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SPIONI CONTRO – È DURATO DIECI ORE IL FACCIA A FACCIA TRA ENRICO PAZZALI, FONDATORE DELL’AGENZIA INVESTIGATIVA “EQUALIZE”, E NUNZIO SAMUELE CALAMUCCI, L’HACKER SUO DIPENDENTE - CALAMUCCI HA ACCUSATO PAZZALI: “TU PER PRIMO CI CHIEDEVI DI FARE QUESTE COSE”, E L’EX PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE FIERA HA REPLICATO: “LO FACEVATE A MIA INSAPUTA”. E POI HA DEFINITO IL SUO EX DIPENDENTE “UN BUGIARDO CRONICO” – “IL NOME DI ATTILIO FONTANA? USATO PER METTERE FRETTA A CARMINE GALLO” – LE RICERCHE SU LA RUSSA (“STAVAMO SOLO TESTANDO IL SOFTWARE”) E LA VISITA DEGLI AGENTI ISRAELIANI: “ME LO SONO TROVATI LÀ, NON SAPEVO CHI FOSSERO”

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ENRICO PAZZALI

(ANSA) - "Tutti lo sapevano, tu per primo che ci chiedevi di fare queste cose". "No che non lo sapevo, lo facevate a mia insaputa".

 

Quasi dieci ore è durato ieri il faccia a faccia, davanti ai pm della Dda di Milano e della Dna, non privo di momenti di contrasto accesi, tra Enrico Pazzali, l'ex titolare dell'agenzia investigativa Equalize, e Nunzio Samuele Calamucci, esperto informatico, entrambi indagati nella maxi inchiesta sulle presunte cyber-spie e su accessi abusivi alle banche dati per dossieraggi illegali.

 

Da quanto si è saputo, nel confronto, convocato dai pm Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro date le dichiarazioni contrastanti emerse nei loro interrogatori, sia Pazzali che Calamucci hanno mantenuto ferme le loro posizioni, anche se gli inquirenti ritengono la versione del primo inverosimile e molto attendibili le dichiarazioni del secondo.   

 

nunzio samuele calamucci

Calamucci, così come l'ex superpoliziotto Carmine Gallo, morto a marzo, dopo gli arresti di poco più di un anno fa ha collaborato con dichiarazioni, difeso dall'avvocata Antonella Augimeri, nelle indagini dei carabinieri. E ha riferito in più verbali, così come Gallo, che era Pazzali a chiedere con insistenza di effettuare gli accessi abusivi e di fare quei report.

 

Era lui il "vero capo" a cui dovevano rendere conto, così come ricostruito anche nelle contestazioni di associazione per delinquere.   

 

Del tutto diversa, la versione messa a verbale da Pazzali, difeso dall'avvocato Federico Cecconi e che ha raccontato che lui non sapeva nulla degli accessi abusivi e che i due agivano "a sua insaputa".

 

ENZO DE MARZIO - SAMUELE CALAMUCCI - UOMINI DELL INTELLIGENCE ISRAELIANA

L'ex manager aveva detto, in particolare, che Calamucci "è un bugiardo cronico" e che mai chiese a Gallo, che riteneva un collaboratore "fidato", di fare quegli accessi allo Sdi. Ieri i due hanno ribadito le loro versioni, mentre gli inquirenti contestavano soprattutto a Pazzali le intercettazioni.

 

Tra i temi toccati anche quelle ricerche su Ignazio La Russa e figli, sulle quali l'ex presidente di Fondazione Fiera Milano ha sostenuto che stavano solo "testando" l'aggregatore di dati Beyond. Per Calamucci si sarebbe trattato di richieste più specifiche che venivano sempre da Pazzali.

 

Tra gli altri argomenti trattati principalmente nel lungo confronto in una caserma dei carabinieri, anche quello sulle fughe di notizie relative all'inchiesta, prima che arrivassero gli arresti dell'ottobre 2024 a svelare lo scandalo dell'agenzia che avrebbe fabbricato report illeciti su centinaia di persone, anche imprenditori e vip.

 

carmine gallo samuele calamucci

E, per l'accusa, su richiesta dell'ex manager anche per andare a colpire suoi avversari in ambito politico ed economico.   

 

Pazzali ha ribadito che, quando gli arrivarono delle voci, andò a fare denuncia, mentre Calamucci ha spiegato che ogni volta che l'ex manager andava a Roma, coi suoi contatti con vertici istituzionali e delle forze dell'ordine, oltre che giudiziari, aveva delle informazioni.   

 

Su personaggi israeliani vicini ai servizi segreti, che come documentato dagli atti sarebbero entrati nella sede di Equalize a due passi dal Duomo, Pazzali avrebbe spiegato che lui se li era trovati là e non sapeva chi fossero. I rapporti coi servizi segreti sono stati anch'essi al centro del confronto.

SAMUELE CALAMUCCI DAVANTI AL PC CONTA UNA MAZZETTA DI SOLDI

 

Nel faccia a faccia, poi, si è trattato anche dei rapporti tra Pazzali e il presidente lombardo Attilio Fontana.    "Io e Fontana (non è coinvolto nell'inchiesta, ndr) siamo amici da lunghissimo tempo, abbiamo un rapporto molto stretto - aveva messo a verbale Pazzali -. Effettivamente devo dire che nella occasione (ricerche su Paolo Scaroni, ndr) che mi contestate ho usato il suo nome, fittiziamente, per mettere fretta a Gallo". I pm gli avevano domandato se lui "poteva permettersi", stando alla sua versione, "di spendere a suo piacimento il nome del presidente Fontana".

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