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Paolo Conti per il "Corriere della Sera"
Il ragionamento di fondo di Viale Mazzini è il seguente: si presume che chiunque possieda un televisore deve pagare il canone Rai poiché si tratta di una tassa di possesso di un apparecchio ricevente. A maggior ragione il discorso vale per gli abbonati Sky che possono ricevere i programmi Rai nella loro offerta. Ma quanti sono gli abbonati a Sky (in tutto circa 4.800.000) che pagano ciò che devono alla tv satellitare di Murdoch e invece non versano il canone a Viale Mazzini?
Per scoprirlo l'ufficio legale Rai ha approntato uno studio (chiamato in codice a Viale Mazzini «Skyfall», nemmeno tanto ironicamente) che prevede il coinvolgimento dell'Agenzia delle Entrate. La quale riceverebbe un invito molto chiaro da parte della tv pubblica: sovrapporre gli elenchi di chi paga per Sky a quelli che versano la loro quota per la Rai e individuare gli evasori. Non sarebbe in questo caso una pratica banale perché, trattandosi dell'Agenzia delle Entrate e di fatto di una tassa, scatterebbe un accertamento fiscale. Pratica assai temibile per molti italiani.
Tutto nasce dalla sentenza del Tar del Lazio del luglio scorso che ha dichiarato illegittimo l'oscuramento di una parte della programmazione su Sky. Lo aveva deciso accogliendo il ricorso proprio di Sky contro la delibera Agcom che regolamentava la pratica. Secondo il Tar la mancata trasmissione di alcuni programmi da parte della tv di Stato prefigura una violazione degli obblighi di servizio pubblico previsti nel contratto di servizio, che a sua volta prevede che la Rai debba fornire la programmazione di servizio pubblico a qualsiasi piattaforma distributiva, a patto però che garantisca l'accesso gratuito ai telespettatori alla programmazione.
L'attrito Sky-Rai è antico. Nel 2009 la Rai, sotto la direzione generale di Mauro Masi, non rinnovò il contratto con la tv di Murdoch per la cessione dei propri canali su quella piattaforma, rinunciando a 350 milioni di euro di entrate in sette anni. Costituì così la piattaforma Tivùsat con Mediaset e La7. Ma anche quella scelta è stata contestata dal Tar del Lazio e definita «un aiuto di Stato illegittimo che genera una distorsione della concorrenza a beneficio degli azionisti di Tivùsat» e un vantaggio «di rilevanza economica nei confronti di soggetti terzi rispetto al concessionario pubblico», cioè appunto Mediaset e La7.
Secondo l'ufficio legale della Rai, che ha presentato un ricorso al consiglio di Stato (l'udienza è già stata fissata per febbraio) stando alla normativa in vigore, la cessione gratuita riguarda solo gli utenti in regola col canone di Viale Mazzini.
Bisognerà ora vedere sia le reazioni ulteriori di Sky sia l'esame della sentenza del Tar da parte del Consiglio di Stato. Una cosa è però sicura. La Rai diretta da Luigi Gubitosi sembra aver dichiarato molto seriamente guerra all'evasione del canone, ormai prossima ai 560 milioni annui, con una media del 20% di evasori nazionali e punte anche superiori al 40% nel Sud. Uno dei campi di battaglia sarà il satellite di Sky con quasi 4.800.000 abbonati.
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