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L’ex sottosegretaria alla Cultura Francesca Barracciu è stata condannata in primo grado a 4 anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici. L’ex consigliera regionale del Pd in Sardegna era accusata di peculato nell’ambito dell’inchiesta della procura di Cagliari sulle spese dei fondi del gruppo dall’assemblea sarda. L’accusa, rappresentata dal pm Marco Cocco, aveva chiesto lo stralcio della posizione di Barracciu, alla quale contestava spese anomale per circa 81 mila euro, senza adeguati giustificativi.
La seconda sezione del tribunale civile di Cagliari, presieduta da Massimo Poddighe, ha pronunciato il dispositivo della sentenza, alla presenza dell’imputata e del suo legale Franco Luigi Satta. Il pm aveva chiesto una pena di 5 anni. A Barracciu sono state riconosciute le attenuanti generiche.
BARRACCIU: «NON È UNA SENTENZA POLITICA»
«Non è una sentenza politica». Così ha risposto, a domanda diretta dei giornalisti, l’ex sottosegretaria alla Cultura Francesca Barracciu. «Non sono complottista, non lo sono mai stata, però l’avermi messa ad affrontare questo processo in solitudine, rispetto ai miei colleghi - gli altri trenta consiglieri regionali coinvolti - credo che abbia dei profili di dubitabilità importanti. Non penso a un complotto, ma voglio ricordare questo: mi sono addormentata il 30 settembre del 2013 alle 2 del mattino, candidata alla presidenza della Regione e alle 8 del mattino del 1 ottobre avevo l’avviso di garanzia in casa. Non ho altro da aggiungere».
LA VITTORIA NELLE PRIMARIE DEL PD
La condanna riguarda le spese dal 17 novembre 2004, durante la legislatura 2004-2009, a guida Renato Soru, nel cui listino bloccato l’ex sindaca di Sorgono (Nuoro) era stata eletta consigliera. Il reato di peculato per lei è stato dichiarato prescritto per il periodo precedente al 17 novembre 2004, quindi per i primi mesi della legislatura.
La sentenza sarà ora trasmessa alla procura della Corte di Conti. Nell’autunno 2013 Barracciu aveva vinto le primarie del centrosinistra per la scelta del candidato presidente della Regione Sardegna per poi ritirarsi dopo le pressioni del suo partito, il Pd. Le elezioni, la primavera successiva, erano state vinte dall’attuale presidente della Regione, Francesco Pigliaru. La sentenza arriva nel giorno in cui è in Sardegna il segretario del Pd Matteo Renzi, sotto il cui governo Barracciu era stata sottosegretaria.
LA DIFESA: «DA PM NON UNA PAROLA IN DIRITTO»
Oltre alla condanna a 4 anni, per l’ex sottosegretaria Barracciu è scattata anche la sospensione dai pubblici uffici per lo stesso periodo. L’avvocato difensore Satta ha subito annunciato ricorso in appello, quando si potranno leggere le motivazioni del verdetto tra novanta giorni. «Dall’accusa non ho sentito una parola in diritto - ha detto il legale - questo è quello che accade a fare le cavie. Ora faremo appello».
«Questo è il primo tempo di una partita che ne ha tre», ha aggiunto Barracciu, «la strategia scientifica utilizzata dai miei difensori credo che varrà in seguito. Sono trascorsi quattro anni molto duri. Ho rinunciato, unica in Sardegna, alle cariche che rivestivo quando sono stata raggiunta dall’accusa di peculato». «Sono stata travolta politicamente in solitudine, questa cosa mi ha rafforzato molto e questa vicenda penso mi abbia anche fatto diventare una persona migliore. Con questa forza affronterò il secondo grado, certamente ora un po’ scossa. E non lo nascondo».
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