruppi medicina, farmacia e biotecnologie consentendo così di assorbire un numero di iscritti ben superiore a quello attuale di Medicina». Durante questo primo anno (ma potrebbe trattarsi solo di sei mesi) agli studenti verrebbero impartiti gli insegnamenti di base comuni a questi indirizzi (chimica, fisica, biologica...) in modo che poi al second’anno i ragazzi possano essere smistati nei diversi corsi di laurea.
«Io però — dice Zaccaria — non sono affatto convinto che la fisica che serve ai medici sia la stessa che serve agli infermieri. Quanto poi al sistema di selezione dei ragazzi, temo che affidarsi agli esami universitari anziché a dei test “ciechi” esponga i docenti a una serie di pressioni indebite per mandare avanti questo o quel ragazzo».
Roberto Lagalla, vice presidente della Conferenza dei rettori con delega alla Medicina, ci tiene a sottolineare che l’incontro di ieri si è svolto in un clima di grande collaborazione. Si trattava, del resto, di una riunione politica, non tecnica, in cui le anticipazioni fatte dal ministro Giannini ai rettori non si sono formalizzate in una proposta operativa che è ancora tutta da definire. Ma ammette che «le nostre obiezioni logistico-numeriche restano in piedi e il ministro ne è perfettamente consapevole».
Sia Lagalla che Zaccaria vorrebbero mantenere una qualche forma di preselezione all’ingresso. «Il ministro non vuol sentire parlare di test? Potremmo allora affidare alle scuole il compito di orientare e selezionare i ragazzi che vogliono fare medicina già dal quarto anno delle superiori in modo da fare una prima scrematura», dice Zaccaria. Ma su questo, Lagalla ammette che non c’è convergenza di vedute con il ministro Giannini.
2. GIANNINI COMMISSARIATA: LA SUA RIFORMA DELLA SCUOLA SOLO “UNA PAGINETTA”, E RENZI PRENDE IN MANO IL DOSSIER
Pietro Salvatori per “Huffington post”:
(...) Stesso canovaccio sulla scuola. Un provvedimento alla fine clamorosamente saltato, dopo essersi ridotto per strada gia’ a una paginetta di “linee guida”, cioe’ le direttrici a partire dalle quali si dovranno articolare i testi da sottoporre al Parlamento. Il turbopremier pochi giorni fa ne aveva espropriato con una spallata il ministro competente, Stefania Giannini riunendo i vertici senza consultare il titolare del provvedimento. Tant’è che a viale Trastevere al momento circola un’eloquente battuta: “Non sarà la Giannini a illustrare le linee guida al Cdm, sarà Renzi a illustrarle alla Giannini”.
La marcia indietro di queste ultime ore, avvenuta subito dopo l’incontro del presidente del Consiglio al Quirinale, ha rimandato tutto a data da destinarsi, indicando che il decisionismo renziano e’ spesso capace di affossare insieme anche le loro proposte. Un quadro magmatico, dovuto soprattutto alla mancanza di fondi, in cui l’ottimismo del Premier comincia a essere un contrappunto stonato a volte , come e’ successo oggi, degli indicatori economici che tendono drasticamente verso il segno meno”.
3. SCUOLA: ANZALDI-PICIERNO, GIANNINI AFFRONTI TEMA ABBANDONO
(ANSA) - Una lettera-appello al ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, affinche' affronti il problema dell'abbandono scolastico, e' quella che hanno rivolto i parlamentari del Partito democratico Michele Anzaldi e Pina Picierno, in un intervento pubblicato sul sito del quotidiano "Europa", sul modello della "Lettera a una professoressa" di Don Milani. "Cara Ministra - e' scritto nella lettera di Anzaldi e Picierno - siamo quei ragazzi che perdete, che non riuscite ad attrarre e vagano, tra muretti e sale slot. Un dramma che ha cambiato verso ma non drammaticita'.
Nel 1954 nasceva spesso dalla poverta', oggi e' frequentemente figlio della ricchezza o dei problemi familiari e sociali, ma il punto di arrivo e' sempre quello: l'abbandono scolastico. Gli ultimi dati resi disponibili da Eurostat collocano l'Italia in quart'ultima posizione tra i ventisette Paesi UE, subito dopo il Portogallo e denunciano una dispersione media del 17,6%, con picchi che raggiungono il 25% nel Mezzogiorno,dimostrando in maniera scientifica la gravita' del fenomeno nel nostro Paese".
"Le dimensioni del problema sono tali - proseguono Anzaldi e Picierno - che forse dovrebbero fare pensare ad individuare e creare una nuova figura professionale scolastica, come quella che tanti anni addietro era impersonata dal maestro di strada. Una figura dedicata al recupero di soggetti, che per tanti motivi, non sono piu' in grado di seguire la lezione frontale. Ci provi, signora ministro. Chieda il parere di esperti del settore provenienti dalla facolta' di psicologia e scienze delle formazioni, operatori di Ong, che con successo operano nel mondo in questi settori, come ad esempio l'Avsi che si occupa del reinserimento dei bambini soldato in Congo, o i docenti dei centri educativi e di formazione professionale dei Salesiani che si occupano da anni con successo dei detenuti minorenni".
"L'Europa si e' posta degli obiettivi per il 2020 - concludono - tra cui l'arrivo ad un tasso di rinuncia all'istruzione pari al 10%: ma, mentre paesi come Germania, Francia e Regno Unito sono prossimi al raggiungimento di questo obiettivo, l'Italia si sta allontanando dalla media europea".
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