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Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
E adesso arriva anche l’incoronazione della Lega: «Alessandro Sallusti è uno dei possibili candidati a Milano – sostiene Matteo Salvini – A me piace come persona e professionista. Se è lui, noi ci siamo». Il futuro del direttore del Giornale, insomma, è in politica.
E visto che l’investitura è a un passo, blindata da un patto con Silvio Berlusconi, già si ragiona della successione alla guida del giornale di famiglia: ieri il senatore Augusto Minzolini, fresco di condanna per peculato e destinato alla decadenza da Palazzo Madama, firmava un editoriale in prima pagina. Un dettaglio che profuma d’indizio, anche se l’alternativa è di peso: Maurizio Belpietro.
La nuova avventura stuzzica Sallusti. Per questo il direttore, in vacanza a Londra con Daniela Santanché, non si sbilancia: «Sto ragionando con la coalizione per vedere se ci sono le condizioni. La decisione andrà presa in poche settimane». Entro una decina di giorni arriverà l’annuncio.
Santanché, intanto, ostenta un’insolita cautela: «Faccio il tifo per lui, ma quello che decide sono affari suoi, io non c’entro». Tutta pretattica, in realtà, perché per il via libera ufficiale Berlusconi attende solo l’esito di alcuni sondaggi commissionati su Sallusti. Arriveranno assieme ai rilevamenti demoscopici ordinati per sondare il gradimento di Giorgia Meloni a Roma. A Napoli, nel frattempo, anche il Pd si attrezza fissando le primarie per il 7 febbraio.
Non tutti, a dire il vero, la pensano come Berlusconi. Colombe come Paolo Romani e Giovanni Toti si oppongono al “falco” Sallusti. Incurante dei dubbi, il capo di FI fa il tagliando al partito e impone una serie di commissariamenti: Elisabetta Gardini in Trentino, Nunzia De Girolamo in Molise, Giuseppe Moles in Basilicata e, soprattutto, Gianfranco Micciché in Sicilia. Assieme al restyling, Berlusconi lancia una nuova escalation contro la magistratura.
La colpa? Aver richiesto il rinvio a giudizio nell’ambito del Ruby ter: «È il sessantaseiesimo attacco in ventun’anni. Se mi dovessero togliere di mezzo, Forza Italia scenderebbe sotto il 10%. Ma io resto in campo». E proprio per rosicchiare consensi, l’ex Cavaliere mette nel mirino i grillini: «Una banda di balordi», taglia corto.
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