DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini,Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
La figuraccia di questa settimana è stata recepita. «Proviamo a evitarne un’altra». È così che Giorgia Meloni ha chiesto al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, di provare a chiudere il dossier sulle forze di Polizia in questo weekend in modo da arrivare a martedì, quando è previsto il cambio del comandante generale della Guardia di Finanza, con un successore di Giuseppe Zafarana. […]
alfredo mantovano al funerale di andrea augello
Lo schema sulla Gdf: un terzo nome per sancire il compromesso, dopo le tensioni sui candidati di “bandiera”. Con la consapevolezza che dopo la fumata nera all’ultimo Consiglio dei ministri c’è bisogno di un nuovo metodo. E di nomi nuovi. Perché il blitz del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che per conto della premier voleva imporre il nome di Andrea De Gennaro, attuale comandante in seconda della Gdf, è già andato a vuoto.
Respinto da Giorgetti e dal titolare della Difesa Guido Crosetto, che a poche ore dal Cdm avevano raggiunto un accordo su Umberto Sirico, a capo dei reparti speciali. Riproporre i nomi di De Gennaro e Sirico, bruciati dal muro contro muro, si concluderebbe con un nuovo rinvio. […] il metodo del terzo nome prende forza all’interno di una cornice dove nessuno vuole uscire sconfitto.
Il comandante della Gdf è sempre stato un uomo di fiducia del ministro dell’Economia e questo requisito è ritenuto fondamentale da Giorgetti, che ha sottoposto a Meloni una lista di nomi. Così come Crosetto non vuole farsi imporre un’altra scelta, dopo quella di Roberto Cingolani a Leonardo. Tra i nomi in pole ci sono Bruno Buratti, numero uno del comando interregionale dell’Italia centrale, e Michele Carbone, comandante interregionale al Sud.
Più semplice, invece, quanto sta accadendo in Polizia: la sostituzione di Lamberto Giannini, che dovrebbe andare a fare il prefetto di Roma, con il vice direttore dell’Aise, Vittorio Pisani, sembra cosa fatta.
Pisani gode della stima di Matteo Salvini, con cui ha lavorato al Viminale, del ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, che in quella stagione era capo di gabinetto di Salvini (e che forse ora avrebbe preferito una tempistica diversa per il cambio) e di Mantovano. Giannini potrebbe diventare prefetto a Roma in attesa di sostituire all’Aisi, Mario Parente. Questi sono i fatti. […]
L’uomo delle scelte è Mantovano. Ma la domanda cruciale è un’altra: con chi si confronta? Non […] con Giorgetti e Crosetto […] Eppure Mantovano, evidentemente, con qualcuno ne aveva parlato. «Chiedete a Luciano Violante» suggerisce, ironico, un ministro. Non scherza, però. In molti dentro e fuori il governo sono convinti che l’ex presidente della Camera diessino sia oggi l’interlocutore più ascoltato da Mantovano. Ecco, a Violante un’eventuale nomina di De Gennaro, generale dalle grandi relazioni, non dispiacerebbe affatto, non fosse altro per il rapporto che lo lega al fratello, l’ex capo della Polizia, Gianni.
In gioco c’è un cambio di cultura: dopo anni in cui il gruppo De Gennaro è sempre stato riferimento, lo spazio era stato preso da Franco Gabrielli che proprio in un’intervista a Repubblica aveva segnato il cambio del passo quando aveva detto, riferito a Genova, «al posto di De Gennaro io mi sarei dimesso». Si disse, non senza una ragione: «In Polizia quelli della Digos prendono i posti di quelli della Mobile, sono due modi di ragionare, seppur all’interno dello stesso distintivo, completamente opposti».
giancarlo giorgetti guido crosetto
La sostituzione di Gabrielli e la cacciata dei suoi uomini, ultimo proprio Giannini, poliziotto stimato trasversalmente che però oggi paga proprio questo, l’arrivo di Pisani — già capo della mobile di Napoli, il preferito di Antonio Manganelli — la possibile nomina di Andrea De Gennaro, il ritorno in scena di Mantovano e Violante, aprono una nuova stagione. O meglio: è il ritorno di una vecchia.
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