SECESSIONE! - ANZICHÉ PADANIA E ITALIA, SI SPACCANO BOSSI E MARONI - IL “CERCHIO MAGICO” ATTACCA IL MARONITA ERETICO TOSI (“LA PADANIA? È FILOSOFIA“) PER PROCESSARE BOBO - CALDEROLI FURIOSO: “NON SI PUÒ ANDARE AVANTI COSÌ, IN UN MOMENTO COSÌ DELICATO, C’È L’ANARCHIA TOTALE,L’HA DETTO ANCHE BOSSI IERI, NON SI PUÒ PARLARE A VANVERA” - E A VARESE BOSSI INDICA PER IL CONGRESSO IL CANDIDATO AMICO DELLA MOGLIE. I MARONIANI: MAI SUCCESSA UNA COSA SIMILE….

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Paolo Bracalini per Il Giornale

Passa solo qualche ora dal¬la minaccia bossiana sui troppi che nella Lega «parlano a vanve¬ra », cioè fuori dalla linea ufficiale (ma sempre più a zig zag...), tanto da fargli quasi passare «la voglia di far politica», e riecco Tosi che fa an¬dare in bestia il ticket Bossi- Calde¬roli («La Padania? È filosofia»). Tocca al ministro bergamasco far vibrare la possibile scomunica, ri¬cordando al sindaco il primo arti¬colo dello statuto leghista, che par-la di «indipendenza della Pada¬nia ».

Ma la frittata è fatta. E la tem¬pistica è infausta soprattutto per Maroni, che si dirige verso via Bel¬¬lerio mentre lì, con Bossi, Caldero¬li e i due capigruppo Reguzzoni e Bricolo (veneto, anti-tosiano) è già iniziato un processo al sinda¬co di Verona. Quando Bobo arri-va, il clima è pessimo, e lui un semi imputato perché Tosi è considera¬to un suo alter ego.

Un Calderoli in¬furiato, sostenuto in pieno dai Re¬guzzoni e Bricolo, legge il capo d'accusa: «Non si può andare avanti così, in un momento così delicato, c'è l'anarchia totale,l'ha detto anche il capo ieri, non si può parlare a vanvera, ci sono le segre¬terie nazionali e federali per que¬ste cose! » dice parlando dei sinda¬ci rompiscatole ma riferendosi al loro «ispiratore», Maroni, lì pre¬sente e di fatto sotto processo.

Le parole sul referendum equivoca¬te come un invito a liquidare la le¬gislatura ( cosa che Maroni respin¬ge: «Solo fantasia, retroscena in¬fondati ») e poi l'uscita spericolata di Tosi hanno prodotto questo: il ministro dell'Interno messo nel¬l'angolo, un po' indebolito tattica-mente. E Tosi, lo cacceranno? Improba¬bile. Bossi, sussurrano i leghisti, non è più il Bossi degli anni '90, quando bastava molto meno per essere sbattuti fuori in un battiba¬leno ( Gentilini che sta con Napoli¬tano? Anche lui sarebbe già altro¬ve, invece niente).

Non sono solo l'età e gli acciacchi del capo, è che Tosi, come gli altri sindaci, dicono quel che i leghisti, anche molto in alto, pensano ma non è bene dire. E poi Bossi sa dopotutto che quel¬¬l'area, quella di chi «spesso parla a vanvera», è anche la stessa che sta conquistando tutte le segreterie provinciali, dal Veneto alla Lom¬bardia. I dubbi sull'alleanza, il ritorno alle origini, le perplessità persino sugli effetti del federalismo fiscale (il grande «dono» dell'abbraccio col Pdl), sono tutti ragionamenti diffusi nel Carroccio...

Ma nel ca¬po prevale la prudenza e il calco¬lo. Il Bossi che parla a Buguggiate è un alleato leale del Cavaliere, un amico di Tremonti (e della sua ma¬novra «per non farsi squalificare dall'Europa»), uno che diffida dei manifesti confindustriali ostili al Cavaliere. E che dice che non si può fare un'alleanza, farsi votare il federalismo e poi abbandonare il compagno. «Noi cerchiamo di mantenere la parola. Quando ven¬gono le elezioni si può sì, evitare di andare assieme, si può che la Lega va da sola, sapendo già però che con questo vince la sinistra».

Se questo è un leader che vuol «stac¬care la spina al governo», il pre¬mier può dormire tranquillo. I problemi semmai sono di Bos¬si, che è costretto a tenere calmi i suoi, molto più tosiani o maronia¬ni che «bossiani». Con qualche cortocircuito, come quello si sta verificando a Varese, dove si vote¬rà tra poco il segretario provincia¬le. Se n'è parlato in via Bellerio (do¬ve si è fatto anche un cda della Pa¬dania ).

C'erano tre candidati, ma Bossi ha indicato pubblicamente il suo (Maurilio Canton, sindaco di Cadrezzate, si dice apprezzato dalla moglie del capo), cosa mai successa prima. Il problema è che Canton è il meno popolare dei tre, con gli altri due più vicini alla base (maroniana-giorgettiana). E ora Maroni si trova con le mani legate: o lascia che si segua l'indicazione del capo, o dà indicazione di vota¬re uno degli altri due. Cioè di vota¬re contro Bossi. Scacco matto...

 

BOSSI E MARONI A PONTIDAILLUSTRAZIONE - IL GIRAMENTO DI MARONIROBERTO CALDEROLI MANUELA MARRONE MOGLIE DI UMBERTO BOSSIRenzo Bossi FLAVIO TOSI