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TUTTO IL MONDO E’ PAESE - IL SUCCESSO DI BORIS JOHNSON E DELLA BREXIT E’ DOVUTO AL VOTO IN MASSA DELL’EX ELETTORATO LABURISTA SPAVENTATO DALLA CRISI E DAGLI STRANIERI - GLI OPERAI: “GLI IMMIGRATI VENGONO QUI, SI FANNO CURARE DAL NOSTRO SISTEMA SANITARIO. NON SONO RAZZISTA, I MIEI AMICI SONO INDIANI, PACHISTANI E NORDAFRICANI MA ORA CI RIPRENDIAMO I NOSTRI CONFINI, LE LEGGI NOSTRE, NON QUELLE DI BRUXELLES…”

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Alberto Simoni per “la Stampa”

 

boris johnson

La muraglia rossa si è sgretolata, i bastioni laburisti nel Nord dell' Inghilterra e nelle West Midlands sono saltati come tappi a un matrimonio: Blyth Valley con le sue ciminiere, Workington, in Cumbria, trasformato dal think tank Onward nel prototipo del collegio nel mirino dei conservatori. Qui l' elettorato è bianco, maschio, e working class.

 

E poi Bolsover e Vale of Clywd e ancora tanti altri dove Boris Johnson e la sua armata di candidati fedeli alla Brexit sono stati lesti ad acciuffare il popolo dei dimenticati, quelli che nel 2016 avevano marcato la crocetta su Leave e che tre anni e mezzo dopo si trovano impotenti e arrabbiati nelle pastoie normo-burocratico-politico-legislativo in cui è precipitato un Paese che chiedeva di mollare gli ormeggi e sbarazzarsi della Ue.

 

brexit

Al Corner bar, nel cuore di Hanley, una delle sei località che formano Stoke-on-Trent, Carl Smith sorseggia una pinta di birra. Nel passeggino c' è la figlia, nove mesi. Fa il costruttore e chiede di brindare a Boris il condottiero. È raggiante. Racconta di aver votato per la prima volta nel 2016, ovviamente Leave, e di aver dato giovedì la sua preferenza ai conservatori.

 

«Vengo da una famiglia laburista da generazioni, come molte qui, ma tanti hanno fatto come me». E le conseguenze le ha pagate Gareth Snell, deputato Labour, sconfitto e arrabbiato per la linea «vaga del Partito sulla Brexit».

 

Carl è il prototipo del brexiteer del Nord del Paese: bianco, classe operaia, terrorizzato da quella che chiama «l' invasione dei migranti». Un «Workington man» duecento miglia più a Sud. Le sue parole riportano le lancette a tre anni fa, toni e slogan da referendum Brexit. Dice: «Gli immigrati vengono qui, si fanno curare dal nostro sistema sanitario, siamo la manna per loro. Non sono razzista, i miei amici sono indiani, pachistani e nordafricani». «Ora ci riprendiamo i nostri confini, le leggi nostre, non quelle di Bruxelles».

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Dietro il bancone del bar Emma Turner prepara i caffè: «Ho votato Leave, ma stavolta Labour. Temo per la sanità, per il futuro dei nostri figli». Ma non sembra così delusa dall' esito del voto. Emma è una mosca bianca fra queste strade nel cuore d' Inghilterra.

Nei collegi Leave a maggioranza operaia i laburisti hanno perso mediamente l' 11%, in quelli con una forte presenza di classe media il 6%. I conservatori invece nei distretti Leave hanno conquistato oltre 6 punti. In un sistema maggioritario uninominale è sufficiente per spostare la bilancia.

brexit 2

 

Jeanne invece ha una cinquantina d' anni, fedelissima laburista. E anche lei, tre figli, un marito piccolo imprenditore, ha scelto Boris Johnson. «Ci darà finalmente la Brexit e poi si tornerà a fare le scelte per il bene del Paese, seguendo le nostre leggi non quelle dell' Europa», spiega con una certa foga.

 

Il premier intanto da Londra ringrazia e invoca un Paese unito, parla di una One Conservative Nation e in fondo i numeri e la distribuzione dei seggi sembrano dargli ragione. La mappa elettorale è blu, chiazze rosse nelle aree metropolitane, qualche reduce al Nord, solo un seggio sottratto ai Tory, Putney.

 

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Johnson vorrebbe trasformare i Tory in qualcosa di nuovo, che tenga insieme le esigenze della working class che l' ha sospinto a Downing Street, alle élite economiche del Sud.

Difficile a prima vista associare l' aristocratico deputato gaffeur Jacob Rees-Mogg, i manager della City, e la posh Kensington con Carl, ma Johnson, che ha fatto il sindaco nella liberal Londra, sa mescolare ingredienti diversi. La Brexit da fare è per ora il collante. Poi si vedrà. «Cheers, goodbye Eu», dice Carl.