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“SU TRUZZU QUALCOSA SI È SBAGLIATO” – GIORGIA MELONI SI LIMITA A UN ACCENNO DI AUTOCRITICA SULLA SARDEGNA. LA SORELLA ARIANNA SI LIMITA A DIRE: “SIAMO ARRIVATI TARDI COL CANDIDATO” – IN SERATA LA DUCETTA CHIUDE CON SALVINI E TAJANI LA PARTITA DELLE RICANDIDATURE CON L’OK A TESEI IN UMBRIA, CIRIO IN PIEMONTE E IL FORZISTA BARDI IN BASILICATA (CHE NON PIACE A FDI E LEGA) - VIDEO

 

 

 

Francesco Olivo per “la Stampa” - Estratti

 

MELONI TAJANI SALVINI AL COMIZIO PER TRUZZU

Un giro di telefonate tra i leader per cercare di far presto. Matteo Salvini prima e Antonio Tajani poi hanno sentito Giorgia Meloni, per chiudere la partita della candidature alle amministrative.

 

I tre concordano sul fatto che non c'è tempo per mettersi a litigare su un'alternativa all'attuale governatore della Basilicata Vito Bardi, che non piace a FdI e Lega, ma che a questo punto non si può rimuovere. Anche perché un nuovo scontro inquinerebbe l'ultima settimana di campagna elettorale in Abruzzo, dove perdere rappresenterebbe un disastro che farebbe crollare tutto.

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju

Sulla Sardegna la premier pubblicamente si limita a un accenno di autocritica: «qualcosa si è sbagliato», dice a Tg2 Post senza entrare in alcun dettaglio su quale sia stato l'errore che ha portato alla vittoria di Alessandra Todde. Un indizio arriva dalla sorella, Arianna Meloni la quale, intercettata dall'inviata di Piazzapulita davanti alla sede di Fratelli d'Italia, dice: «Siamo arrivati tardi con il candidato».

 

Insomma, bisogna far presto stavolta. Per tutta la giornata nel centrodestra definiscono vicino l'accordo sulla Basilicata, ma l'ultimo scoglio è diventato il più complicato da superare: l'Umbria.

 

Solo intorno alle 21.30 il comunicato fermo da oltre 24 ore viene diffuso: «I presidenti di Basilicata, Piemonte e Umbria che hanno ben governato saranno i candidati di tutto il centrodestra unito ai prossimi appuntamenti elettorali regionali».

 

MELONI TAJANI SALVINI AL COMIZIO PER TRUZZU

Il patto stava per essere firmato già martedì sera, anche per dare un messaggio di unità dopo la sconfitta in Sardegna, il tavolo dei rappresentanti dei partiti aveva trovato un'intesa di massima e in molti avevano annunciato l'arrivo di una nota ufficiale, che però nessuno ha visto. Giovanni Donzelli (FdI), Maurizio Gasparri (FI), Roberto Calderoli e Stefano Locatelli (Lega) dopo essersi occupati delle città al voto a giugno (c'è anche Cagliari di Paolo Truzzu) si erano concentrati sulle Regioni e l'impegno («di massima» secondo Fratelli d'Italia) prevedeva la conferma degli uscenti: Bardi in Basilicata, Cirio in Piemonte e Tesei in Umbria.

VITO BARDI - ANTONIO TAJANI

 

Gasparri era pronto a diffondere il comunicato con l'annuncio, «l'istruttoria è fatta, ora la palla passa ai leader», ha detto il capogruppo di Forza Italia al Senato. Eppure la nota restava bloccata sul tavolo di Meloni. «Ha molto da fare», spiega Gasparri, ma dietro c'è un problema politico: la Lega in cambio del via libera al generale Bardi pretende di avere l'ok per la candidatura di Donatella Tesei l'attuale presidente dell'Umbria. Le elezioni sono previste per l'autunno, non proprio dietro la porta e quindi entrano in gioco gli interessi diversi. Il Carroccio vuole blindare subito la sua governatrice, per timore che possa subire la stessa sorte di Christian Solinas in Sardegna.

 

 

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