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Francesca Schianchi per “La Stampa”
PUTIN BERLUSCONI FIUMICINO
PUTIN BERLUSCONI FIUMICINO
«Inaccettabile follia persecutoria», protesta il capogruppo forzista al Senato, Paolo Romani. Una decisione «che fa accapponare la pelle» a Daniela Santanché, «palesemente abnorme» per Renato Brunetta e così grave da dover essere segnalata al Csm per «i provvedimenti del caso» secondo gli avvocati di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Francesco Paolo Sisto.
A fare insorgere praticamente l’intera Forza Italia, ieri, la decisione della Seconda sezione del Tribunale penale di Bari di disporre l’accompagnamento coattivo di Berlusconi come testimone nell’ambito del processo a carico di Gianpaolo Tarantini e altre sei persone per un presunto giro di escort nelle residenze dell’ex premier.
L’ex Cavaliere era stato convocato come testimone ieri per la terza volta, ma, in Russia in visita dal presidente amico Putin, non si è presentato. D’altra parte, gli stessi pm hanno più volte detto di ritenere superflua la sua presenza, e lui aveva già fatto sapere che, essendo imputato in un procedimento connesso, si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere.
Ma la richiesta di poterlo ascoltare è venuta da alcune parti civili: così, ieri, dopo una Camera di consiglio, il Tribunale ha disposto l’accompagnamento coattivo e fissato la prossima udienza per il 10 luglio.
Una decisione che, come prevedibile, fa infuriare i legali dell’ex premier:
«Disporre l’accompagnamento coattivo nei confronti di un teste che dichiara di essere disponibile per l’udienza immediatamente successiva appare decisione del tutto contraria alle norme previste dal codice», dicono Ghedini e Sisto, convinti che sia «surreale» ritenere «non provato» l’impedimento a presentarsi ieri, visto che è stata prodotta «una lettera autografa attestante l’impegno internazionale a seguito dell’invito» di Putin, «una attestazione a firma di un parlamentare» sulla «sussistenza dell’incontro», e che giornali e tv ne hanno ampiamente parlato.
La lettura che di questa decisione danno in coro vari parlamentari azzurri è che «continua quell’accanimento giudiziario che ha sempre contraddistinto le vicende» di Berlusconi, come lamenta Deborah Bergamini: una «deriva giustizialista», secondo la Santanché, «che mira a eliminarlo politicamente».
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