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DAGOREPORT – GIORGIA MELONI NON AVEVA ALCUNA VOGLIA DI VOLARE A PARIGI AL VERTICE ORGANIZZATO DA…
LA CASTA DEL GRANDE FARDELLO - SGARBI: ''VERSIONE DOMESTICA E DIMINUTIVA DI FABRIZIO CORONA, CHE HA UNA SUA GRANDEZZA VISIONARIA NEL RAPPRESENTARE 'IL CATTIVO', ROCCO CASALINO LANCIA MINACCE INTOLLERABILI ANCHE DETTE PER SCHERZO, E CHE SCHERZO NON SONO PERCHÉ CASALINO È PRIVO DI INTELLIGENZA E DI IRONIA. DA RESPONSABILE DELLA COMUNICAZIONE HA COORDINATO TUTTE LE PIÙ INFAMANTI 'SHITSTORM' DEL M5S CONTRO GLI AVVERSARI POLITICI, RENZI IN TESTA. OGGI PARLA DI 'GIOCO SPORCO' SE…''
Vittorio Sgarbi per “il Giornale”
Versione domestica e diminutiva di Fabrizio Corona, che ha una sua grandezza visionaria nel rappresentare «il cattivo», Rocco Casalino, foraggiato da un presidente del Consiglio cui è stato imposto, lancia minacce intollerabili anche dette per scherzo, e che scherzo non sono perché Casalino è privo di intelligenza e di ironia.
La sua dipendenza dai Cinque Stelle prevarica il presidente del Consiglio che ha, per portavoce, uno che la pensa diversamente da lui e, soprattutto, che porta la voce di altri. A tal punto è limitato e condizionato, il presidente del Consiglio, da non avere potuto scegliere una persona di sua fiducia. Anche per questo si rivolge a Padre Pio.
Quello che abbiamo sentito da Casalino è consentito ovviamente a un militante fondamentalista di Cinque stelle, non a una figura istituzionale. C' è qualcosa di tragicomico, poi, nelle parole di Casalino che, commentando le polemiche seguite alla pubblicazione del suo super stipendio (169mila euro l' anno per uno il cui vocabolario è fatto solo di «casta», «privilegi», «sprechi»), lamenta, proprio lui: «Contro di me un gioco sporco».
È lo stesso Casalino che in questi anni, da responsabile della comunicazione, ha coordinato e condotto tutte le più infamanti «shitstorm» del Movimento 5 Stelle contro gli avversari politici, Renzi in testa. Rendere pubblico il suo stipendio, invece che un semplice atto di trasparenza (tanto richiesta agli altri) sarebbe, dunque, «un gioco sporco»?
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