DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Bresolin per la Stampa
Dopo 40 anni un italiano torna a guidare il Parlamento Europeo (l' ultimo fu Emilio Colombo), ma i socialisti restano all' asciutto di cariche ai vertici delle istituzioni Ue. Sono i due volti della medaglia che celebra l' elezione di Antonio Tajani alla guida dell' Eurocamera di Strasburgo. Una vittoria che l' esponente di Forza Italia dedica, nell' ordine, «alle vittime del terremoto in Italia, a quelle del terrorismo, ai senzatetto e a chi non ha più un lavoro».
Gli eurodeputati hanno scelto lui dopo un ballottaggio con Gianni Pittella (351 voti per l' esponente popolare al quarto e ultimo scrutinio, 282 al socialista). Dietro il lungo abbraccio che si sono scambiati ieri sera in Aula dopo la proclamazione, c' è però la fine di un' alleanza: «Faremo opposizione costruttiva» conferma Pittella, rompendo la coalizione che in Europa legava le due famiglie politiche.
Ora la poltrona che traballa è quella di Donald Tusk: i socialisti non possono accettare che tutte le istituzioni Ue (Commissione, Consiglio e Parlamento) siano guidate dai popolari. Ma non sarà semplice.
E non è stato semplice nemmeno arrivare alla fumata bianca, anche se ieri mattina la svolta sembrava vicina. Dopo una notte di trattative, Guy Verhofstadt - leader dei liberali - a sorpresa ha ritirato la sua candidatura, offrendo il sostegno del suo gruppo a Tajani.
«Da Grillo a Berlusconi in meno di una settimana» lo hanno attaccato i socialisti (ribattezzandolo Flipflopstadt), esclusi dalla nuova alleanza parlamentare di centro-destra basata sulla garanzia (per l' Alde) di ottenere alcune poltrone (almeno due vice-presidenze del Parlamento), ma anche su una convergenza programmatica. Dalla Grande Coalizione (fatta da socialisti, liberali e popolari) alla Piccola Coalizione, non sufficiente a spingere la candidatura di Tajani nelle prime tre votazioni (per le quali era richiesta la maggioranza assoluta).
gianni pittella manfred weber guy verhofstadt
E così, subito dopo il primo scrutinio, è partita la caccia dei voti dei 74 dei Conservatori. Il terzo gruppo parlamentare però non si è lasciato sedurre facilmente. Specialmente i 21 eurodeputati britannici, che hanno tenuto alta l' asticella delle loro richieste. Si è materializzato il fantasma della Brexit e a un certo punto della giornata i socialisti sono passati all' attacco, cercando di corteggiare i conservatori con una proposta velenosa: se sostenete Pittella, toglieremo a Verhofstadt l' incarico di negoziatore per la Brexit. Operazione fallita, ma Helga Stevens - candidata dei Conservatori - non si è fatta da parte.
cena fund raising di forza italia tajani e silvio berlusconi
Tajani è andato da loro per rassicurarli che sarà un Presidente "neutrale" e loro lo hanno costretto a pubblicare una dichiarazione per dire che «per risolvere i problemi non serve più Europa». A quel punto è arrivato il ballottaggio e ancora prima di infilare le schede nelle urne trasparenti i Conservatori hanno annunciato l' appoggio a Tajani, che in cambio ha garantito «una serie di impegni politici». Da oggi vedremo se li rispetterà. Di certo la maggioranza che guida l' Ue ha cambiato colore. E i socialisti sono rimasti fuori dalla stanza dei bottoni.
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