DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Le vicende di spionaggio non sono mai avare di versioni. La confusione è ancora maggiore in epoca di guerra, come raccontano le storie a seguire. La prima ha coinvolto Denis Kireev, 45 anni, un passato come vicedirettore di un gruppo bancario ucraino e poi entrato nei servizi segreti locali. Il 28 febbraio partecipa al round di negoziati in Bielorussia, le foto lo mostrano seduto al tavolo dove si confrontano le due delegazioni.
Una presenza importante. Due giorni fa ne hanno annunciato la morte. Violenta. Indiscrezioni sostengono che Kireev è stato ucciso dai suoi colleghi che cercavano di arrestarlo, avevano scoperto che faceva il doppio gioco. Un traditore punito in modo rapido.
Una tesi ribaltata dal ministero della Difesa che, invece, lo ha definito un eroe, caduto insieme ad altri due funzionari durante un'operazione: «Sono morti difendendo l'Ucraina, il loro gesto avvicina la vittoria». Il mistero può nascondere molte cose. Ben prima dell'invasione erano uscite informazioni sull'infiltrazione russa negli apparati di Kiev, difesa inclusa, resa possibile da un piano organizzato da un alto ufficiale collegato al Cremlino. Una connivenza nota - ha scritto un analista britannico -, quasi scontata. Ora la tragica fine di Kireev potrebbe entrare nella battaglia tra 007. Lui che si sacrifica per sventare un colpo oppure l'esatto opposto.
Mosca potrebbe diffondere patacche per instillare dubbi nel campo avversario in una fase critica. Serve compattezza perché le minacce interne sono numerose. Reali e presunte. Fonti di intelligence sostengono che i servizi di Kiev hanno neutralizzato un piano russo per creare la «Repubblica popolare dell'Ucraina» in numerose regioni. L'obiettivo era quello di condurre sabotaggi e omicidi mirati, quindi di occupare edifici pubblici allo scopo di creare seminare caos e aprire un fronte interno. Un diversivo per aumentare le difficoltà dell'esercito.
La successiva mossa sarebbe stata l'unione con la Russia, emulando quanto è avvenuto nella parte meridionale del Paese. Lo scenario combacia con un rapporto diffuso dall'istituto britannico Rusi che avvertiva su un progetto sovversivo sempre ispirato dai russi ed elaborato da un dirigente molto vicino a Putin. A questo fine erano stati preparati circa 200 uomini, divisi in team, sostenuti da complici locali.
Infine gli intrighi fumosi della Bielorussia. Sono circolate notizie sulle dimissioni del viceministro della Difesa Viktor Gulevich, un gesto di protesta perché contrario ad un intervento diretto dell'esercito in territorio ucraino. Tuttavia sono arrivate le smentite che, però, non cancellano i sospetti di problemi per il regime di Lukashenko e su una presunta resistenza dei suoi generali a partecipare al conflitto.
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