DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Francesca Sforza per La Stampa
Non è passato neanche un giorno dal successo elettorale, che già in casa AfD si comincia a litigare. Nel corso di una conferenza stampa questa mattina a Berlino, Frauke Petry, il volto moderno e presentabile del partito, dichiara a sorpresa di non voler far parte del gruppo parlamentare.
«Ci ho riflettuto molto - ha detto - ma credo che non stiamo rispondendo, nei contenuti, al mandato che ci hanno dato i nostri elettori, che ci chiedono di guardare al futuro in modo costruttivo, non al passato». Il riferimento, evidentemente, è alle prime dichiarazioni del candidato di punta Alexander Gauland, che ieri, per prima cosa, ha detto: «Siamo al Bundestag, cacceremo la Merkel».
ALICE WEIDEL ALEXANDER GAULAND
Un altro esponente di punta dell’AfD come Joerg Meuthen ha definito la decisione di Petry «una bomba piazzata a sorpresa, io non ne sapevo nulla». Gauland, d’altra parte, rifiuta qualsiasi responsabilità nella decisione presa da Frauke Petry: “Siamo solo un gruppo in fermento, e adesso qualcuno fa il superiore”, si è limitato a osservare. Dal Sachsen Anhalt, dove Petry è stata eletta, sono subito arrivati commenti pesanti: «Se questa è la sua decisione, allora tragga le conclusioni e se ne vada dal partito - ha detto Pogge Burberi, capo del gruppo al parlamento regionale - Così facendo fa enormi danno al partito».
Che le due anime dell’AfD - quella presentabile di Petra e Weidel e quella violenta e razzista delle truppe di provincia - dovessero prima o poi entrare in collisione era abbastanza chiaro, ma che non passassero neanche ventiquattr’ore dal risultato elettorale, questo era meno scontato. Il compito che attende ora Alexander Gauland è cercare di evitare altre emorragie, e definire da subito le regole di convivenza tra le opposte fazioni interne all’AfD.
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