ARRESTATO UN PAPA, NON SE NE FA UN ALTRO - ENZO CARRA È “ASSALITO DA ATROCE RIMORSO”. AVENDO VOTATO SÌ ALL’ARRESTO ENTRAMBE LE VOLTE SI CHIEDE: “PERCHÉ IL POVERO DEPUTATO NAPOLETANO DEVE PAGARE ANCHE PER GLI ALTRI?” - CI SCRIVE LA SORELLA DI ALFONSO PAPA: “A COSA SERVE TENERE IN PRIGIONE UN CITTADINO INCENSURATO E PERCHÉ ALTRE PERSONE COINVOLTE NELL’INDAGINE HANNO BENEFICIATO E GODONO DI TRATTAMENTI DIVERSI?”…

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1 - CARRA, PERCHE' MILANESE NON È IN CARCERE COME PAPA?
(ANSA)
- 'Milanese ce l'ha fatta. Il 'no pasaran' di Berlusconi questa volta ha avuto effetto. Milanese si e' salvato, a differenza di Papa. La Lega, i cui voti erano stati determinanti per spedire a Poggio Reale il povero Papa, oggi ha blindato l'ex collaboratore di Tremonti. Noblesse oblige! Chi come noi, ha votato a favore dell'arresto di Papa ed oggi per quello di Milanese, e' assalito da un atroce rimorso e si chiede perche' il 'povero' deputato napoletano deve pagare anche per gli altri?'. Lo afferma il deputato dell'Udc Enzo Carra.

2 - LETTERA DELLA SORELLA DI ALFONSO PAPA: A COSA SERVE TENERLO IN PRIGIONE?
Riceviamo e pubblichiamo:

Caro Dago,
sono trascorsi ormai due mesi da quel 20 luglio, giorno in cui la Camera dei Deputati autorizzando l'arresto ha determinato l'inizio della "galera", come già qualcuno in parlamento aveva rumorosamente invocato ancor prima del voto, per il Deputato Alfonso Papa, coinvolto nell'inchiesta sulla presunta P4.

Tralasciando l'eccezionalità dell'autorizzazione parlamentare per presunti reati non di sangue e di quanto sia stato evidente l'opportunismo politico dietro quella decisione degli "Onorevoli" colleghi, mi preme sottoporre alcune considerazioni personali, non come sorella dell'On. Papa, ma come cittadina.

Non è mia intenzione entrare nel merito delle presunte accuse delle quali Alfonso Papa, ex collega dei pm titolari dell'inchiesta, darà conto in processo, tuttavia ritengo doveroso porsi alcune domande cui fatico a trovare valide risposte, visto che ieri gli si è nuovamente negata la possibilità di uscire dal carcere e di beneficiare degli arresti domiciliari nel silenzio della stampa impegnata a dare spazio alle ennesime acrobazie di parte della classe politica che cerca di giustificare la propria volubilità garantista o giustizialista a seconda della convenienza del caso.

A cosa serve tenere in prigione un cittadino incensurato, prima ancora che un magistrato ed un parlamentare che, se lo avesse voluto, avrebbe potuto inquinare prove o fuggire nella lunga agonia che ha preceduto la sua sospensione dalle commissioni parlamentari e dalla Magistratura, nonché la sua volontaria consegna alle autorità competenti?

I medesimi presupposti per l'applicazione di una tale misura cautelare non sono stati ravvisati anche in capo altre persone coinvolte nell'indagine che hanno beneficiato e godono di trattamenti diversi?

Perché non consentirgli di affrontare il processo come si converrebbe stante l'evidente assenza di pericolosità sociale e pubblica ?

Perché non si tiene conto della dignità (a differenza di altri) testimoniata dal suo comportamento che lo hanno portato da subito a costituirsi in carcere?

Che significato ha in tali fattispecie la custodia cautelare se non un'assurda forzatura dello stato di diritto?

Sono sicura che il tempo darà ragione della verità e che Papa potrà nelle sedi giuste affermare le sue ragioni ma, nel frattempo, la permanenza forzata in carcere sembra assumere sempre di più le tinte fosche di un'espiazione preventiva di un presunto colpevole più che di un presunto innocente nel tentativo di colmare lo scollamento odierno tra la gente comune e l'attuale classe politica.
Daniela Papa


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