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DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER…
Marco Sodano per www.lastampa.it
Marine Le Pen copia Fillon? Di più: lo riprende parola per parola. Il sito fillonista Ridicule.tv ha messo in rete un passaggio (lungo circa due minuti) di un’arringa pubblica della Le Pen, sottolineando che il discorso pronunciato da Marine a Villepinte per il primo maggio, in quel punto, è del tutto identico a un altro discorso, pronunciato da Fillon il 15 aprile. I due brani sono finiti in rete, il caso ha immediatamente incendiato le coscienze elettroniche del Paese: d’altra parte è ancora fresco il ricordo di Melanie Trump, accusata di essersi ispirata un po’ troppo a un discorso di Michelle Obama.
Come se non bastasse, contro la candidata del Front ci si mettono pure gli eredi di Charles de Gaulle: «Ora basta». A tre giorni dall’alleanza tra Marine Le Pen e il sedicente candidato «gollista» Nicolas Dupont-Aignan (Debout la France) Ii parenti intervengono con un testo intitolato «Ora basta!». A parlare è Yves De Gaulle, 65enne, nipote del Generale ed ex consigliera alla Corte dei Conti, che ricorda che l’azione e i valori del nonno «appartengono alla storia, vale a dire a tutti quanti».
«In questa campagna elettorale in cui si è parlato di cose assai poco essenziali, chi si allea o difende il lato oscuro della Francia abbia almeno il coraggio di assumerlo senza nascondersi. E soprattutto non si nasconda dietro al pretesto di un sedicente gollismo! Certe cose non andrebbero dette. Vergogna a chi dimentica, o peggio, snatura il messaggio» di Charles de Gaulle. Pur senza citare il suo nome, Yves de Gaulle, si riferisce chiaramente a Dupont-Aignan, che nei giorni scorsi ha accettato di allearsi come Marine Le Pen in cambio di una poltrona da primo ministro.
Quanto al discorso, i temi che - evidentemente - uniscono Le Pen e Fillon sono quelli cari alla destra francese. A partire dagli accenni alla «geografia della Francia» e alle «frontiere terrestri: i Pirenei, innanzitutto, che portano la Francia in questo immenso mondo ispanico e latino.
La frontiere delle Alpi, verso l’Italia nostra sorella e, al di là, l’Europa centrale, balcanica e orientale» per arrivare all’omaggio alla lingua patria: «se si impara la nostra lingua, talvolta con grande fatica, in Argentina o in Polonia, se esistono liste d’attesa per iscriversi all’Alliance francaise di Shanghai, di Tokyo, di Città del Messico, o al liceo francese di Rabat o di Roma, se Parigi è ancora la prima destinazione turistica mondiale, è perché la Francia è di più di una potenza industriale, agricola o militare».
Subito si sono scatenati i complottisti, ipotizzando una manomissione, di un colpo basso, o di un’incredibile svista. Lo staff della Le Pen - in particolare il suo vice Florian Philippot - ha riportato la cosa a dimensioni più terrestri, spiegando invece che i cenni sono voluti e che si tratta semplicemente di una «strizzatina d’occhio fatta di proposito a un passaggio emozionante di un discorso sulla Francia». L’era digitale non perdona i plagiatori: troppo facile inserire un testo dentro Google e scoprire se qualcuno l’ha già usato. E altrettanto facile prevedere che, appena un politico dice la sua, c’è qualcuno pronto a far ruggire i motori di ricerca.
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