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Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “La Stampa”
Non è un viaggio di pace. Lunedì Xi Jinping va a Mosca da amico e alleato politico, se non (ancora?) militare, di Vladimir Putin, non da mediatore fra Russia e Ucraina. Essendo la loro un'amicizia senza limiti, non la scalfirà certo il mandato d'arresto della Corte penale internazionale emesso contro il Presidente russo proprio mentre le cancellerie annunciavano la visita.
I due leader vogliono approfondire «fiducia reciproca tra Cina e Russia» e «cooperazione strategica globale sulla scena internazionale». Ci vuol altro che un mandato d'arresto a distoglierli. Xi uscirà dal Cremlino più amico di prima di Vladimir; Russia e Cina si appoggeranno a vicenda sugli scacchieri mondiali – in Ucraina per la Russia, nell'Indo-Pacifico per la Cina.
[…] Rieletto a gonfie vele alla guida della seconda potenza economica mondiale, Xi Jinping ha appena riportato un grosso successo diplomatico mediando la ripresa dei rapporti diplomatici fra Riad e Teheran. Ha spinto così nel Golfo il raggio d'influenza politica – non solo economico-commerciale - della Cina a spese di quella americana.
Washington non ha potuto che rallegrarsi del disgelo fra Iran e Arabia Saudita, ma deve prendere atto che oggi Pechino è diventata un concorrente agguerrito anche in un'area strategica come il Medio Oriente dove gli americani hanno a lungo goduto di indiscussa supremazia.
A PECHINO L’ACCORDO TRA ARABIA SAUDITA E IRAN
Il rapporto con la Cina è diventato un cordone ombelicale per la Russia. Non c'è dubbio che oggi Vladimir Putin abbia bisogno di Xi Jinping. La sua visita a Mosca segnala anche l'inverso: Xi ha bisogno di contare su Vladimir. La rinnovata assertività aggressiva emersa dal XX Congresso del Pcc, le manovre intorno a Taiwan, la crescita della spesa militare hanno messo in moto dinamiche di contenimento della Cina nel Pacifico.
Pechino ha protestato dopo il vertice Aukus (Usa-Uk-Australia) di San Diego in cui è stata concordata la fornitura americana di sommergibili a propulsione nucleare all'Australia – che arriveranno nel 2040. Più immediate e dirette saranno le conseguenze dell'avvicinamento innescatosi fra Tokyo e Seul.
VOLODYMYR ZELENSKY E JOE BIDEN A KIEV
La decisione […] ha una sola, semplice spiegazione: deterrenza congiunta della Cina. Usa, Nato e Ue sostengono l'Ucraina contro la Russia; nell'Indo-Pacifico, Usa e alleati regionali mettono in atto una strategia di contenimento della Cina. Xi Jinping va a Mosca per offrire solidarietà a Vladimir Putin perché sono entrambi sulla stessa barca geopolitica.
Sull'Ucraina il Presidente cinese si è finora attenuto alla linea di neutralità pro-russa. Può darsi che riesca acrobaticamente a mantenerla. C'è il rischio che invece varchi la linea rossa dell'assistenza militare alla Russia, innescando una reazione a catena di sanzioni americane ed europee. Addio globalizzazione. […]
XI JINPING VLADIMIR PUTIN - VIGNETTA DI GIANNELLIputin xi jinpingvladimir putin 2xi jinping vladimir putin a samarcanda vladimir putin xi jinping a samarcanda
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