DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
Sebastiano Solano per "Libero"
Definire «negra» una persona di colore non è razzismo. Con buona pace della Kyenge. Lo dice Libero? No, niente di più lontano. A sdoganare il termine, arrivando dove nemmeno il più integralista dei leghisti avrebbe potuto, è un personaggio al di sopra di ogni sospetto: Domenico Grispino, meglio noto per essere il marito del ministro dell'Integrazione Cécile Kyenge.
Ospite a La Zanzara - la fortunata trasmissione radiofonica, in onda su Radio 24, condotta da Giuseppe Cruciani - il signor Grispino, infischiandosene del politically correct caro a certa stampa di sinistra e, soprattutto,decisamente controcorrente rispetto al fondamentalismo pro-immigrati della moglie, senza giri di parole ha dichiarato: «La parola "negro" si può usare, basta che i toni non siano offensivi». Un stilettata che nemmeno il Borghezio più "ispirato". Ma non è finita.
Perché poco dopo, quasi a dimostrare quanto sia convinto di ciò che aveva appena detto, ha lui stesso usato il tanto vituperato termine («negra »), aggiungendo: «La Lega, tra l'altro, è stato il primo partito a candidare una negra». Un carico da undici che chissà di quanti metri avrà fatto sobbalzare dalla sedia la madrina del politicamente corretto per eccellenza, ossia Laura Boldrini, che di certo non mancherà di redarguire il signor Grispino, magari indicandolo al pubblico ludibrio per dichiarazioni contrarie alla morale pubblica, lei che della morale si è autoeletta paladina.
A ogni modo, sprezzante del pericolo, mister Kyenge ne ha avute anche per la presidente della Camera: «Boldrini? Preferisco la Pivetti, è stata brava, si è mossa bene. La Boldrini dovrebbe essere più asettica, ci vuole esperienza per quel ruolo». Come dire: tutto è, la Boldrini, tranne che imparziale. Touché. Quello del signor Grispino in Kyenge, comunque, non è il primo scappellotto rifilato alla moglie.
Il primo in assoluto, altrettanto eclatante, risale a qualche mese fa, quando a proposito del Carroccio - in un'intervista al settimanale Gente - aveva rivelato di aver votato Lega Nord alle ultime regionali: «Io non sono certo leghista», è stata la premessa, «ma dico che ci sono anche persone equilibrate come Luca Zaia o Flavio Tosi e che alle ultime regionali ne ho perfino votato uno: Gian Francesco Menani (l'attuale vice-sindaco di Sassuolo, ndr)».
Erano i giorni della fatwa mediatica Lega-Kyenge, con Calderoli che aveva paragonato il ministro dell'Integrazio - ne aun orango, polemicache infuocò il dibattito pubblico per settimane e finita poi con la parziale marcia indietro dell'ex ministro delle Riforme. Insomma, la vera opposizione il ministro Kyenge ce l'ha in casa, tra le mura domestiche: per un padre, ClementKyenge detto Kikongo,che nel Katanga dà vita a riti tribali per scacciare il demone che - sostiene - alberga in Calderoli, la Kyenge si ritrova a casa un marito senza peli sulla lingua, che si fa guidare dal buonsenso, anche se ciò significa andare contro le idee e le politiche perseguite dalla moglie. Ma quelle indirizzate alla Kyenge da parte del marito, a onor del vero, non sono solo bordate.
Sempre a La Zanzara, ritornando sul tema del colore della pelle e di quanto ciò abbia favorito la Kyenge nell'ottenere il ministero dell'Integrazione, il signor Grispino la difende a spada tratta, svelando un retroscena: «Cecile è ministro grazie a Livia Turco che l'ha segnalata a Bersani. Con la Turco si è occupata di integrazione per dieci anni».
Sarà , ma il dubbio che sia la classica nomina-spot, come del resto quello della Idem al ministero dello Sport e della Boldrini allo scranno più alto di Montecitorio, rimane. Comunque, chiunque consideri la Kyenge inadeguata al ruolo che ricopre, ora sa che la responsabilità prima ricade, oltre che su Bersani, anche sull'ex ministro Livia Turco.
kyenge Kyenge il difensore Angelo Ogbonna e lattaccante Stephan El Shaarawynazionale resize LAURA BOLDRINI CON IL FRATELLO UGODOMENICO GRISPINO
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