DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Alessandra Arachi per il “Corriere della Sera”
MELONI E SALVINI COME SANDRA E RAIMONDO - ANNETTA BAUSETTI
Lui arriva alle dieci del mattino (quasi) puntuale. Lei alle due del pomeriggio, spaccando l'orologio. Lui sventola da subito alla platea la bandiera della vittoria. Lei non azzarda nulla se non qualche timido condizionale.
Sul palco della Confcommercio ieri è andato in scena così il confronto a distanza tra Matteo Salvini, leader della Lega, e Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia. Mezz' ora di tempo a disposizione per convincere gli imprenditori in sala. Salvini: «Un quarto del sistema distributivo italiano è a rischio chiusura a settembre e noi ne riparliamo a ottobre. Servono subito 30 miliardi. Se devo salvare migliaia di posti di lavoro i vincoli di bilancio vengono dopo».
Meloni, quattro ore dopo, prende le distanze con un pizzico di sufficienza: «Sento colleghi parlare di 30 miliardi», dice. E aggiunge: «Quello che serve va fatto cercando, se possibile, soluzioni migliori rispetto allo scostamento». E «il tetto europeo al prezzo del gas è la soluzione migliore. Il prezzo aumenta perché la Russia apre e chiude i rubinetti». C'è un altro tetto che invece non convince la leader di Fratelli d'Italia, quello del contante: «Non ha alcun senso».
Al conflitto russo e alle sue conseguenze - nel giorno in cui Letta attacca: «Tutti i partiti dovrebbero dire che Orbán è nemico dell'Italia» - guarda anche Salvini, con preoccupazione per l'economia: «Le sanzioni? Va bene, ma se il sanzionato ci guadagna e il sanzionatore si ritrova con le bollette triplicate qualcosa non va». L'incombenza delle bollette sulla vita degli italiani unisce lui e lei. Salvini: «Sono più preoccupato per le bollette che per i sondaggi».
MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI BY VUKIC
Meloni: «Ci dicono che un italiano su tre non è in grado di pagare le bollette, che facciamo, stacchiamo la luce a tutti?». Lontane, invece, le posizioni sul reddito di cittadinanza. Per Salvini va riformato, Meloni lo vuole abolire, senza se e senza ma. Il leghista ieri mattina ha parlato rispettando il termine prefissato della mezz' ora. Giorgia Meloni invece l'ha sforato di un quarto d'ora. A tutti e due la composta platea ha tributato applausi della stessa durata. Cosa, del resto, che è successa con i leader (praticamente tutti) che sono saliti sul palco della Confcommercio in questa settimana. E, mentre Meloni ha concluso il suo intervento mantenendo una discreta prudenza - «Serve stabilità. Non so se in questa legislatura avremmo la maggioranza e ci siano le condizioni, sia se vinca l'uno o l'altro, per governare cinque anni» -, Matteo Salvini si è invece accomiatato trionfante: «Sarà un onore tornare qui con un incarico di governo».
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