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VINCINO SU BERSANI DALEMA E DERIVATI MONTEPASCHI
La Roma che conta (o finge di contare) è in agitazione. Tutti incontrano tutti. Sinistri vedono destri. Manager alle prese con faccendieri di varia natura. Lobbisti scatenati. Non si sa mai, non bisogna lasciare nulla di intentato. Come se, a breve (forse a brevissimo), dovesse arrivare una notizia alla quale tutti vogliono essere pronti.
Gli argomenti trattati in questi conciliaboli che si svolgono in meno di un chilometro quadrato vanno dalla riforma dell’Italicum, al referendum, alla data delle possibili elezioni anticipate. A scatenare l’atmosfera, una data: il 29 luglio.
Entro quel giorno, Padoan ed il desaparecido La Via devono trovare una soluzione per il Monte Paschi. Per quel giorno, la Bce diffonderà i dati su una cinquantina di banche europee. E se Siena non passa l’esame (ed al momento è palese a tutti che non lo passa) potrebbe diventare la scintilla per innescare oscuri presagi sul governo; anche prima di una vittoria del “no” al referendum.
Per questo, Renzi pungula quotidianamente il ministro dell’Economia affinchè negozi una soluzione per la ricapitalizzazione dei Mps. Prima, ovviamente, del 29.
Riuscirà Padoan a convincere Commissione e Germania sulla necessità di chiudere un occhio su un intervento pubblico (più o meno camuffato) sul Monte?
Al momento, le possibilità sembrano ridotte al lumicino. Ma i negoziati proseguono. E mai come in questi giorni anche gli occhi di chi non ha mai visto un listino di Borsa sono sulle quotazioni azionarie. Come se la sopravvivenza di Renzi fosse agganciata a queste.
Matteuccio nostro continua ad essere fiducioso di una soluzione positiva. E non può non esserlo: se Bruxelles dovesse non concedere le deroghe chieste dall’Italia al “bail in”, migliaia di piccoli risparmiatori senesi perderebbero 5 miliardi di euro, sottoscritti con le obbligazioni subordinate.
E difficilmente una provincia “rossa” come quella del Palio voterebbe a favore del referendum Pd. Soprattutto se Renzi non trova la soluzione per difendere 5 miliardi di risparmi.
Ma se entro il 29 luglio prossimo non viene individuata una soluzione favorevole a Mps, chissà se quel referendum costituzionale si farà mai. Il Palazzo è in agitazione...
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