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Alessandro Da Rold per “La Verità”
Alla fine Mario Draghi ha scelto il ministro dell'innovazione Vittorio Colao come autorità delegata nel settore aerospaziale. Il nome dell'ex amministratore delegato di Vodafone era già circolato a poche ore di distanza dalle dimissioni di Bruno Tabacci, l'ex leone democristiano travolto dalle polemiche dopo appena 5 mesi di gestione delle deleghe spaziali.
La nomina di Colao si aggiunge a quella di Chiara Goretti che sarà coordinatrice della segreteria tecnica del Pnrr.Più che la carriera del figlio di Tabacci in Leonardo - uno dei tanti errori lasciati in eredità dall'ex assessore di Milano - a Colao toccherà mettere mano a un settore che da ormai 3 anni si trova in difficoltà sopratutto dal punto di vista geopolitico, con l'Italia fanalino di coda in Europa.
L'ex manager Rcs potrebbe essere stato scelto anche per tenere a bada i partiti, da sempre famelici in un settore redditizio (e che dà grande visibilità) come quello spaziale. Non è un caso che l'ex premier Conte abbia sempre cercato di tenere in disparte Colao nell'ultimo anno di governo (nonostante lo avesse interpellato) , anche perché probabilmente avrebbe fatto ombra sia al presidente del Consiglio sia ai partiti di maggioranza, in particolare i 5 stelle.
MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI
Di certo sarebbe stato naturale che le deleghe andassero al Mise di Giancarlo Giorgetti, ma Draghi ha scelto diversamente, forse anche per dare un segnale a tutto il settore dopo la fallimentare scelta di Tabacci. Negli ultimi 5 mesi l'ex Dc era riuscito a stringere un accordo di ferro con il presidente di Asi, Giorgio Saccoccia, quest' ultimo ancora dipendente di medio livello dell'Esa (agenzia spaziale europea): appare difficile che possa fare solo gli interessi dell'Italia anche perché poi tornerà in Europa visto che non si ravvisano segnali forti da parte di nessuno per mantenerlo nel suo ruolo a Roma.
Di fatto tra Tabacci e Saccoccia era stato suggellato un accordo di questo tipo. In cambio di un'infornata di posti nelle società partecipate dall'agenzia spaziale, senza particolare attenzione a competenze, il presidente avrebbe avuto mani libere sulla gestione interna dell'Asi e sul Pnrr e quindi sui soldi del Recovery plan.
Scelta quest' ultima che ha creato non pochi malumori nel comparto industriale aerospaziale italiano, anche perché l'attuale amministrazione Asi si troverebbe troppo spesso ad avvantaggiare alcune imprese del Sud penalizzandone altre a nord, tanto che alcune avrebbero minacciato di spostare la sede all'estero. Per di più gli stessi programmi spaziali a cui l'Italia partecipa sono in ritardo.
BRUNO TABACCI SI PRENDE LE DELEGHE ALLE POLITICHE SULLO SPAZIO
Tra questi c'è Platino, teorico fiore all'occhiello tecnologico avanzato di Asi dove siamo in ritardo già di 2 anni, un tempo enorme quando si parla di progetti spaziali. Ma il vero dramma delle scelte di Tabacci lo si sente in Europa. Sia il presidente Esa, Joseph Aschbacher, sia il delegato allo Spazio dell'Unione europea, Thierry Breton, ci hanno messo ai margini in questi mesi.
VITTORIO COLAO AL QUIRINALE CON IL TROLLEY
Tra appena 3 giorni, il 31 agosto, scade il bando di presentazione delle domande per tre importanti direttorati nell'agenzia spaziale europea, Esa. L'Italia arriva impreparata e rischia di restare fuori dopo aver perso la nomina del direttore generale, con le fallimentari candidature di Simonetta di Pippo e Roberto Battiston.
Del resto che Tabacci fosse più impegnato a inserire suoi uomini di fiducia lo dimostra come non abbia ascoltato i consigli di diversi esperti del settore aerospaziale. Nei primi mesi di nomina gli era stato chiesto di fare pressione per avere un uomo al fianco di Breton in Europa, in modo da limitare lo strapotere della Francia. Tabacci non se ne è minimamente preoccupato. Ora tocca a Colao invertire la rotta.
giorgio saccocciaroberto battiston 2giorgio saccoccia vittorio colao agli stati generali
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