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SARANDON FAMOSI! - LA DIVA DI "THELMA E LOUISE" PREFERISCE TRUMP A HILLARY: ''UNA SUA VITTORIA PORTEREBBE LA RIVOLUZIONE'' - IL CAPO DELLA CAMPAGNA INCRIMINATO PER AVER STRATTONATO UNA REPORTER, DONALD LO DIFENDE: ''LEI MI AVEVA AFFERRATO'' (VIDEO) - NEL DIBATTITO ANNUNCIA: ''SE MI SCIPPANO LA NOMINATION, NON SOSTERRÒ IL CANDIDATO REPUBBLICANO''

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1.USA 2016: SUSAN SARANDON CONTRO CLINTON, "APRE" A TRUMP

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 (askanews) - Susan Sarandon con Donald Trump? Forse. Nel caso fosse Hillary Clinton a vincere la nomination democratica, l'attrice ha lasciato intendere che potrebbe puntare sul miliardario newyorchese, in vista delle prossime presidenziali statunitensi.

 

SUSAN SARANDON SUSAN SARANDON

Da sempre sostenitrice della campagna elettorale del candidato socialista Bernie Sanders, nel corso di un'intervista a Msnbc, Sarandon ha dichiarato: "Hillary Clinton non è dalla parte giusta. Lo status quo non sta funzionando. Penso sia rischioso pensare che possiamo continuare sulla strada in cui siamo con le forze di polizia militarizzate, con un basso salario minimo, con i diritti delle donne in pericolo".

 

Secondo l'attrice, Hillary non sarebbe degna di fiducia, avendo accettato milioni di dollari dai sostenitori del fracking (pratica cui si oppone Sanders). Interpellata quindi su un suo eventuale appoggio nei confronti del magnate newyorchese, Sarandon ha replicato sibillina: "Non lo so, vedrò che cosa succederà. Ci sono persone che credono che una vittoria di Trump potrebbe immediatamente portare la rivoluzione".

 

 

VIDEO - TRUMP DIFENDE IL MANAGER DELLA SUA CAMPAGNA: ''MI HA DIFESO DA LEI, CHE MI AVEVA AFFERRATO IL BRACCIO''

 

 

2.MENTRE DONALD SFIORA IL 50% NEI SONDAGGI, LO STRATEGA DI TRUMP FINISCE IN MANETTE

Glauco Maggi per “Libero Quotidiano

 

michelle fieldsmichelle fields

Dalle donne Donald Trump sta raccogliendo più dolori che gioie, specie se si tratta di giornaliste. Dopo gli scontri verbali fra il tycoon e l' anchorwoman della Fox Megyn Kelly, stavolta è stato il responsabile della campagna di Donald, Corey Lewandowski, a mettersi nei guai col gentil sesso. Lo stratega delle vittorie di Trump è stato infatti fermato dalla polizia di Jupiter, Florida, e denunciato per aggressione ai danni della giornalista Michelle Fields.

 

Secondo l' accusa, la reporter voleva fare una domanda al candidato repubblicano in occasione di un evento all' inizio di marzo ma era stata brutalmente bloccata dal capo dello staff di Trump.

 

Lewandowski nega ogni accusa della Fileds, definite «deliranti», ma la reporter ha mostrato foto con lividi sul braccio e in un video diffuso dalla polizia si vede Lewandowski che raggiunge la giornalista e la strattona, facendole quasi perdere l' equilibrio. Ma la lunga marcia di Trump verso la maggioranza assoluta del favore tra i repubblicani non si arresta: ieri ha fatto un altro passo con il sondaggio della NBC-Tv. Il miliardario di New York è al 48%, oltre 20 punti più del 27% del senatore Ted Cruz e 30 in più del 18% del governatore John Kasich.

michelle fields e donald trumpmichelle fields e donald trump

 

Anche sommati, Cruz e Kasich adesso sono dietro Trump, e quindi le ragioni del sempre più fantomatico «partito anti Trump» si stanno via via sgonfiando. Ancora qualche giorno fa, prima di inserire il sondaggio odierno della NBC e quello appena precedente di CBS Tv, il sito RCP (Real Clear Politics, che riporta le medie di tutti i maggiori sondaggi) dava Trump primo con il 42,4%, davanti a Cruz con il 31,6% e a Kasich al 18,6.

 

Poi, le rilevazioni della CNN e della citata CBS hanno evidenziato il trend della scalata verso il 50% nazionale. Per la CBS, Donald ha il 46% del sostegno, davanti al 26% di Cruz e al 20% di Kasich.

michelle fields  e donald trumpmichelle fields e donald trump

 

I due inseguitori non lasciano per ora trasparire alcuna intenzione di unire i loro sforzi contro il front-runner e ciò è la prova che non solo sono totalmente divisi sul piano personale, ma soprattutto che lo sono i loro fans. Per Cruz tifa l' anima più rigidamente conservatrice del partito, mentre Kasich (che ha avuto il discutibile onore di essere stato scelto come «miglior repubblicano» dal liberal New York Times) incarna l' elettorato del GOP più moderato e pragmatico.

 

Come dire che un abbandono di Kasich potrebbe forse più aiutare Trump (che piace a indipendenti, moderati e DEM bianchi) a superare la boa del 50% che non spingere Cruz a insidiarne la leadership. E impensabile è ovviamente l' opposto, ossia un ritiro di Cruz. Il sondaggio odierno della NBC registra questo trend verso la «ineluttabilità» di Trump non solo dandogli più voti dei due avversari combinati, ma anche allineandosi alla sua tesi secondo cui dovrebbe avere la nomina anche se non superasse la soglia della maggioranza assoluta dei 1237 delegati.

michelle fields  e  donald trumpmichelle fields e donald trump

 

Tra coloro che pensano che Trump dovrebbe diventare il nominato anche se non avesse 1237 delegati, il 57% pensa che gli basterebbe avere una maggioranza semplice, con il 27% di contrari e il 14% di indecisi, quindi pronti a salire sul suo carro se confermasse la sua leadership nelle sette primarie di aprile: Wisconsin, New York, Delaware, Pennsylvania, Maryland, Rodhe Island, Connecticut.

 

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Mentre nello Stato più popoloso, New York, Trump è già al 54% nei sondaggi locali e quindi sicuro vincitore il 19 aprile, nella sfida più vicina, il 5 aprile in Wisconsin, i giochi sono apertissimi, soprattutto dopo che il governatore locale Scott Walker si è schierato oggi con Cruz. Tra chi non sostiene Trump, il 53% dice che dovrà avere la maggioranza per guadagnare la nomination, con il 32% di sostenitori di Cruz e il 24% di sostenitori di Kasich che pensano che a Donald basterebbe una maggioranza relativa.

 

In tutto, una maggioranza assoluta di interpellati, il 52%, è soddisfatta di vedere Trump sfidare la Clinton in novembre, mentre un 30% potrebbe prendere in considerazione un «candidato di un terzo partito».

 

 

3.CRUZ, VINCERÒ IO. TRUMP, NON SOSTERRÒ UN ALTRO CANDIDATO

donald trumpdonald trump

 (ANSA) - "Corro per vincere, non per fermare Trump. E vincerò". Ted Cruz ostenta sicurezza sulla sua nomina alla Casa Bianca e afferma che, anche se non otterrà il numero dei delegati necessari prima della convention, potrà conquistare la nomination repubblicana. Donald Trump lo ascolta e, a chi gli chiede se sosterrà il candidato repubblicano alla casa Bianca, risponde secco: "Non lo sosterrò", venendo di fatto meno all'impegno preso in precedenza.

 

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Più cauto John Kasich: sono il "candidato migliore", dice, anche se "sono stato ignorato nella maggioranza dei dibattiti". I tre aspiranti repubblicani si confrontano nel corso di un dibattito della Cnn, intervistati da Anderson Cooper in vista del voto in Wisconsin il prossimo 5 aprile. Il primo a intervenire è Ted Cruz. E la prima domanda, quasi scontata, è la reazione alle accuse di percosse mosse nei confronti del manager della campagna di Trump. "Gli attacchi e gli insulti non hanno posto nella campagna elettorale, neanche la violenza fisica", mette in evidenza Cruz.

ted cruz con estensione penienated cruz con estensione peniena

 

Poi è la volta della lotta all'Isis, sulla quale non usa mezzi termini: servono bombardamenti a tappeto, che colpiscano le loro infrastrutture. L'altro grande fronte è quello della lotta alla droga, una battaglia contro la quale l'amministrazione Obama ha lanciato nuove misure. La ricetta di Cruz passa per confini più sicuri, in grado di fermare il flusso di droga. L'argomento offre l'occasione a Cruz per raccontare della sorella Mary, morta per overdose. Dopo il senatore del Texas, è la volta di Trump.

 

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Il magnate del real estate torna a difendere il manager della sua campagna, Corey Lewandowski, ribadendo la sua innocenza in base al video diffuso. Trump si difende anche dalla accuse di aver innescato la cosiddetta "guerra delle mogli" con Cruz (una battaglia di insulti e allusioni su Twitter fra i due candidati sulle rispettive mogli): "Non sono stato io a iniziare". E ribadisce la sua agenda: "Sicurezza, sicurezza, sicurezza. Ma anche sanità e istruzione".

 

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La parola poi passa a John Kasich, il governatore dell'Ohio. Moderato e pacato, ammette di essere stato ignorato nella maggior parte dei dibattiti, anche se è il "candidato migliore". A chi gli chiede se sosterrà il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Kasich risponde con cautela. "Mi hanno disturbato alcune cose che ho visto. Devo pensare a quali potrebbero essere le mie parole e a cosa significherebbe un appoggio a un candidato. Vedremo cosa succede".