DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Simona Poli per "la Repubblica"
Un finto Obama, una città poverina. «Poverina? Noi ci abbiamo il David e Marchionne la Multipla, chi sta messo peggio?». Su Twitter le battute al vetriolo si rincorrono. «Entrano più turisti in un bar di Firenze in un giorno che in una concessionaria Duna in un anno, altro che piccoli e poveri, qualcuno lo svegli». Firenze non ci sta, le reazioni alle parole dell'amministratore delegato Fiat inondano i social network per tutto il giorno, con qualche incursione di studenti americani innamorati di Firenze: «Obama qui ci vivrebbe alla grande», commenta Thomas, 22 anni, appassionato d'arte.
«Quando ha detto "è piccola e povera" parlava davvero di Firenze o era il nuovo slogan per la Punto? », scrive su Twitter il regista Leonardo Pieraccioni. Lo seguono in centinaia, gettonatissima la Duna. «Saremo piccoli e poveri però a noi una cosa come la Duna non ci sarebbe mai venuta in mente».
Umberto Viliani, presidente di Mcl, va più in profondità : «Con questa uscita Marchionne mostra per intero il suo spessore, perché la povertà non è una scelta ma una condizione. A differenza, per esempio, della disonestà ». Lo stesso Renzi su Facebook commenta: «Marchionne è liberissimo di pensare che io non sia un politico capace. Ma prima di parlare di Firenze, città che ha dato al mondo genio e passione, faccia la cortesia di sciacquarsi la bocca, come diciamo in riva d'Arno».
Si scalda persino il cardinale Giuseppe Betori, abitualmente refrattario alle uscite mediatiche: «Come arcivescovo non intendo entrare in schermaglie fra personaggi pubblici ma la città di Firenze mi sta a cuore e da questo punto di vista dico che mi meraviglio che ci sia ancora qualcuno che pensa che le uniche ricchezze debbano essere quelle materiali», dice a Radio Toscana. In veste di assessore alla Cultura della Provincia di Firenze Carla Fracci manda un messaggio chiaro a Marchionne: «Povero in realtà è lui», dice. «Firenze è una città che sprizza cultura e la cultura è necessaria a vivere».
Se il vicesindaco Dario Nardella ricorda che Marchionne «paga le tasse in Svizzera», il parlamentare del Pdl Gabriele Toccafondi suggerisce all'ad Fiat di «togliersi il golf e mettersi giacca e cravatta quando parla di Firenze» e lo invita a Firenze «e usare gli occhi per vedere quanto Firenze sia ricca e bella e quanto abbiano fatto i nostri antenati».
Il presidente della Toscana Enrico Rossi, bersaniano di ferro, stavolta si schiera con Renzi: «Mi sembra che spesso Marchionne parli a sproposito», dice, «e questa è una riprova. Del resto io non mi ero mai fatto abbindolare dalle sue promesse di investimenti miliardari in cambio di qualche ora in più di lavoro degli operai. Io non ho avuto bisogno di cambiare idea».
Persino Rosy Bindi, toscana di Sinalunga, si sente in dovere di spezzare una lancia a favore di Firenze, pur tenendola ben distinta da Renzi: «à una gran bella città e non merita di finire nel tritacarne delle strumentalizzazioni politiche in cui la trascina una fuorviante identificazione con il suo sindaco».
Sarcastico lo storico medievalista Franco Cardini: «Non bastano il pullover o la barba poco curata per fare di un personaggio un esponente della classe dirigente e intellettuale», lo avverte. «Il suo è un commento indispettito di un personaggio che è molto sicuro di sé e che in altri momenti ha dato prova di arroganza, di scarsa sensibilità e di una certa ignoranza. Non so quali titoli di studio siano in possesso di Marchionne. Sicuramente sarà dottore, in Italia lo siamo tutti. Mi pare che il personaggio sia piuttosto di basso profilo».
Qualche parlamentare la butta sul ridere. «Pazzi di gioia i concessionari Volkswagen, Opel e Toyota di Firenze dopo l'uscita di Marchionne», twitta Roberto Della Seta, senatore ambientalista del Pd. Ed Enrico Letta, pisano di origine, gioca sui conflitti tra campanili: «Mi sa che adesso Marchionne può aspirare alla cittadinanza onoraria di Pisa...».
2- L'EREDE DELLA DINASTIA GUCCI: "MARCHIONNE NON HA TUTTI I TORTI"
(Adnkronos) - "Marchionne si e' espresso con toni un pochettino bischeri, come si direbbe a Firenze, ma non ha tutti i torti nel dire che la citta' si e' impoverita e degradata". Lo ha dichiarato Guccio Gucci, erede della dinastia Gucci e azionista della societa' 'To Be G', che dal 2008 produce borse di lusso e accessori in pelle cuciti a mano secondo l'antica tradizione toscana.
L'imprenditore fiorentino, pur condannando i toni 'eccessivi' di Sergio Marchionne, accusa il sindaco Renzi di "avere completamente abbandonato la citta' a se stessa, lasciandola in balia di kebab, ambulanti irregolari e orde di turisti rumorosi e molesti che invadono un centro storico che rischia, in questo modo, di perdere il primato dell'orgogliosa tradizione artistica italiana che l'ha reso unico e famoso nel mondo".
"Con un centro storico ad alto tasso di criminalita' e con un'identita' sempre piu' a rischio, Firenze e' cosi' vittima - secondo Guccio Gucci - di un turismo che poco aiuta per il rilancio internazionale di cui avrebbe bisogno la citta'". "Firenze e' una citta' grande a prescindere dai metri quadrati e ricca per quello che e', per quello che e' stata e per cio' che rappresenta.
Ma - conclude amaro l'imprenditore fiorentino - e' una citta' sporca, trasandata, abbandonata, piena di tutto cio' che 'non e'' Firenze. Meriterebbe molto di piu' per la sua storia, l'arte, la cultura. Cosa penso di Renzi? Forse avrebbe bisogno di una tirata d'orecchie: dovrebbe curarla meglio, questa grande e bellissima citta', invece di impegnarsi a fare il futuro premier. Ha ridotto Firenze all'abbandono piu' completo e impoverita, in questo Marchionne ha ragione".
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