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Paolo Mastrolilli per "la Stampa"
L' Italia non cresce più da vent'anni perché ha perso l'etica del lavoro e la capacità di innovare. Questa accusa, lanciata dal Nobel Edmund Phelps, ha trasformato in un duello la conferenza Italy and the world economy, promossa dalla Banca d'Italia alla Columbia University di New York. L'occasione era presentare la ricerca di Gianni Toniolo sulla storia dell'economia del nostro paese nei 150 anni d'unità . L'Italia ha avuto successo per un secolo, crescendo a ritmi più elevati del resto d'Europa dalla fine dell'Ottocento fino al 1992. Poi qualcosa si è inceppato. L'obiettivo della conferenza era capire cosa, e come ripartire.
Secondo Phelps abbiamo perso l'etica del lavoro. Lo dimostrano, ad esempio, le lacrime del ministro Fornero: «à imbarazzante vedere sulle prime pagine dei giornali le foto di una donna piangere per l'aumento dell'età pensionabile. C'è qualcosa di profondamente sbagliato». Phelps ha proseguito dicendo che la troppa ricchezza privata, dovuta in buona parte ad agevolazioni fiscali non giustificabili, ci ha fatto dimenticare che per avere successo bisogna lavorare. Non siamo un paese innovatore, ma piuttosto prendiamo in prestito le tecnologie dagli altri, e ciò dipende dal fatto che non abbiamo più grandi aziende, votate alla ricerca di novità per struttura e necessità di sopravvivenza.
Il direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni, gli ha risposto con diplomazia, ma anche con molta fermezza: «Il ministro Fornero non piangeva per l'aumento dell'età pensionabile, ma per una questione di giustizia. Non si possono fare analisi basate sulle foto, senza leggere le didascalie. Quanto al resto, siamo un paese che lavora, e i segni si vedono anche qui in America».
Saccomanni però non ha esitato a fare la sua analisi: «Siamo divenuti compiacenti. I giovani si lamentano del loro futuro: dobbiamo tornare a fare quello che facevamo in passato. C'è bisogno di lavorare di più, studiare di più e reagire di più». La mancanza di innovazione, secondo il direttore di Bankitalia, non dipende dalle dimensioni delle aziende, ma dall'incapacità manageriale di sfruttare a pieno quanto abbiamo inventato. Il nuovo governo comunque ha identificato le priorità : consolidare il debito, lievitato negli anni perché usato come forma di consenso, e rilanciare la crescita, aiutando le imprese e investendo su capitale umano e istruzione.
Un colpo, infine, alle agenzie di rating, che minacciano il downgrade di tutta l'Europa: «Fanno un'analisi sociopolitica semplicistica, superficiale e frettolosa. Se si tratta di attirare l'attenzione, il messaggio è stato recepito, altrimenti è mal posto. Cancellare subito tutto il debito è impossibile e dannoso. Stiamo prendendo le misure necessarie, ma non si può criticare un falegname che sta producendo un tavolo perché lo ha fatto con una sola gamba, quando ancora lo deve terminare e le altre saranno costruite».
SACCOMANNI E CARLO DE BENEDETTI FORNERO E CROZZA A BALLARO'Edmund Phelps FORNEROFABRIZIO SACCOMANNI GIULIANO AMATO FORNERO
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