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Francesco De Dominicis per "Libero"
Parte col piede sbagliato la spending review di Mario Monti. Saranno pure in qualche modo intoccabili, ma l'assenza di Camera, Senato, Presidenza della Repubblica e Corte costituzionale dalla lista dei tagli proposti dal Governo tecnico è quantomeno improponibile, specie di fronte all'opinione pubblica. à la casta. Che sul bilancio dello Stato pesa per quasi 2 miliardi di euro: il grosso è riconducibile agli oneri di Montecitorio (quasi 1 miliardo) mentre si aggira attorno ai 500 milioni il conto che viene presentato alla Ragioneria dello Stato ogni anno da palazzo Madama.
Poi ci sono i 220 milioni del Quirinale e i 50 (circa) di palazzo della Consulta. Niente da fare: la Casta è intoccabile. E non subirà alcun taglio dalla forbice che da lunedì è in mano ai tre superesperti Giuliano Amato, Enrico Bondi e Francesco Giavazzi. Il loro compito è delicatissimo e in parte già tracciato. Qualcuno li considera ministro ombra. Per ora si dovranno occupare di far risparmire le casse pubbliche.
Sul fronte della spesa dello Stato si muoverà in particolare l'ex commissraio Parmalat, Bondi. L'obiettivo iniziale è tagliare 4,2 miliardi di euro su un bacino di circa 80 miliardi individuati come «costi rivedibili». Una ampia opera volta a razionalizzare la spesa pubblica attraverso provvedimenti mirati, selettivi, evitando dunque i tagli lineari. Nei documenti del governo le prime indicazioni concrete di spending review riguardano quattro ministeri: Giustizia, Istruzione, Trasporti, Interno.
Per quanto riguarda il dicastero guidato dal Guardasigilli, Paola Severino, si parla di revisione delle circoscrizioni. Poi c'è il capitolo Istruzione e lì si punta allo snellimento della struttura centrale attraverso l'utilizzo dei sistemi informatici, la riduzione dal 2014 del 50% di spese per fitti passivi e gestione immobili, la riduzione organici dirigenziali e riconversione dei profili.
Per quanto riguarda i trasporti si va verso la ristrutturazione della struttura territoriale con la definizione di uno standard di personale in relazione al carico di lavoro e alla dimensione della scala di attività . Delicato il fascicolo relativo al Viminale. Fari puntati sulle strutture periferiche coprono l'80% della spesa, in particolare prefetture, vigili del fuoco, polizia di Stato.
La spesa analizzata è di 8 miliardi per retribuzioni, consumi e acquisto beni e servizi. Sotto il segno del profilo basso, comunque, Bondi è già al lavoro. Entro 15 giorni potrebbe già portare sul tavolo del premier un primo piano con tagli per 2,1. Il decreto di nomina è in arrivo: avrà poteri «molto forti» e la possibilità di effettuare ispezioni.
GIULIANO AMATO Enrico BondiFrancesco Giavazzi paola severino
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