DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Niccolò Carratelli per “la Stampa”
Lo accusano di essere passato dal ruolo di fondatore a quello di guastatore, ma per Renato Soru «chi sta mandando in frantumi il Pd è a Roma, sono quelli che si consegnano ai 5 stelle e impongono le candidature dall'alto». L'ex presidente della Regione Sardegna assicura che tornare in campo non era nei suoi piani, «ma non potevo assistere a un dibattito politico morto[…]».
Voleva le primarie, ma non le hanno volute fare.
«Perché i 5 stelle non volevano. Quando ho detto ai dirigenti locali del Pd che ritenevo intollerabile una candidatura imposta in questo modo, loro hanno avviato un tavolo finto […] Una messinscena […]».
Lo ha detto anche a Elly Schlein?
«Certo, ho parlato personalmente con la segretaria, che penso sia stata mal consigliata dal suo responsabile Enti locali. […] Schlein è stata eletta con le primarie, peraltro iscrivendosi al Pd un mese prima, per poi tradire una regola insita nella nostra tradizione politica».
La strategia è costruire dal basso la futura alleanza con i 5 stelle, cercando di chiudere accordi a livello locale. Sbagliata?
«Totalmente sbagliata. È una prospettiva che guarda a quello che dovrebbe succedere tra quattro anni, ma se continua così al 2027 il Pd ci arriverà già morto, con il Movimento 5 stelle egemone del campo progressista. Vedo troppa pazienza da parte di Schlein di fronte alle tante furbizie e contraddizioni di Conte. Prenda Todde, ad esempio».
Ecco, prendiamo Alessandra Todde, ex vicepresidente M5s e candidata alla presidenza della Sardegna anche per conto del Pd. Cos'ha che non va?
«A parte il fatto che doveva accettare di affrontare le primarie, […] penso solo che sia una candidatura perdente per come è nata. […] Todde era stata eletta in Parlamento, candidata in un collegio della Lombardia, e ora viene a chiedere i voti per fare la presidente della Sardegna, senza dimettersi da Montecitorio. […]».
[…] ruberà voti a Todde, rischiando di favorire la vittoria della destra...
«Io non la vedo così, tanti nel Pd non avrebbero comunque votato per Todde. C'è un bel pezzo del Pd sardo, ma anche nazionale, che non vede di buon occhio un'alleanza con il Movimento […] Molti hanno percepito questa decisione come una resa […]».
[…] Però, perdoni la battuta, non la votano nemmeno i parenti: sua figlia Camilla si candida con il Pd e sostiene Todde. Dispiaciuto?
«[…] Camilla è impegnata in politica da quattro anni, è giusto che sia libera di fare le sue scelte e le voglio bene anche quando sbaglia, come in questo caso. Mi dispiace se resterà delusa, un padre si augura sempre il successo per i propri figli». […]
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