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DIPARTITO DEMOCRATICO - LE SEDI DEM SONO SOTTO SFRATTO COMPRESO LA STORICA SEZIONE DELLA BOLOGNINA DI BOLOGNA: IL PARTITO E’ MOROSO PER 1 MILIONE DI EURO DI AFFITTO ALLA "FONDAZIONE DUEMILA" (UNA DELLE 68 CASSEFORTI DEGLI EX PCI E DS) - MAGLIARI IN AZIONE: DURANTE LO SFRATTO E’ SPARITO ANCHE UN BUSTO DI LENIN...

matteo renzi francesco bonifazi

Alessandro Da Rold per “la Verità”

 

Spiega il vecchio dirigente del Pci che «il compagno Ugo Sposetti fu lungimirante nel togliere il nostro patrimonio dalle mani dei renziani». Perché l' indagine a carico del tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi, riaccende al Nazareno vecchi rancori mai sopiti: quelli degli ultimi 5 anni di segreteria di Matteo Renzi, con il tentativo proprio di Bonifazi di accaparrarsi quel tesoro di immobili, circa 2.400, opere d'arte e cimeli sovietici per il valore di circa mezzo miliardo di euro.

 

RENZI BOSCHI BONIFAZI

È una guerra che si consuma proprio in questi giorni, con gli esponenti del Pd sfrattati della storica sezione della Bolognina di Bologna perché morosi per 1 milione di euro di affitto alla Fondazione Duemila, una delle 68 casseforti degli ex Pci e Ds in Italia: a quanto pare durante lo sfratto sarebbe scomparso un busto di 35 chili del compagno Lenin.

 

Eppure il Pd renziano in questi anni di soldi ne ha incassati molti, non solo tramite la Fondazione Eyu di cui parla l' imprenditore Luca Parnasi ma anche con la Open, ormai chiusa, che organizza la Leopolda di Renzi. Dal 2012, anno di nascita della cassaforte renziana presieduta dall'avvocato Alberto Bianchi - anche lui sotto i riflettori della Corte dei conti per le consulenze in Consip - sono stati racimolati circa 6,7 milioni di euro di donazioni private.

luca parnasi

 

La Eyu (secondo bilancio 2017) ha incassato 846.769 euro di entrate gestionali, quasi il doppio rispetto al 2016, quando erano 405.060. Gli incassi non devono essere bastati. O non sono serviti solo per il partito. Il personale del Nazareno è stato ridotto all' osso, molti sono in cassa integrazione. La colpa è anche della fine del finanziamento pubblico ai partiti.

 

Ma ora i circoli del Pd vengono chiusi, con i compagni cacciati dai loro stessi compagni. Del resto si tratta di una battaglia che va avanti dal 2013, con Bonifazi da una parte, convinto che gli spazi riservati al partito non andavano pagati, dall' altra parte Sposetti che ha blindato a doppia mandata il patrimonio lasciato in eredità da Palmiro Togliatti ed Enrico Berlinguer. Il problema è diffuso in tutta Italia, più complesso dove ci sono più beni, quindi l' epicentro è Bologna. Le federazioni del Pd spesso pretendono di non pagare.

 

SPOSETTI FUNERALI LETIZIA BERLINGUER

Ma il problema è che se le fondazioni non chiedono i soldi per l'affitto e l'utilizzo degli immobili, si prospetta un possibile reato di finanziamento illecito. Quindi si devono cautelare. «Non voglio commentare, mi dispiace per lui, lo sapete bene voi giornalisti: io amo tutti i tesorieri», spiega Sposetti alla Verità. Eppure Bonifazi aveva anche minacciato di portarlo in tribunale con una class action. «Sì, con cleiss asssion (ride, ndr), come si dice? Ma che so' io Spartaco!», conclude lo storico tesoriere dei Ds, da sempre a favore del finanziamento pubblico ai partiti.

 

ANDREA ORLANDO

Quel tesoretto, però, è una pietra preziosa per la sinistra, soprattutto adesso, con un congresso del Pd alle porte e i venti di scissione che soffiano. E se Renzi se ne va e si fa un partito? E se Massimo D' Alema e Pier Luigi Bersani rifanno la sinistra?

 

A chi andrà quel patrimonio? A quanto pare in questi anni l' ultima parola su quel mezzo miliardo di eredità immobiliare l' ha sempre avuta il presidente emerito Giorgio Napolitano, che ai tempi del Pci era il ministro degli Esteri. Non a caso lo scorso anno, 21 gennaio 2017, festa dei 70 anni di Sposetti a Palazzo Pallavicini-Rospigliosi, con al tavolo Napolitano, Emanuele Macaluso e Piero Fassino, fu scelto l'erede di quel patrimonio, ovvero l'ex ministro di Grazia e Giustizia Andrea Orlando.

giorgio napolitano a capalbio

 

E proprio ieri, appena uscita la notizia dell'indagine su Bonifazi, il silenzio dei dem è stato interrotto da una mail inviata al partito dal deputato di area orlandiana Maino Marchi. Si chiede la convocazione nei tempi più brevi possibili del comitato di tesoreria del Pd, nominato 2 mesi fa e mai convocato, «anche alla luce delle notizie di stampa odierne».

Del resto, rispetto alle vecchia segreteria Renzi, l' unico rimasto nel nuovo corso di Maurizio Martina è proprio Bonifazi. Al Nazareno si domandano ancora i motivi e non sanno darsi risposta.