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“IL VERO ENIGMA NON È QUELLO CHE PENSA TRUMP. È QUELLO CHE FARÀ” – STEFANO STEFANINI: “IN QUATTRO GIORNI, SULLA VIA DI ANCHORAGE, SU QUELLA DEL RITORNO, NELL'INCONTRO CON ZELENSKY E GLI EUROPEI, SI SONO VISTE TRE VERSIONI DELLO STESSO DONALD. A QUALE CREDERE? FRA I DUE ESTREMI, RUSSO E UCRAINO, COME SI COLLOCA TRUMP? GLI EUROPEI NON LO SANNO. ZELENSKY NON LO SA. PUTIN? FORSE NE SA QUALCOSA DI PIÙ. QUELLO CHE SAPPIAMO TUTTI È CHE DONALD TRUMP VUOLE METTERE FINE ALLA GUERRA. COME NON IMPORTA PURCHÉ GLI GARANTISCA IL NOBEL PER LA PACE…”
Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “La Stampa”
[…] Trump ha accentrato a dismisura gli affari internazionali sulla sua persona, e sui suoi interessi. […]
La politica estera americana cede il passo alla politica estera di Donald Trump. Mentre la prima aveva costanti, specie nelle relazioni transatlantiche, la seconda segue altre vie. E, soprattutto, ha per dottrina l'imprevedibilità e per norma di condotta un'incredibile capacità di cambiare, o capovolgere, posizione rimanendo sé stesso.
In quattro giorni, sulla via di Anchorage, su quella del ritorno, nell'incontro con Zelensky e gli europei, si sono viste tre versioni dello stesso Donald. A quale credere?
Alla Casa Bianca, i leader europei si sono presentati debitamente e profusamente lusinghieri, qualcuno al limite dell'imbarazzante, ma funziona e ormai così fan tutti.
volodymyr zelensky alexander stubb donald trump foto lapresse
In cambio hanno trovato un'accoglienza più che cordiale, senza avvertire pressioni di Trump, su di loro o su Zelensky, per far accettare il piano russo di "pace duratura", essenzialmente di resa dell'Ucraina alle ragioni – diktat – della più forte Russia, pur rispondente alla dottrina delle relazioni internazionali del Presidente americano.
Anche perché il nodo territorio non è stato toccato. Vero, il cessate il fuoco, punto chiave solo una settimana prima, si è dileguato nelle nebbie di Anchorage.
donald trump giorgia meloni - vertice alla casa bianca
Ma in compenso Trump ha aperto sulla "protezione" dell'Ucraina, in maniera molto vaga ma incoraggiante rispetto al costante "fate vobis" (europei) del suo vice, JD Vance. Insomma, tirati i conti il bilancio è positivo specie dopo il disastro diplomatico – per l'Europa e per l'Ucraina – dell'improvvisato vertice russo-americano in Alaska.
La correzione di rotta trumpiana è parziale ma notevole. Gli europei e Zelensky sono usciti su Pennsylvania Avenue sollevati, rassicurati da Trump sulla sicurezza in città grazie allo spiegamento della Guardia Nazionale.
vladimir putin donald trump anchorage alaska 2 foto lapresse
Nella mente di tutti, tuttavia, deve essersi insinuato il tarlo del dubbio: cosa farà adesso Trump? Cosa dirà a Putin? Cos'ha in mente circa lo "scambio di territori"? Zelensky l'ha ringraziato della "mappa" ricevuta nell'incontro bilaterale: dei territori che la Russia vuole incamerare e del fazzoletto che è disposta a restituire? Come se il Presidente ucraino non li conoscesse a memoria. Ma, con Donald, non si sbaglia mai a ringraziare. Non basta ma aiuta.
Il conflitto è entrato in una fase di "guerra e pace". Anziché andare verso una tregua, come si è sperato per qualche mese, va verso un tentativo di negoziare la pace in costanza di guerra. […]
vignetta volodymyr zelensky offerto a donald trump dai leader europei
Questa fase ruota intorno a quattro poli: Putin e Zelensky, ovviamente; Trump che ha il merito di aver smosso le acque, pur finora senza risultati; l'Europa diventata il perno del sostegno all'Ucraina. L'Europa è magmatica quanto a leader e a formati – Ue, Nato col permesso Usa, volenterosi – ma ha trovato il suo ruolo: sostenere l'Ucraina per metterla in condizione di negoziare con, anziché arrendersi a, Mosca.
Secondo il Kiel Institute, l'assistenza militare europea ha ormai superato quella americana. Non ci sono misteri sulla posizione di Putin, territori e assorbimento dell'Ucraina nella propria zona d'influenza.
Né su quella di Zelensky, mantenere l'indipendenza politica di Kiev, con garanzie internazionali di sicurezza, a costo della perdita, di fatto e non di diritto, dei territori conquistati dalla Russia manu militari. Fra i due estremi, russo e ucraino, come si colloca l'autoproclamatosi Deus ex machina della fine del conflitto, Donald Trump?
vladimir putin donald trump anchorage, alaska. foto lapresse
Gli europei non lo sanno. Zelensky non lo sa. Putin? Forse ne sa qualcosa di più, ma non sappiamo quello che sa. Quello che sappiamo tutti è che Donald Trump vuole mettere fine alla guerra. Come non importa purché gli garantisca il Nobel per la pace. Ma allora non certo appiattendosi su Vladimir Putin […]
Se Donald l'ha capito cercherà ora di mettere sotto pressione Vladimir, non solo Volodymyr. Il vero enigma della partita resta dunque lui, Donald Trump. L'enigma non è quello che pensa. Lo dice e lo contraddice liberamente. L'enigma è quello che farà.
giorgia meloni insegue trump e zelensky alla casa bianca foto lapresse
VERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSI
VERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSI
EMMANUEL MACRON E VOLODYMYR ZELENSKY OSSERVANO LA COLLEZIONE DI CAPPELLI DI TRUMP
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