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Andrea Amato per www.tvzoom.it
Il 10 febbraio su Netflix sarà disponibile Grillo vs Grillo, lo show teatrale del comico-politico genovese, registrato proprio nella sua Genova il 12 dicembre 2016. Noi di TvZoom l’abbiamo visto in anteprima, notando un ritorno alle origini per il leader del Movimento 5 Stelle, con un monologo di un’ora e trentacinque minuti, girato con una regia pulita, una scenografia super minimal e una fotografia che mette al centro Beppe Grillo.
Può bastare in quest’epoca? Assolutamente sì, il comico riempie la scena senza alcun problema. Editorialmente riesce con il testo a soddisfare tutti i pubblici: chi lo ama per la sua grande carriera comica e chi lo idolatra come salvatore della patria.
I riferimenti alla politica e al movimento, a cui ha dato vita con Gianroberto Casaleggio, ci sono eccome, sarebbe stato troppo strano il contrario, ma riesce a farlo anche con un pizzico di autoironia: «Sono diventato un leader politico, ma io scherzavo». In una divertente ricostruzione della genesi del Movimento, Grillo imputa tutto all’insonnia: «Se avessi digerito avrei dormito e così non avrei dato vito ai 5 Stelle».
Il monologo poi ricostruisce la sua vita: dall’infanzia nel quartiere popolare di Marassi, insieme all’amico Donato Bilancia: «Mi madre si fidava solo se stavo con lui. La vita è strana: lui avrebbe potuto fare il comico e io il serial killer». Passando poi per le scuole, gli esordi come cabarettista nei ristoranti, il rapporto con il padre fabbro, fino a ricordare il suo pezzo su Rai 1 a Fantastico 7 nel 1986, quando disse: «Ma se in Cina sono tutti socialisti, a chi rubano?». Da quel momento partì la fatwa di Bettino Craxi, che lo cancellò dai palinsesti Rai.
Grillo racconta che da quel momento la sua vita cambiò e in meglio: divenne un eroe, credibile, che aveva il coraggio di sbeffeggiare realmente il potere, a costo di rimetterci la carriera. E così scomparve dalla televisione, ma iniziò a riempire i palazzetti dello sport. Senza quell’episodio, forse, oggi non ci sarebbe nemmeno il Grillo leader politico.
Dopo il racconto del suo rapporto con l’archistar Renzo Piano, con il video di quando litigano dal dentista, il comico prosegue con i suoi cavalli di battaglia: Internet, il futuro high tech, la democrazia diretta, e chiude con l’aneddoto di quando negli anni ’80 si rifiutò di condurre Ok il prezzo è giusto, non accettando un assegno da un miliardo e mezzo di lire di Silvio Berlusconi. Nel finale, che non vi sveliamo, c’è tutta l’autoironia del comico, che confessa: «Il più è non prendersi mai sul serio». Parole sante.
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