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Vittorio Feltri per “il Giornale”
NAPOLI PRIMARIE PD ESPONENTI CENTRODESTRA
Come tutte le cose inutili, anche le primarie affascinano gli stolti, i democratici da salotto e da bocciofila. Da quando il Pd ha inaugurato le votazioni preliminari, cioè quelle che indicano i vincenti degni di conquistare la segreteria di un partito o il diritto di candidarsi a sindaco, la politica, da fenomeno popolare è diventata una faccenda quasi privata.
I politicanti se la cantano e se la suonano praticamente in famiglia. Già. Le primarie sono considerate l' ultima frontiera della modernità. Piacciono molto ai signorini progressisti soprattutto perché odorano di America. Se sono praticate dagli statunitensi, significa che sono indispensabili.
In effetti, il concetto che debba essere la base, tramite il voto, a decidere coloro che debbano essere i rappresentanti dei cittadini, è giusto, direi sacrosanto. Si dà però il caso che negli Usa le citate primarie siano regolate per legge dello Stato.
Noi italiani, specialmente quelli di sinistra, ci siamo dimenticati che simili consultazioni sono serie soltanto se disciplinate da norme rigorose, sottoposte a controlli severi, e le abbiamo organizzate alla carlona, affidandone lo svolgimento al volontariato.
In questo modo le abbiamo svalutate e rese ridicole, aperte a ogni broglio, giacché il diritto di voto è esteso a chiunque, anche a coloro che votano due o tre volte (in vari seggi) senza che nessuno verifichi la validità del suffragio. Cosicché succedono cose turche. A Napoli, per esempio, si è scoperto che gli aspiranti trionfatori delle primarie pagavano un euro ai partenopei che sulla scheda indicassero un certo nominativo.
PRIMARIE PD LA VITTORIA DI MATTEO RENZI
Suffragi comprati secondo lo stile di Achille Lauro, il quale ti dava una scarpa se promettevi di scegliere Tizio e se lo sceglievi davvero, a controlli eseguiti, ti dava l' altra scarpa affinché il paio si componesse, favorendone la utilizzazione. Eravamo e siamo tornati al voto di scambio della più bell' acqua.
Se le primarie avvengono in base a queste modalità, va da sé che sono un imbroglio di cui vergognarsi. Di ciò si tratta. Per cui piantiamola di presentarle come la soluzione del problema democratico. Sono soltanto una pagliacciata. Abbiamo citato Napoli. Ma non si può dire che a Roma le cose siano andate meglio. Idem a Milano.
Quelli che si recano al seggio per scrivere il nome preferito sono una esigua minoranza, che non rappresenta affatto la cittadinanza. Non c' è un quorum da raggiungere. Qualunque signore o signora può esprimere la propria preferenza anche più volte, non vi è sorta di ispezione, non vi è alcuna garanzia di correttezza.
Anche uno sciocco, stante la assoluta mancanza di serietà, comprende che simili primarie sono una buffonata priva di serietà, peggio: una fregatura colossale da abolire nel rispetto di ogni principio democratico. Quando fu eletto Renzi segretario del Pd, pure gli asini erano al corrente che la gara contro Bersani era inquinata da strane manovre.
Oddio. Bersani forse avrebbe perso lo stesso, visto che in precedenza egli aveva, in maniera altrettanto sospetta, superato il giovane avversario. Ma il problema è proprio questo: o si dà alle primarie il carattere dell' ufficialità oppure esse costituiscono una occasione per esercitare arbitri di ogni sorta, tali da falsificare l' esito della votazione.
primarie a napoli il voto inquinato dai clan
Basta con queste sceneggiate filoamericane, imitazioni grossolane di sistemi esotici che non sappiamo gestire con onestà. A tutti i costi vogliamo le primarie? Perdio, diamoci delle norme che non siano quelle di Pulcinella, altrimenti prevarrà sempre Pulcinella.
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