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RETROSCENA - SE IL PD È A PEZZI E FORZA ITALIA È A BOCCONI, ANCHE ALL’INTERNO DEL M5S C’È UNA SPACCATURA TRA DI MAIO E GRILLO, CONTRARIO A UN “GOVERNO A TUTTI I COSTI”, CON CANI E PORCI - DICE: NON PUOI ANNACQUARE LE NOSTRE PROMESSE, LE DEVI FARE. MEGLIO L’OPPOSIZIONE. E CHIUDE: NELLE CITTÀ DOVE GOVERNIAMO, ROMA E TORINO, ABBIAMO PERSO ELETTORI – PERCHE MATTARELLA DETESTA GIGGETTO…
GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA
DAGONOTA
Giggetto Di Maio, teleguidato da Casaleggio Jr, ci sta provando a mettere in piedi un governo a tutti i costi. Manda pignucolose lettere a “Repubblica”, ogni intervista si trasforma in un lecca-lecca, ogni minuto manda un doveroso pensiero a Mattarella che lo detesta all’indomani della presentazione via mail al Quirinale di un futuro governo pentastellato.
(La Costituzione vuole che la nomina dei ministri sia di competenza del Capo dello Stato, il candidato premier può solo proporre i nomi. Quando Enrico Letta presentò la sua lista di ministri a Napolitano, per il Ministero dell’Economia propose Padoan e Saccomanni; e Re Giorgio scelse il secondo per la gioia di Draghi).
Bene: se il Pd è a pezzi e Forza Italia è a bocconi, anche all’interno del M5S c’è una spaccatura tra il vispo Giggino e il malmostoso fondatore Grillo. Beppe è infatti contrario a un “governo a tutti i costi”, con cani e porci. Dice: noi parliamo alla pancia degli elettori, e la pancia deve mangiare. Quindi, continua Grillo, non puoi passare da “devono accettare il nostro programma” a “dieci punti programmatici” pur di fare un governo. Non puoi annacquare le nostre promesse, le devi fare. Rischi di perdere la tua identità. Meglio l’opposizione. E chiude: nelle città dove governiamo, Roma e Torino, abbiamo perso elettori, vedi la Lombardi giunta addirittura terza al voto della Regione Lazio, dopo il plebiscito per la Raggi.
luigi di maio sergio mattarella
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