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A. Cuz. per "La Repubblica"
Sui palchi del Friuli, da Udine a Trieste, e ancora ieri, in conferenza stampa a Roma, Beppe Grillo non fa che ripetere: «Tutti parlano di legge elettorale, ma ci si può mettere d'accordo in un attimo: i tre gruppi principali si riuniscono e abroghiamo il Porcellum». E ancora: «Ci mettiamo mezz'ora, poi andiamo a votare con la legge che c'era prima».
Peccato che il 9 aprile il senatore pd Stefano Esposito abbia inviato un'email al capogruppo dei 5 stelle al Senato Vito Crimi. «Gentile presidente Crimi, le invio la proposta di legge "Abrogazione della legge 21 dicembre 2005 in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica".
Con la presente le chiedo di valutare la possibilità di sottoscrivere questo ddl, in modo da rispondere in modo rapido alla richiesta di cambiamento che arriva dai cittadini italiani». La lettera - che Repubblica ha potuto visionare - si conclude con un invito: «Mi permetto di chiederle di inoltrare, se lo riterrà , ai senatori del suo gruppo la mia richiesta. Nel ringraziarla per l'attenzione, le auguro buon lavoro ». Dopo solo tre ore, Crimi risponde: «Stiamo elaborando un nostro progetto di legge elettorale compiuto e completo, non riteniamo che la semplice cancellazione del porcellum sia un passo utile».
Sarà per questo che alla Città dell'altra Economia a Testaccio, ieri, al cronista che gliene chiedeva conto, Beppe Grillo non sapeva bene cosa dire. Le parole del capogruppo sono l'esatto opposto di quelle che pronuncia da giorni.
Secondo il capo politico del Movimento basta mezz'ora, e si avrà una legge migliore. Per Crimi non è così. Alla fine ha risposto lui: «Noi abbiamo già depositato il disegno di legge Parlamento pulito che prevede il ripristino delle preferenze, l'incandidabilità dei condannati e il limite dei due mandati. Poi, con i ragazzi che faranno parte delle commissioni Affari Costituzionali, stiamo lavorando su una legge che vada oltre il porcellum e il mattarellum. Perché se abroghiamo la legge attuale, si torna a quella precedente, che non ci piace».
Ma qual è il modello che ha in testa il Movimento 5 stelle? «Stiamo studiando i sistemi di tutti i Paesi del mondo, dall'Australia all'Ungheria all'Ucraina, cerchiamo di capire come funziona altrove per copiare, e prendere il meglio di ciascuno».
Giorni fa, il capogruppo era stato più preciso: «Quello che piacerebbe a me è un uninominale corretto in maniera proporzionale, in cui ogni piccolo collegio ha il suo candidato, ma poi c'è un sistema per cui aggiungi un tot di deputati e senatori in base ai voti raccolti da ciascun partito. E poi, vorremmo abolire il finanziamento pubblico. Ci stiamo lavorando insieme alla Rete. Noi facciamo così».
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