SOTTO-MARINO ALL'ATTACCO - IL CDA DI ACEA PRENDE TEMPO SULL'ASSEMBLEA PER L'AZZERAMENTO DEL CONSIGLIO CHIESTO DA MARINO. MA IL SINDACO NON CI STA E PORTA LA UTILITY IN TRIBUNALE

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Francesca Basso per il "Corriere della Sera"

La notizia è arrivata a Borsa chiusa: la guerra del sindaco di Roma Ignazio Marino al consiglio di amministrazione di Acea è finita in tribunale. Data dell'udienza il 2 aprile, mercoledì prossimo. Il Campidoglio, che è socio di maggioranza con il 51%, ha fatto ricorso nei giorni scorsi perché l'assemblea di Acea «richiesta il 3 marzo non è stata convocata».

Nel ricorso l'avvocato Gianluigi Pellegrino denuncia «il comportamento omissivo e dilatorio tenuto dal consiglio» di Acea e chiede «la convocazione senza ulteriore ritardo dell'assemblea richiesta», con all'ordine del giorno la riduzione dei compensi e del numero dei componenti del consiglio di amministrazione e la nomina di nuovi vertici. La mattina del 25 marzo, all'indomani del board che si era tenuto per discutere delle richieste del Campidoglio, Acea ha però inviato al sindaco Marino una lettera con cui informa il primo cittadino dell'avvenuta convocazione per il 5 giugno dell'assemblea della multiutility.

Nella lettera Marino viene informato della deliberazione, con la precisazione che l'ordine del giorno sarà deciso e comunicato entro e non oltre il 2 aprile, e terrà conto delle ulteriori precisazioni che lo stesso Marino vorrà fornire in merito alle richieste su riduzione degli stipendi e del numero dei componenti del consiglio.

La data del 5 giugno deve essere stata considerata troppo lontana da Marino. Nel ricorso si fa notare che cade dopo le elezioni europee di fine maggio. Troppo tardi, come sostiene qualcuno, per incassare il dividendo politico della riduzione del board e del taglio dei compensi. Nel ricorso presentato dal Campidoglio si segnala la violazione dell'articolo 2367 del codice civile, che impone che l'assemblea richiesta dal socio sia convocata e si svolga senza ritardo.

Inoltre, l'omissione e il ritardo del consiglio nell'adempiere alla richiesta del socio di maggioranza, sostiene ancora il Comune, sono stati diffusamente letti come funzionali a far sì che l'assemblea si tenga dopo le elezioni europee. Si tratta di profili, è scritto ancora nel ricorso, che da un lato aggravano la violazione di legge posta a tutela degli interessi della società e del mercato e dall'altro ulteriormente evidenziano il danno alla società e al socio di maggioranza che l'omissione e il ritardo da parte del consiglio sta provocando.

La situazione è delicata. Investitori e mercato stanno osservando con attenzione le mosse del sindaco, che non sono state apprezzate dai soci privati. Se il gruppo Caltagirone (16,3%) per il momento sta alla finestra, i francesi di Suez Environnement (12,4%) nei giorni scorsi hanno lasciato trapelare un forte malessere, arrivando a minacciare azioni legali: difendono il board, considerati i risultati positivi ottenuti dall'amministratore delegato Paolo Gallo.

Il fatto è che lui come il presidente Giancarlo Cremonesi sono stati scelti dall'ex sindaco Gianni Alemanno poco tempo prima delle elezioni che hanno visto la vittoria di Marino. Anche l'assemblea capitolina non ha preso bene le mosse del sindaco. Adesso la parola spetta al tribunale.

 

 

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