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FARE SOLDI E NON LA GUERRA! LA DIPLOMAZIA “CASH AND CARRY” DI TRUMP NON E’ UN INEDITO PER GLI USA: FU UTILIZZATA ANCHE DA ROOSEVELT CON CHURCHILL DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE – LA STRATEGIA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA ALTERNA PRESSIONE MILITARE E ACCORDI COMMERCIALI PER RIDEFINIRE L’ORDINE MONDIALE - LA DIFFERENZA CON I PAESI EUROPEI CHE INVECE ESITANO ANCORA DI FRONTE ALLA DECISIONE DI PUNTARE SU UN MASSICCIO RIARMO DELLA GERMANIA, UNICO PAESE EUROPEO AD AVERE I MEZZI PER SOSTENERLO…

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Traduzione da Financial Times - Paver Krejci

 

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James Politi sostiene che Donald Trump abbia immesso nella politica estera statunitense uno spirito "transazionale", osservando che quasi tutti gli impegni della Casa Bianca ora contengono una componente di negoziazione. Eppure, il principio del "cash and carry" del 1939 dimostra che questo approccio non è né inedito né, in verità, insolitamente severo.

 

Nel 1939 e nel 1940, mentre la Gran Bretagna combatteva per la propria sopravvivenza contro la Germania nazista, gli Stati Uniti – nazione cugina della Gran Bretagna, che condivideva lingua, cultura e secoli di storia intrecciata – chiesero pagamenti anticipati e concessioni territoriali in cambio di assistenza. Queste concessioni furono formalizzate nell'accordo "cacciatorpediniere in cambio di basi" del 1940: 50 vecchi cacciatorpediniere della Marina americana in cambio di contratti di locazione per 99 anni su basi da Terranova e Bermuda alle Bahamas, alla Giamaica, alle Piccole Antille e alla Guyana Britannica (ora Guyana).

franklin delano roosevelt

 

In combinazione con le norme sul cash-and-carry, l'accordo spinse la Gran Bretagna sull'orlo della bancarotta e costrinse al passaggio al programma Lend-Lease, che rimase tutt'altro che gratuito. L'approccio "transazionale" – che ora si dice sia brutalmente applicato da Trump, nel caso dell'Ucraina, a un paese con cui gli Stati Uniti non condividono alcun legame storico – fu applicato in modo ancora più spietato sotto Franklin D. Roosevelt al più stretto alleato dell'America nel suo momento di difficoltà esistenziale. Non è un'anomalia, ma l'archetipo della diplomazia statunitense.

 

 

LA DIPLOMAZIA DI TRUMP

Stefano Mannoni per Mf – Milano Finanza - Estratti

Leggendo il titolo dell’articolo del Financial Times «The cash-and carry principle of US diplomacy» ci si potrebbe aspettare di trovarsi di fronte alla ormai classica geremiade contro la rozzezza bottegaia della concezione di Donald Trump delle relazioni internazionali. E invece, sorpresa: l’autore, Paver Krejci, ricorda correttamente che a inventarlo è stato nientemeno che Franklin Delano Roosevelt.

 

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Quando l’Inghilterra era con l’acqua alla gola e gli Usa erano ancora neutrali, la vendita di cinquanta vecchie cacciatorpediniere a Churchill che ne aveva disperato bisogno per contrastare gli U-Boot dell’ammiraglio Donitz, non solo avvenne a fronte del pagamento immediato, ma fu accompagnata anche dalla concessione per novanta anni di basi alla marina americane in zone strategiche che spaziavano da Terranova alle Bermuda.

 

(...)

Grossolana quanto si vuole, ma la diplomazia di Trump qualche risultato lo sta dando perché il presidente americano si è assunto in pieno le sue responsabilità, mettendo nel conto anche il rischio di fallimento.

 

Gli europei invece esitano ancora di fronte alla indispensabile decisione di puntare su un massiccio riarmo della Germania, unico Paese europeo ad avere i mezzi per sostenerlo.

 

La verità è che gli europei sono stati abituati per troppo tempo alla perfetta cortesia e all’impeccabile stile di segretari di Stato iconici come Dean Acheson o Dean Rusk e, per venire a tempi più recenti e a noi noti, Nicky Vreeland, l’uomo della Cia a Roma al tempo di Francesco Cossiga, figlio nientemeno della regina incontrastata dell’alta moda americana Vanessa Vreeland.

FRIEDRICH MERZ URSULA VON DER LEYEN

 

Decisamente altri tempi, e sarebbe chiedere troppo a Trump, che è stato tenuto a balia dal terribile avvocato newyokese Roy Cohn, celebre per la sua spregiudicatezza, che aveva esordito come consulente legale del famigerato senatore Joseph McCarty, di trasformarsi in un John Jay, il primo grande diplomatico della nobile schiatta di Washington.

Va detto però che qualche sopravvissuto di questa augusta stirpe era presente nell’amministrazione Biden.

 

Mi riferisco al potentissimo capo della Cia William J. Burns, diplomatico di lungo corso e ambasciatore a Mosca che, prima di assumere l’incarico di superspia, aveva pubblicato un magnifico libro The Back Channel. A Memoir of American Diplomacy and the Case for its Renewal (Random House, 2019).

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(...)

Quindi gli europei (...) sono chiamati a compiere ogni sforzo per assecondare l’impegno americano nella Nato, unica organizzazione che contemplando anche la presenza dell’efficiente esercito britannico, oltre ovviamente l’ombrello americano, può essere l’alveo del riarmo.