DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
matteo renzi pier carlo padoan
Elisa Calessi per “Libero Quotidiano”
C’è un filo rosso che lega la sentenza della Consulta sulle pensioni alla protesta sulla riforma della scuola. La guerra che alcuni poteri, in questo caso i boiardi di Stato e i sindacati, hanno dichiarato a lui, Matteo Renzi: «Provano di nuovo a fermarmi, a bloccare il cambiamento». E non è un caso, osserva coi suoi, che questo avvenga a due settimane dalle elezioni regionali, ormai trasformate in test nazionale. L’obiettivo, secondo il premier, è chiaro: sobillare la protesta di due classi elettoralmente decisive soprattutto a sinistra - pensionati e insegnanti - per far cadere il governo.
la sala della corte costituzionale
O comunque per metterlo in grave difficoltà. Si vedrà a urne chiuse. Ma secondo alcuni sondaggi arrivati anche a Palazzo Chigi, già ora si sta registrando uno spostamento di insegnanti e pensionati verso Grillo o l’astensione. Chi sono questi “poteri” che tramerebbero contro il Rottamatore? Sicuramente la Consulta, che con la sentenza sulla riforma Fornero ha mandato all’aria molti piani. Ma non solo. L’Avvocatura dello Stato, per esempio, aveva il compito di difendere il governo. Era stato informato Palazzo Chigi, si chiedeva ieri un esponente del governo, dell’esatta entità della cifra in ballo?
Nella memoria difensiva depositata dall’Avvocatura si parla di 5 miliardi. Invece saranno tra i 10 e i 19. Come mai? Hanno sbagliato gli avvocati dello Stato o i funzionari del Tesoro che hanno fornito i dossier con le cifre? C’è dolo o colpa? E sempre negli stessi ambienti si nota che la pratica era stata istruita dal precedente avvocato dello Stato, quello in carica con Enrico Letta, visto che il nuovo, Massimo Massella Ducci Teri, è stato nominato con decreto della presidenza della Repubblica, su proposta del governo, il 9 marzo (la sentenza è del 10).
manifestazione contro la scuola di renzi
Poi ci sono i sindacati, la Cgil in particolare, impegnata a organizzare l’opposizione nel Paese. Per carità, anche l’esecutivo ha le proprie colpe. «Sulla scuola abbiamo sbagliato la comunicazione», ammette un renziano doc. «Assumiamo 100mila precari ed è passato completamente in secondo piano». Per questo, ieri, Renzi ha preso in mano le due faccende. Sulle pensioni ha preteso che entro lunedì il Tesoro trovi la soluzione. Sulla scuola, gessetto alla mano, si è messo dietro a una lavagna per spiegare, in un video, la verità sulla «Buona scuola».
Cinque punti per confutare le «falsità» messe in giro dai sindacati e raccontare quello che c’è (scuola-lavoro, cultura umanista, soldi agli insegnanti, autonomia, continuità) e quello che non c’è. «Discutiamo pure», ma basta «slogan ideologici» e «boicottaggi». «Non si parla», scandisce, «di ferie per gli studenti. Non ci sono presidi-rambo. Non è vero che il preside assume l’amico dell’amico o può licenziare dopo 36 mesi. Sono assolute falsità».
Ancora: «La scuola appartiene a tutti, non al governo, né ai sindacati o agli addetti ai lavori». L’operazione-verità prosegue poi con una lettera agli insegnanti, dove chiede loro di «darci una mano a restituire speranza al nostro Paese». Certo, non sarà facile far pace con gli insegnanti. Fallito il dialogo su Twitter, l’incontro a Palazzo Chigi, ora ci prova così. Una mano gliel’ha data anche il sindacato, facendo alcuni «errori strategici». A cominciare, si dice, dal blocco degli scrutinii che fa arrabbiare sia gli insegnanti, i quali dovrebbero rimandare le ferie, che i genitori.
RENZI NELLA SCUOLA ELEMENTARE A SIRACUSA
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