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MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA
Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”
Alle primarie del Pd in Campania Vincenzo De Luca ha raccolto più voti di Andrea Cozzolino, e questo è un dato certo. Però è l’unico. Per il resto — nonostante l’entusiasmo dell’ex sindaco di Salerno e la dichiarata soddisfazione dei vertici regionali del partito — lo scenario è ancora pieno di ombre.
Che partono dalla consultazione di domenica e si allungano fino a quello che succederà dopo il voto delle elezioni vere, le regionali che si terranno in primavera. Perché dopo quella tornata la Campania avrà un presidente o un consigliere destinato a essere sospeso in base alla legge Severino.
Vincenzo De Luca è stato condannato recentemente a un anno per abuso di ufficio, e la legge che porta il nome del guardasigilli del governo Monti impone che per questo sia sospeso da incarichi pubblici. Quindi che vinca e diventi governatore, o che perda e vada a sedersi sui banchi dell’opposizione, dovrebbe essere comunque sospeso.
«E io un minuto dopo farò ricorso al Tar», annuncia De Luca, che ai giudici amministrativi si è già rivolto dopo la sospensione subita quando era ancora sindaco di Salerno. Oggi come allora sostiene di battersi contro quella legge per «una questione di civiltà giuridica».
Ma oggi più che mai ne sollecita la modifica. «I gruppi parlamentari hanno la possibilità di intervenire prima delle elezioni. Mi auguro che non perdano tempo e intervengano affinché sia rispettato il voto democratico espresso dai cittadini. Altrimenti saranno loro, i gruppi, a doversi sentire in imbarazzo, non io».
De Luca, come è logico, guarda avanti, al voto per le regionali, anzi, a dopo il voto. Intanto, però, non ha ancora ricevuto la telefonata di congratulazioni dello sconfitto, quel gesto di cavalleria che è tradizione avvenga dopo una sfida. Cozzolino certo il galateo lo conosce, ma se non ha ancora digitato il numero dell’ormai ex rivale è per un motivo che riconduce all’altra zona d’ombra che stenta a diradarsi dalle primarie pd: quella dei brogli.
«Io non farò ricorso perché non sono uomo da ricorsi», dice Cozzolino lanciando volutamente una frecciata a chi i ricorsi li fece contro di lui quando, nel 2011, vinse le primarie (poi annullate) per il sindaco di Napoli.
«Però — aggiunge — riconoscerò la vittoria di De Luca solo un minuto dopo che l’avrà convalidata il Pd. Fino ad allora mi limito ad aspettare il lavoro della commissione incaricata di esaminare i verbali ma anche a segnalare la necessità di una attenzione particolare soprattutto per certi seggi del Salernitano dove è evidente che ci sia stata una affluenza veramente singolare».
L’entourage di Cozzolino cita il caso di Minori, dove ha votato oltre un terzo della popolazione residente e De Luca ha stravinto, raccogliendo 1.100 voti, mentre alle ultime elezioni europee il Pd ne aveva presi cinquecento. Oppure di Amalfi, che registra 517 votanti e 517 voti per De Luca. E c’è poi il caso del quartiere Pastena di Salerno: alle 11 del mattino avevano già votato circa novecento persone e a fine giornata si è arrivati a 1.400. E ovviamente l’ex sindaco ha fatto il pieno.
«Credo che si possa parlare almeno di iperattività nell’andare a votare — dice Cozzolino —. Se una mobilitazione del genere ci fosse stata a Napoli, facendo le proporzioni, avremmo dovuto contare almeno duecentomila elettori. Invece di fronte alla grande voglia di partecipazione di Salerno, Napoli sembra sia stata molto pigra».
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