SUA SANITÀ DEL SANNIO - GARE BLOCCATE, PAGAMENTI RITARDATI A IMPRESE ‘NEMICHE’, FAVORI ALLE DITTE CHE FINANZIAVANO IL PDL: IL ‘CERCHIO TRAGICO’ DELLA DE GIROLAMO

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1. "QUELLE IMPRESE NON LE VOGLIO VEDERE" COSÌ IL MANAGER DEL MINISTRO DETTAVA LEGGE
Conchita Sannino per "la Repubblica"


Un ordine calato dall'alto. «Quelli non li voglio». Quelli, cioè i concorrenti dell'associazione temporanea di imprese Sanit che si occupava del servizio 118. Un manager della pubblica amministrazione registrato mentre indicherebbe chi, o quale società, escludere dall'imminente gara d'appalto per il servizio del trasporto dei pazienti. Un'ingerenza commessa alla presenza di Sua Sanità del Sannio, l'allora parlamentare Nunzia De Girolamo, oggi ministro del Ncd?

Eppure è la voce di Michele Rossi, il direttore generale della Asl di Benevento ora avvolta dallo scandalo delle «registrazioni » a sorpresa rubate dall'ex direttore amministrativo Felice Pisapia, a confermare il singolare veto. Che poi si tradurrà, forse per coincidenze, in una estromissione. Ecco uno dei nodi dell'inchiesta giunta ad un punto di svolta sul «direttorio politico-partitico costituito al di fuori di ogni norma di legge», come lo definisce il gip del Tribunale di Benevento, Flavio Cusani.

Non è escluso che le indagini, quasi indirizzate nell'ordinanza dello stesso Cusani con toni severi nei riguardi di quella struttura, coinvolgano ora anche esponenti del «ristretto» gruppo di potere, vicinissimi al ministro. Dalle parole del superteste Arnaldo Falato, raccolte in Procura e raccontate da Repubblica, alle distinte disavventure di due aziende. Casi emblematici che mostrano il metodo-direttorio.

Caso Sanit, ad esempio. Il dirigente della Asl Falato dice al pm Giovanni Tartaglia Polcini: «Il dg Rossi mi disse che proprio la gara del 118 doveva essere bloccata assolutamente».

È il servizio che all'epoca è ancora svolto da Sanit, che attende l'apertura della gara. Ma si verificano strane circostanze, oggi riscontrate in un esposto consegnato mesi fa in Procura dall'amministratore di Sanit, il calabrese Annunziato Femia. Il contenuto lo spiega l'avvocato Francesco Lilli: «Abbiamo assistito a vicende davvero incredibili, ipotesi di abusi. Da quando arrivò il direttore Rossi, si verificarono singolari circostanze: la gara d'appalto fu sospesa e poi revocata, e intanto i mandati di pagamento per Sanit ritardarono di molto, troppo».

Accade così che, con il mancato trasferimento delle risorse, «gli stipendi saltavano: la Sanit divenne il bersaglio di una violenta campagna mediatica a livello locale e perse la positività del Durc, il documento di regolarità contributiva senza il quale non si partecipa alle gare. Un cane che si morde la coda». Così Sanit va via e si appella alla giustizia. Altra storia, di diverso segno, porta alla Pulitecnica: società che si occupa della pulizia di Comune, Asl ed altro, riferibile ieri come oggi ai De Pierro, famiglia prima vicina ai Mastella, oggi fedele alla De Girolamo.

Svela sempre Falato al pm: «Ricordo che quando il dottor Pisapia dispose il mandato di pagamento per Pulitecnica, vicina ai Mastella, il dottor Rossi mi richiamò e mi redarguì ». Il pm chiede: «Ma i pagamenti non si fanno in base alle reali prestazioni?». Falato: «Certo, ma il dg mi disse che quella ditta era avversa e per questo motivo non fu pagata per mesi». Due anni dopo, Repubblica chiede lumi a Giovanni De Pierro, socio dell'azienda e padre di Francesco, consigliere comunale a Benevento di area centrodestra. «Ah guardi, non ricordo di questi pagamenti ritardati », sorride De Pierro senior.

Eppure tutti raccontano a Benevento che la situazione si è regolarizzata solo quando suo figlio Francesco ha lasciato l'Udeur. «Ma no, mio figlio sta nel gruppo misto, certo dialoga con la De Girolamo eccome, e con altri».

Eppure lo stesso sindaco, Fausto Pepe, la racconta con franchezza: «Il consigliere De Pierro è vicino a quell'area e mi ha votato contro in più occasioni. La vicenda della Pulitecnica si conosce. Ma il vero nodo di questa storia è che qui o eri con lei, con la De Girolamo, o contro di lei. Il ministro non ha mai pensato, nelle sue uscite pubbliche, di avere un dialogo con il sindaco. O eri con lei, o contro di lei. Da questa storia emergono profili seri di cui voglio parlare nell'assemblea dei sindaci: mani su sanità, piccole grandi intrusioni sul territorio, il bar, la multa ricevuta dall'amico che fa mozzarelle ».

Pepe sta guidando ora, insieme alla soprintendenza, quei controlli approfonditi che porteranno lunedì alla fatale chiusura del bar dell'ospedale Fatebenefratelli, la cui gestione è stata aggiudicata, evidentemente per caso, allo zio del ministro De Girolamo, Franco Liguori. Perché solo ora?

Risponde il sindaco. «I vigili già andarono in quel locale, ma c'erano lavori in corso, e risultava l'auto-certificazione in cui si sosteneva il possesso di tutte le autorizzazioni. Titoli che invece mancano». È la vicenda per la quale l'allora deputata fa sfoggio di potere davanti al direttorio, nelle registrazioni rubate: «Mandagli i controlli e vaffanculo », o chiama «tirchi» i frati dell'Ordine che non si sbrigano a concretizzare le sue indicazioni. O eri con, o contro, Sua Sanità del Sannio.


2. DE GIROLAMO, L'APPALTO DEL 118 E I FONDI PER IL CONGRESSO PDL - IL VERBALE DI PISAPIA, EX DIRETTORE AMMINISTRATIVO DELL'ASL DI BENEVENTO, CHE ACCUSA IL MINISTRO
Vincenzo Iurillo e Marco Lillo per "il Fatto Quotidiano"

Una società gradita agli uomini di Nunzia De Girolamo è stata favorita nell'appalto milionario del 118 di Benevento mentre un'altra, sgradita al "direttorio politico-partitico" (come lo chiama il gip dell'indagine sulla Asl di Benevento che non vede indagata la De Girolamo) è stata penalizzata con pagamenti ritardati. La ragione? La società amica aveva sponsorizzato il congresso del Pdl. Sono le accuse del manager Felice Pisapia, contenute in un verbale inedito di gennaio 2013.

La gara del 118 è il capitolo più importante dell'informativa della Guardia di Finanza del 12 dicembre scorso che Il Fatto ha pubblicato integralmente on line. Vi si possono leggere le trascrizioni delle parole di Nunzia De Girolamo in materia. A casa del padre, quel giorno di luglio del 2012, ci sono due collaboratori dell'allora deputato Pdl, il giornalista Luigi Barone e l'avvocato Giacomo Papa, suo vicecapogabinetto e poi i vertici della Asl, il Direttore generale Michele Rossi, tuttora in carica, e Felice Pisapia, colpito da un provvedimento restrittivo il 27 dicembre.

Nunzia chiede a Pisapia se sia possibile fare un affidamento diretto per il 118, un appalto triennale che vale 12 milioni di euro. Il manager le dice che ci vuole una gara. Giacomo Papa parla di "by-passare la gara". Pisapia sostiene che è rischioso e Nunzia sembra d'accordo ma quando cominciano a opporle motivi formali sbotta contro "ste cazzo di carte".

Pisapia racconta ai pm di avere sventato la manovra di De Girolamo e compagni per la nuova gara rifiutandosi di consegnare a Giacomo Papa, attuale vicecapogabinetto del ministro dell'agricoltura, i capitolati in anticipo. Il pm di Benevento Giovanni Tartaglia Polcini 11 mesi dopo questo interrogatorio ha chiesto per la gola profonda il provvedimento restrittivo. Ma ha anche chiesto alla Finanza di accertare se nelle conversazioni registrate ci siano reati. Allo stato la Finanza non ne ha trovati. Ecco cosa dice al pm Pisapia.

Pisapia: Michele Rossi, dg della Asl, vuole danneggiare Sanit per favorire altri, tipo Modisan.

Pm: Perché e come?

P.: Emerge da incontri politici in cui Sanit veniva demonizzata mentre Modisan, che aveva sponsorizzato il congresso del Pdl, veniva esaltata. (Le due società svolgevano insieme il servizio del 118 in associazione di imprese ma secondo Pisapia Sa-nit era danneggiata con il "mancato pagamento di spettanze", Ndr) Modisan aveva anche altri appalti con l'azienda per cui poteva essere pagata ad altro titolo ed, essendo stato bloccato il pagamento del servizio 118, Sanit entrava in crisi mentre Modisan riusciva a sopravvivere.

Pm: Lei era presente a questi incontri politici? Si rende conto della gravità delle dichiarazioni che sta dicendo?

P.: Me ne rendo conto perché ho tentato di impedire quanto appena dichiarato

PM: Lei intende ribadire che sono stati ritardati i pagamenti a una società non già per ragioni di regolarità contabile ma per motivi politici?

P.: Per quanto riguarda la Sanit sicuramente.

PM: Chi era presente a questi incontri politici? (Il pm non ha ancora ricevuto il cd con l'audio degli incontri, Ndr).

P.: Michele Rossi (Dg dell'Asl), Ventucci (dirigente dell'Asl non presente all'incontro di luglio, Ndr), l'avvocato Giacomo Papa, e Luigi Barone.

PM: Tutti erano consapevoli di quanto lei ha detto?

P.: Sì

PM: A che titolo partecipavano alle riunioni?

P.: partecipavano in qualità di esponenti del Pdl vicini a Nunzia De Girolamo.

PM: l'onorevole De Girolamo era a conoscenza di quanto lei ci sta dichiarando?

P.: Sì. Lei era presente a casa del padre a San Nicola Manfredi.

PM: Lei in quell'occasione ebbe modo di dire che si trattava di atti illegittimi?

P: Ero l'unico a dirlo e mi riferivo alla gestione complessiva dell'azienda e agli affidamenti diretti effettuati anche per cifre di un milione di euro e che non sono stati effettuati perché l'ho impedito non fornendo documentazione a chi era stato incaricato di occuparsi di questa cosa.

PM: Faccia i nomi, date e circostanze

P.: Avrei dovuto consegnare personalmente i documenti dei capitolati da predisporre all'avvocato Giacomo Papa che avrebbe operato le sue modifiche per poi consegnarle a me per l'Asl.

PM: Ma che c'entra Papa con il capitolato dell'Asl?

P.: Niente

PM: Per conto di chi doveva predisporre questi capitolati l'avvocato Papa, dal lato delle imprese?

P.: Come impresa non lo so ma come committenza per conto del direttore generale Rossi e della deputata predetta (Nunzia De Girolamo, ndr).

PM: E' successo solo in questa occasione?

P.: No abbiamo fatto anche altre riunioni (...) nel senso di comporre le commissioni mediche in maniera da renderle affini all'orientamento politico del direttore generale chiaramente per fini elettorali, avevano necessità di voti. Si fa proselitismo politico utilizzando la pubblica amministrazione e gli stipendi.

PM: Si rende conto che lei sta accusando le persone del delitto di voto di scambio o quanto meno abuso di ufficio?

P.: Sì.

"Siamo esterrefatti che esponenti di Forza Italia, un partito per definizione garantista, si prestino a cavalcare una operazione del genere" ha detto ieri Fabrizio Cicchitto del NCD. E ieri Mara Carfagna ha subito corretto il tiro: "non ho in alcun modo avanzato l'ipotesi di sostenere una mozione di sfiducia nei confronti del ministro De Girolamo".

 

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