
DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO…
COME SI DICE "LECCACULO" IN SICULO? - GIORGIA MELONI? E BUTTAFUOCO PERSE SALIVA PURE DALLE ORECCHIE: "È IL MATTATORE IN UNA PROVA D’ORCHESTRA PROSSIMA AL DEBUTTO NEL PALCOSCENICO DEL MONDO CHE VERRÀ” - E QUANDO DEVE DIRE COSA FINORA HA COMBINATO LA DUCETTA, CITA DUE PROGETTI CHE SONO SOLO SLOGAN: ''IL PIANO MATTEI'' E IL ''PIANO OLIVETTI'' - “IO FASCISTA? UN LUOGO COMUNE. IL FASCISMO NON FU COME RACCONTA LA PUBBLICISTICA DI OGGI” (ALLORA LEGGA QUALCHE LIBRO DI STORIA, DA DE FELICE A GIANNI OLIVA) – NEL DELIRIO DI SUPERCAZZOLE DA GIULI ISLAMICO, ALLA DOMANDA, ''LE PERSONE PIU' INTELLIGENTI CHE HA CONOSCIUTO?", SI RICORDA DEL PINGUE CONTRATTO CHE EBBE CON LA FONDAZIONE LEONARDO E CITA "LUCIANO VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO" - MENZIONE ANCHE PER MINOLI CON CUI HA COLLABORATO IN RAI E A ''RADIO24'' - E MANDA UN PIZZINO AD ANTONIO MONDA E GIULIO BASE CHE SCALPITANO PER IL DOPO-BARBERA DELLA BIENNALE CINEMA: “LE PERSONE MIGLIORI SONO QUELLE CHE DEVI SUPPLICARE DI ACCETTARE L’INCARICO CHE GLI OFFRI, MAI QUELLI CHE SI PROPONGONO” – “IO MUSULMANO? NO, SARACENO. E MUHAMMAD E' IL SIGILLO DELLA RIVOLUZIONE..."
Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera” - Estratti
Pietrangelo Buttafuoco, qual è il suo primo ricordo?
«L’asino che gira su se stesso, legato a un palo, per calpestare le spighe sparse sui grandi teli di iuta. Il vento solleva i frammenti di paglia lasciando al suolo i grani di frumento. Tutto intorno la festa della campagna: annata ricca, massaro contento. E io felice».
(...)
«L’autonomia che funziona altrove in Sicilia è una tragedia. Ma visto che l’autonomia speciale non si può togliere una soluzione c’è. Chiedere a Luca Zaia di candidarsi a Palermo per il governo della Regione. Gli offro residenza e domicilio — previste da regolamento — a casa mia, ad Agira. E così lui raggiunge due risultati, anzi tre: fare il quarto mandato, godersi quello Statuto speciale altrimenti impossibile in Veneto e restituire all’Europa il Mediterraneo. Uno come lui lo può fare». (...)
E ora come si trova a Venezia, da presidente della Biennale?
«La capitale d’Oriente. Ho scoperto, viaggiando, che per tutta quella parte di mondo che coincide con l’Asia e con il futuro è una meta. Non esagero: la Serenissima, per l’Oriente, è quel che fu New York per l’Occidente».
Ci si aspettava l’occupazione della Biennale. Invece lei al cinema ha confermato Alberto Barbera, uomo di sinistra, e a teatro ha chiamato un artista americano, Willem Dafoe. Perché?
«Perché la vera rivalsa, specie nel lavoro culturale, è l’eccellenza. Chi è più bravo di Barbera? Chi di Dafoe? Chi, nella musica, più di Caterina Barbieri? Chi più di Carlo Ratti nell’architettura, chi più di Sir Wayne McGregor nella danza? Seguo una regola a suo tempo insegnatami da Mimì La Cavera, un galantuomo assoluto della Confindustria che fu: le persone migliori sono quelle che devi supplicare di accettare l’incarico che gli offri, mai quelli che si propongono. E così ho fatto coi direttori di Biennale. Sono stato io a cercarli. E a convincerli».
BASE X ALTEZZA- MEME BY EMILIANO CARLI PER IL GIORNALONE - LA STAMPA
Per il Cinema, lei ha detto che a Venezia la Biennale organizza una Mostra e non un Festival. Perché?
«Perché a differenza dei festival, dove è ovvio farne sagra e rondò, qui non si fa l’evento bensì si “mostra”, vengono insomma messi in mostra artisti che poi faranno storia. Vale per le arti figurative, per le altre discipline, a maggior ragione per un’espressione forte di industria qual è quella del cinema. Se non ci fosse stata la Biennale, il mondo non avrebbe avuto la possibilità di conoscere Kurosawa. Qui si scelgono film che restino nel tempo e che magari saranno capiti domani. E non necessariamente subito».
Quest’anno alla Mostra ci saranno Sorrentino, Bellocchio, Guadagnino, Gianfranco Rosi. E la destra dov’è?
«È riduttivo parlare di destra e sinistra. Perfino fuori luogo, se non fuori tempo massimo. Alla Mostra ci sarà anche il sommo Franco Maresco che, a tutti gli effetti, è il Louis Ferdinand Céline della cinematografia. Che facciamo, lo denunciamo alle autorità ai sensi dei Decreti sicurezza?».
pietrangelo buttafuoco luciano violante alessandro profumo marco minniti
Lei è considerato da molti un fascista. Sbagliano?
«Già il fascismo non fu fascista per come lo racconta la pubblicistica di oggi; figurarsi cosa possano indovinare questi molti riguardo alla mia persona. È sempre comodo infilarsi nella botola del luogo comune. Questa stessa sua domanda me la fece Norberto Bobbio. Posso ripetermi nella risposta: “Ho amato lo scandalo di chi gioca da fascista in questo dopoguerra perché è stata la prospettiva più inedita da dove ho potuto fare altro, diventare altro, per leggere e studiare in orizzonti ad altri inaccessibili. Lo confido così, al grande studioso, non al suo entourage”».
A proposito. L’intervista a Bobbio sulla sua lettera al Duce fu una trappola, o una confessione che il professore non vedeva l’ora di togliersi dalla coscienza?
«Semplicemente giornalismo. Applicai la regola di Giovanni Minoli, tutta di domande. Io feci una domanda, e Bobbio, con onestà intellettuale, rispose».
Esiste ancora un’egemonia culturale? Se sì, chi ce l’ha, la sinistra o la destra?
«Se si tratta d’Italia, e mi pare che il tema sia tutto italiano, purtroppo esiste solo il più logoro provincialismo, la pigrizia mentale di incasellare questo e quello nel frattempo che le università italiane si svuotano e le case editrici non pubblicano più gli Stefano D’Arrigo (speriamo che Matteo Salvini intitoli a lui il Ponte di Messina) ma quella che un tempo si sarebbe definita “lettura da scompartimento del treno”».
La destra ora è al governo. Che prova sta dando secondo lei?
GIORGIA MELONI PIETRANGELO BUTTAFUOCO
«Già solo per il Piano Mattei — quel fare ponti verso l’Africa e l’Oriente in luogo di muri — e per il Piano Olivetti, le misure urgenti in tema di lavoro culturale, è gran bella prova».
E la Meloni?
«Giorgia Meloni è il mattatore in una prova d’orchestra prossima al debutto. Nel palcoscenico del mondo che verrà».
Finalmente un ottimista. Ma il Ponte, oltre a dedicarlo a Stefano D’Arrigo, va fatto o no? Come finirà secondo lei?
«Finirà come con il Mose. Prima una guerra santa di tutti contro la paratia nascosta nella Laguna; adesso non ne trovi uno di veneziano che sia contro, visto che protegge dall’acqua alta».
Pietrangelo buttafuoco e Alessandro Giuli - inaugurazione padiglione italia - biennale architettura
Come sarà la Biennale Arte 2026, dopo la scomparsa improvvisa della curatrice da lei designata, Koyo Kouoh?
«Sarà appunto la Biennale per come l’ha costruita Koyo Kouoh. Ho parlato con lei ancora due giorni prima della sua morte. Il suo meraviglioso mondo, la sua costruzione, è nell’azione vivente di un’energia creativa che prescinde dalla sua stessa intenzione. Lavorava senza presagire l’immediatezza della fine. Quel che lei ci ha consegnato di Biennale, noi realizziamo».
(...)
Qual è il pubblico della Biennale?
«Appunto, giovane. Non voglio dire internazionale; trovo più coerente dire universale. E neppure dico moderno; perché quel che vedo transitare a Venezia, nella operosa bottega di Biennale, è il futuro».
ANTONIO MONDA - GENNARO SANGIULIANO - ATREJU 2023
L’arte da tempo ha divorziato dal bello. Ma ora sembra aver rinunciato anche a suscitare emozioni. Lei cosa pensa dell’arte contemporanea?
«Ha un obbligo interdisciplinare, e questo è un bene. Non si riesce più a distinguere una coreografia da una performance di teatro o di arte in senso stretto; e tutte le tecnicità sono prese in prestito da tutte le discipline senza più confini definiti...."
PIETRANGELO BUTTAFUOCO - FONDAZIONE LEONARDO
Ma non c’è il rischio che tutto sia rivolto al mercato?
«No, non è solo mercato. È anche politica, anzi, geopolitica, se si pensa che per gran parte del mondo futuro — Medio Oriente, Asia e Africa — l’arte contemporanea anticipa la marcia di un orizzonte tutto destinato al futuro».
(...)
E la persona più intelligente che ha mai conosciuto?
«Ne dico quattro. Due giganti del comunismo, un super poliziotto e un gruppettaro: Giuliano Ferrara, Luciano Violante, Gianni De Gennaro e Andrea Del Mercato, il direttore generale della Biennale. Quando parlo con loro prendo appunti».
E il suo eroe chi è?
«Quello che mi accompagna da sempre è Cyrano de Bergerac».
Buttafuoco e Meloni alla mostra su Tolkien allo Gnam
Quali sono i libri della sua vita? E i film?
«Salomè di Carmelo Bene. Il mio libro, quello che avrei voluto assolutamente vivere, è Il maestro e Margherita».
Crede in Dio?
«Attesto che non c’è altra divinità che Dio…».
Questa è la professione di fede islamica.
«…E Muhammad è il sigillo della Rivelazione».
Allora è vero che lei è musulmano?
PIETRANGELO BUTTAFUOCO ALLA BIENNALE DI VENEZIA - MEME BY EDOARDO BARALDI
«Saraceno».
La morte le fa paura?
«Da Lui veniamo, a Lui torniamo».
Come immagina l’Aldilà?
«Faccio mia la spiegazione del Paradiso che il cardinal Biffi fece a un bambino: “I tortellini che ti prepara mamma”. Dunque i fichidindia sbucciati da mio padre, il biancomangiare preparato da mia madre e la tana delle volpi, in campagna, dove corro ogni mattina prima di entrare nel nuovo giorno».
Fogli consanguinei di Pietrangelo Buttafuoco - pubblicato da Aristocrazia Ariana
pietrangelo buttafuoco beatrice venezi
Minoli Buttafuoco e Sechi
pietrangelo buttafuoco pier francesco pingitore foto di bacco
beatrice venezi e pietrangelo buttafuoco a taormina arte dichiarazioni d amore. schermaglie in punto di poesia
salvini e o mussolini buttafuoco
pietrangelo buttafuoco renato brunetta adolfo urso foto di bacco
aldo cazzullo e pietrangelo buttafuoco
pietrangelo buttafuoco e salvo sottile
pippo baudo marco travaglio pietrangelo buttafuoco
pietrangelo buttafuoco marco travaglio
Giovanni Minoli Pietrangelo Buttafuoco
marcello veneziani pietrangelo buttafuoco maurizio gasparri
PIETRANGELO BUTTAFUOCO ALLA BIENNALE DI VENEZIA - MEME BY EDOARDO BARALDI
ANTONIO MONDA - GENNARO SANGIULIANO - HOARA BORSELLI - ALESSANDRO GIULI - PIETRANGELO BUTTAFUOCO AD ATREJU 2023
LA NOTIZIA DELLA PREFAZIONE DI BUTTAFUOCO AL LIBRO DI CLAUDIO MUTTI A DIMARTEDI
Pietrangelo Buttafuoco con la moglie
luigi brugnaro - federico mollicone - gennaro sangiuliano - diego della valle - PIETRANGELO BUTTAFUOCO - BIENNALE DI VENEZIA 2024
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