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Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
GIORGIA MELONI - URSULA VON DER LEYEN
Lo spettro europeo si materializza intorno a due parole: «Dazi asimmetrici». Nell’Ue l’allarme per la guerra commerciale confermata dal presidente Usa, Donald Trump, cresce di giorno in giorno. Ma c’è una paura che negli uffici della Commissione preoccupa ancora di più. La possibilità che l’Amministrazione di Washington imponga le sue misure sull’import discriminando tra “buoni” e “cattivi”.
Applicando le nuove tassazioni solo ad alcuni dei Paesi del Vecchio Continente salvando gli altri. Facendo una distinzione tra “amici” e “nemici” sulla base della vicinanza politica.
Per questo domani, al Consiglio europeo informale, inevitabilmente i 27 saranno chiamati a parlare anche della possibile risposta da inviare alla Casa Bianca. Sebbene all’ordine del giorno del summit ci sia solo il tema di come incrementare la Difesa, il nodo-dazi sarà posto dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.
Il rischio, infatti, dei «dazi asimmetrici» è ben presente a Palazzo Berlaymont. E la leader dell’esecutivo comunitario intende mettere in guardia i capi di Stato e di governo: «Restiamo uniti». Il senso delle riflessioni in corso in queste ore, infatti, si concentra sulla necessità di rispondere a Trump in maniera compatta. Perchè andare in ordine sparso non solo indebolirebbe la reazione ma potrebbe assestare un colpo alla stessa Unione.
ursula von der leyen giorgia meloni - foto lapresse
Eppure tutti sanno che dinanzi ad una scelta di questo genere da parte della presidenza statunitense, sarà davvero molto complicato impedire agli Stati esentati dalle penalità fiscali di proteggere il vantaggio. Come spiegare infatti all’opinione pubblica o al sistema industriale del proprio Paese che bisogna reagire unitariamente anche a rischio di affrontare la battaglia dell’import- export?
[…] la Commissione ha iniziato a studiare le possibili repliche. L’idea di mettere in campo dei veri e propri “contro-dazi” da novembre scorso è analizzata dagli uffici di von der Leyen. Tutto si basa sul precedente del 2020. Quando l’Ue reagì proprio dai dazi di Trump con una misura uguale a contraria che valeva oltre 4 miliardi di euro. […] La presidente della Commissione vuole evitare però la “guerra commerciale”, così come intende scongiurare uno showdown sia la Francia di Macron (che ha già invitato Trump a Parigi) sia la Germania ancora impegnata in campagna elettorale.
DONALD TRUMP - GIORGIA MELONI - MARCO RUBIO
Von der Leyen […] confida dunque in una mediazione di Giorgia Meloni, che tra i capi di governo è quella che al momento ha i rapporti migliori con la Casa Bianca. Ma nello stesso tempo è consapevole che se l’Italia fosse esclusa dalla “black list” - sospetto non infondato - l’amicizia con la premier italiana le sarà molto meno utile. Sul tavolo allora verranno poste alcune contromisure “dialoganti” e alcune “belligeranti”.
Tra le prime la disponibilità del Vecchio Continente ad aumentare gli acquisti dagli States di armi, autovetture e soprattutto gas liquido. Tra l’altro proprio su quest’ultimo punto la presidente della Commissione intende insistere per non fare retromarcia sulla rinuncia al metano russo. Sebbene alcuni Stati - come l’Ungheria - stiano spingendo per riaprire i rubinetti dei metdanodotti putiniani, von der Leyen lo considera inaccettabile e giudica inammissibile rimettere in discussione il cuore del “RepowerEu”, uno dei provvedimenti principali del suo precedente mandato.
GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN AL G7
Tra le misure “belligeranti”, invece, ci potrebbe essere proprio l’incremento di acquisti di gas da partner come Algeria e Tagikistan. E poi […] la guerra del commercio rafforzerebbe la Cina. E probabilmente i Paesi più deboli dell’Unione sarebbero costretti a riaprire o ampliare il dialogo degli affari con Pechino.
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