CERCHIO TRAGICO – SI SPARA CON UN FUCILE GUIDO GHISOLFI, IL RE DELLA PLASTICA CHE GUIDAVA UN COLOSSO DA 3 MILIARDI DI DOLLARI L’ANNO – DOPO SERRA, ERA IL SECONDO MAGGIOR FINANZIATORE DI RENZI

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Franco Bechis per “Libero quotidiano

 

Una telefonata a casa, «ci vediamo a pranzo». Un colpo di fucile, e il corpo che resta nella Lexus su una stradina vicina a Carbonara Scrivia, nell'Alessandrino. Così è morto Guido Ghisolfi, 58 anni, re della plastica italiana, vicepresidente del gruppo Mossi & Ghisolfi, il secondo gruppo chimico italiano (fondato dal padre Vittorio) con un fatturato di 3 miliardi di dollari. Suicidio hanno detto sulle prime i carabinieri di Tortona che hanno preso in mano le indagini.

GUIDO GHISOLFI   GUIDO GHISOLFI

 

Ma non c'è un solo biglietto trovato fino a ieri sera a spiegare il gesto. E la famiglia che non vedendolo tornare a casa ha dato l'allarme, sembrava lontanissima da un gesto simile. Sono sconvolti, e come loro gran parte della politica italiana. Perché l’imprenditore piemontese era uno degli industriali italiani più vicini in ogni modo a Matteo Renzi e alla squadra con cui ha scalato il Pd.

 

È il secondo finanziatore della Fondazione Open di Renzi subito alle spalle del finanziere David Serra: con la moglie Ivana Tanzi Ghisolfi aveva versato man mano 125 mila euro alla corrente che avrebbe preso il Pd. Aveva finanziato anche il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, con cui aveva un rapporto stretto di amicizia. Ed era amico anche dell’attuale sindaco di Torino, Piero Fassino. Tutti renziani. Lo conosceva bene, ed era profondamente turbato ieri sera il tesoriere del Pd, Franco Bonifazi, che ha organizzato le cene di autofinanziamento di Renzi.

 

E in buoni rapporti con lui era pure Maria Elena Boschi, che lo aveva invitato alle varie Leopolde. Ghisolfi partecipò addirittura al Big Bang del 2011, dove Renzi era ancora in compagnia di Pippo Civati. E fu fra i protagonisti della Leopolda 2013, dove parlò di green economy con renzi che prendeva appunti su un tavolino e la Boschi su quello al suo fianco sul palco.

GUIDO GHISOLFI LEOPOLDA CON RENZIGUIDO GHISOLFI LEOPOLDA CON RENZI

 

L’industriale trovato ieri morto in quella Lexus aveva organizzato in Piemonte anche la vittoriosa scalata di Renzi al Pd nelle primarie 2013, e lui stesso si era fatto mettere nei manifesti di un incontro del 6 dicembre a Tortona dove il futuro premier si presentò insieme all’amico Ermete Realacci (un altro in rapporti strettissimi con Ghisolfi) e all’allora amministratore delegato di Novamont, Catia Bastioli, che poi Renzi avrebbe nominato presidente di Terna. La Mossi & Ghisolfi è stata fondata nel 1953 da Vittorio Ghisolfi, e lì ha mosso i primi passi nel settore della ricerca il figlio Guido dopo la laurea in ingegneria chimica conseguita presso il Politecnico di Torino.

 

È stato soprattutto grazie a lui che il gruppo è diventato leader nell’innovazione applicata al settore del Pet, dell'ingegneria e dei prodotti chimici rinnovabili derivati da biomasse non alimentari. Oggi la Mossi & Ghisolfi ha stabilimenti in Europa, negli Stati Uniti, in Sudamerica ed Asia, con un fatturato annuo di oltre 3 miliardi di dollari, 2.100 dipendenti ed oltre 100 ricercatori. È azienda leader sul mercato globale del poliesteri Pet: la produzione del gruppo è oggi 1,7 milioni di tonnellate annue.

 

CHIAMPARINO AL SALONE DEL LIBRO DI TORINOCHIAMPARINO AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO

Nel 2013 ha avviato la costruzione dello stabilimento di Corpus Christi, in Texas, il più grande al mondo per la produzione di Pet e Pta, un prodotto a base di particolari fluoropolimeri disciolti in miscela solvente. Nello stesso anno a Crescentino (Vercelli) è stato inaugurato un impianto in grado di produrre 75 mila tonnellate all’anno di bioetanolo generato con gli scarti delle produzioni agricole, paglia di riso e frumento, e canna dei fossi. Alla Leopolda andò e fu ripreso come tutti gli oratori, ma raramente Ghisolfi ha dato interviste.

 

Una rara e assai recente la concesse proprio parlando di politica a un sito Internet piemontese, Lo Spiffero, proprio alla vigilia delle ultime elezioni europee. Spiegò prima: «I politici che stimo ascoltano, s’informano, chiedono la nostra opinione sul da farsi, poi decidono in autonomia.

Piero Fassino Piero Fassino

 

Non ce ne sono molti. Ma ci sono». Poi Ghisolfi profetizzò: «ci sarà un forte endorsement popolare nei confronti di Renzi dal risultato delle elezioni europee. Certo bisogna lavorare perché si superi decisamente il trenta per cento e se possibile si arrivi al trentacinque. C'è bisogno che i nostri marines (così chiamava i ministri dell'amico Matteo, ndr) a Roma continuino a lavorare, a disboscare la burocrazia, a fare le riforme per far crescere il Paese».