DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Candida Morvillo per il “Corriere della Sera”
Il 2020 del viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri alle prese con la pandemia è stato un anno di dispiaceri, culminato nella richiesta di dimissioni del segretario generale. Rabbia che arriva da lontano: «Quando ho avuto il Covid, mi ha fatto soffrire essere tagliato fuori», racconta al Corriere, «dal Cts non mi hanno mandato un verbale, un rapporto, niente. Eppure potevo lavorare, contribuire. Nei primi mesi la comunicazione è stata difficile. Provai a inserire una mia osservatrice e l'allontanarono, pare, addirittura, in quanto donna. Il segretario del ministero Giuseppe Ruocco, che doveva essere il trait d'union, era ed è spesso assente alle riunioni. È possibile non tenere aggiornato il viceministro? Ho dovuto scoprire dai Tg il primo caso di due cinesi positivi in Italia. Mi hanno costretto a leggere anche cento pagine in sede, vietandomi le fotocopie».
La genesi dello scontro è tutta fra le righe del libro Covid Segreto, edito da PaperFirst e scritto con Alessandro Cecchi Paone. Fra l'altro, vi si svela l'origine della «guerra dei virologi», col divulgatore scientifico che accusa che «il Cts nasce come centro di potere romanocentrico e maschilista» e il viceministro che aggiunge: «Formazione e gestione del Cts sono all' origine della rissosità fra infettivologi, virologi, epidemiologi».
È Cecchi Paone a chiarire quali segreti avrebbero carpito: «Uno mondiale e uno nazionale. Mi assumo io la responsabilità di rivelare quello nazionale: la costituzione del Cts. Avevamo già organismi di valore come l'Istituto superiore e il Consiglio superiore di sanità. Perché ne serviva un altro? La risposta è: per il potere di qualcuno».
PIERPAOLO SILERI GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA
Racconta Sileri che lui provò ad avere un Cts «più snello e con sottotavoli on demand di esperti di diversi territori e specializzazioni»: «Proposi Massimo Galli, mi fu detto no; Maria Rita Gismondo e mi fu detto no.
Ancora prima di Codogno, proposi Alberto Zangrillo perché aveva fatto la rete Ecmo e non fu coinvolto. Verso fine luglio, vedevo le liti in tv e chiesi di allargare anche ad Andrea Crisanti e altri. Dissi: così, se devono discutere lo fanno a un tavolo istituzionale. E mi sembrava essenziale introdurre clinici, specie del Nord dove avevano visto tanti pazienti. Da chirurgo spiegai che se devo operare qualcuno faccio un briefing con oncologo, radiologo, anestesista... e che se il paziente assistesse direbbe: grazie, non mi opero. Qualcuno si offese e pensò che volevo mandarlo via».
Il «segreto mondiale» ha a che fare con l'Oms, «all'inizio clamorosamente impreparata», accusa Cecchi Paone, precisando «lo diciamo per auspicare una Oms più forte».
andrea crisanti accordi e disaccordimaria rita gismondo al convegno dei negazionisti
Poi, c' è la storia del piano pandemico «vintage». Sileri svela che se n'era accorto subito: «Chiesi lumi ma, alla fine, mi arrivò direttamente la bozza del piano di maggio 2020». Nel libro, il viceministro dice di aver battuto spesso i pugni sul tavolo. Domanda: quando e perché? «Se rispondo, mi devo dimettere domani».
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