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ZELENSKY TRISTE, SOLITARIO Y FINAL – TAGLIATO FUORI DALLE TRATTATIVE TRA RUSSI E AMERICANI A RIAD, IL PRESIDENTE UCRAINO ANNULLA IL VIAGGIO IN ARABIA SAUDITA PREVISTO PER OGGI, CERCA LA SPONDA DI ERDOGAN E PROVA A USARE L’ARMA DELLE TERRE RARE PRETESE DA TRUMP – LAVROV GONGOLA: “VA PRESO A BACCHETTATE” – IL GENERALE KELLOGG, INVIATO SPECIALE DEL TYCOON, VOLA A KIEV. MENTRE “THE DONALD” RANDELLA SENZA PIETÀ ZELENSKY: “MI HA DELUSO, POTEVA PENSARCI PRIMA, FERMANDO CON UN ACCORDO QUESTO CONFITTO. IN UCRAINA NON SI TENGONO ELEZIONI DA MOLTO TEMPO. C’È LA LEGGE MARZIALE E ZELENSKY HA IL 4% NEI SONDAGGI” – TRUMP ANNUNCIA CHE INCONTRERÀ PUTIN “ENTRO FINE MESE”

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1. “VOGLIONO TAGLIARCI FUORI” L’IRA DEL PRESIDENTE ESCLUSO DAL SUMMIT

Estratto dell’articolo di Paolo Brera per “la Repubblica”

 

Recep Erdogan volodymyr zelensky

«Mai un negoziato sull’Ucraina senza l’Ucraina», diceva già Volodymyr Zelensky quando era certo di esserne il capotavola. E invece il tavolo è a Riad, e lui è ad Ankara in mimetica nera e sguardo torvo.

 

[…]  Con lui c’è il presidente Recep Tayyp Erdogan. Accanto, la moglie Olena; un passo dietro l’eminenza grigia Yermak e il ministro degli Esteri Sibiga. È una configurazione mista, adatta a visite ufficiali o delicate architetture diplomatiche.

 

Vengono dagli Emirati, erano diretti a Riad. Domenica ci avevano spedito un avamposto a preparare l’arrivo. Ma nessuno li ha invitati, a quel tavolo. Russi e americani li hanno tagliati volutamente fuori. Le regole del gioco le scrivono tra superpotenze; ed è la fine ufficiale del tentativo di isolare Mosca che l’amministrazione Biden, incitata da Kiev e sostenuta da Bruxelles, ha portato avanti per tre anni.

 

VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMP VLADIMIR PUTIN

«Non siamo stati invitati — ammette Zelensky — per noi è stata una sorpresa. Lo abbiamo saputo dai media». L’uomo che parlava ai mondi, star al Festival di Cannes del 2022 e al Super Bowl del 2023, applaudito al G8, al Congresso e al Consiglio europeo, sa e sente di essere all’angolo. Cambio programma: «Non andrò in Arabia Saudita. Ho un buon rapporto col principe ereditario, farò visita ufficiale il 10 marzo. E gli Stati Uniti li aspettiamo a Kiev», dice.

 

Arrivano oggi: il generale Kellogg, inviato speciale di Trump per il lato ucraino ed europeo della crisi, si fermerà tre giorni. Ma è tardi per tenere in vita l’illusione di essere ancora partner privilegiato di Washington. Persino un vecchio lupo della diplomazia come il ministro degli esteri russo Lavrov fiuta la ferita e infierisce. Lo maltratta come un discolo che non combini nulla di buono: «Quest’uomo e tutta la sua squadra devono essere riportati alla ragione, dando loro una bacchettata sulla mano», dice […]

 

INCONTRO VOLODYMYR ZELENSKY JD VANCE A MONACO

[…]  Lo strappo con gli Usa è enorme. Ricorda quando «Mosca provò a insediare un governo filorusso che Putin potesse controllare: ho l’impressione che alcune delle discussioni di questi giorni abbiano questo esatto significato, però avvengono tra russi e americani che parlano di Ucraina senza l’Ucraina. Mi chiedo: non abbiamo ceduto agli ultimatum nelle ore più nere, come possono pensare che lo faremo adesso?».

 

Ieri, quando è stata diffusa la bozza dell’accordo capestro sulle terre rare ucraine, l’impatto emotivo a Kiev è stato simile a quello degli Iskander russi: «Gli americani possono andare dove è andata la nave russa», a quel paese come l’incrociatore all’isola dei Serpenti. L’offerta era svendere le risorse, anche quelle potenziali, senza garanzie in cambio. Ma si tratta ancora, dice Kiev. Ora però Zelensky sa di camminare su un filo.

 

volodymyr zelensky Recep Erdogan

Girano bozze, blandamente smentite, secondo cui l’accordo tra Mosca e Washington prevede tre fasi: cessate il fuoco, elezioni e una pace raggiungibile: non certo quella «giusta», utopica, che avrebbe voluto Kiev riguadagnando i confini del 1991 comprese Crimea e Donbass.

 

Passare per le elezioni è la via che piace a Mosca, ma anche a Trump. Zelensky difficilmente sarebbe rieletto: elezioni sì, ma dopo una pace con garanzie, è la linea di Kiev. È per questo che il filo su cui cammina Zelensky passava ieri per la Turchia: portava a chi mediò il fallito accordo sul cessate il fuoco e quello mezzo riuscito sul canale del grano. Coinvolgendo Erdogan, Kiev prova ad allargare il campo. Cerca sponde affidabili, butta altra legna al fuoco, aggiunge interessi e prende tempo.

 

«Al negoziato con la Russia e gli Usa devono prendere parte anche la Turchia e l’Europa», dice il presidente ucraino. «Massimo sostegno», promette il sultano. In Ucraina, ieri notte, il solito diluvio di bombe.

 

2. TRUMP: “SONO OTTIMISTA PER LA PACE VEDRÒ PUTIN ENTRO LA FINE DEL MESE”

Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”

 

volodymyr zelensky - trattative di pace - vignetta by osho

I colloqui di Riad «sono andati molto bene e ora sono più fiducioso di prima, perché la Russia vuole mettere fine alla guerra». Così il presidente Trump ha commentato l’inizio dei negoziati con Putin, scaricando il leader ucraino Zelensky perché «ha il 4% nei sondaggi».

[…]  I giornalisti gli hanno chiesto se come pedina di scambio sarebbe disposto a concedere a Putin il ritiro delle truppe americane dall’Europa, ma lui ha risposto che «non è mai stato chiesto e non sarei disposto a farlo».

 

donald trump emmanuel macron volodymyr zelensky

Vuole invece l’assunzione di più responsabilità da parte degli europei, e non solo per investire nella difesa: «La Francia ha offerto di mandare truppe in Ucraina, anche la Gran Bretagna è disposta a farlo. Se arriveremo al cessate il fuoco e alla pace, saranno necessarie al confine per garantirne il rispetto, e non saranno soldati americani».

 

Sulla possibilità di vedersi con Putin, ha detto che «lo vedrò presto, probabilmente entro fine mese», e ha sposato la linea del Cremlino sul cambio di leadership a Kiev: «In Ucraina non si tengono elezioni da molto tempo. C’è la legge marziale e Zelensky ha il 4% nei sondaggi. Si capisce, perché il suo Paese è distrutto, come e peggio di Gaza ». Quanto alle lamentale di Kiev per l’esclusione dal negoziato, «poteva pensarci prima, fermando con un accordo questo confitto che rischia di finire con la Terza guerra mondiale. Zelensky mi ha deluso». […]

VOLODYMYR ZELENSKY E VLADIMIR PUTIN COME PUGILI SUL RING - FOTO CREATA CON GROKMEME TIME - VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMPdonald tusk volodymyr zelensky