DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
https://www.repubblica.it/economia/2024/12/18/news/manovra_stop_obbligo_revisori_mef-423893332/
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
giancarlo giorgetti antonio tajani
All’ultimo miglio, il governo sbanda. Pasticcia e si divide. E la manovra si inceppa a Montecitorio prima del via libera della commissione Bilancio. Ora corsa con l’affanno per incassare l’ok dell’aula entro venerdì. Poi servirà il sì del Senato, che potrà arrivare solo il 28 dicembre, a tre giorni dall’esercizio provvisorio.
Alle otto del mattino sono i deputati di Forza Italia ad alzare un muro contro il ministero dell’Economia. La maratona notturna in commissione ha restituito una manciata di emendamenti approvati. [...]
La riformulazione della discordia è quella sui revisori del Mef nelle società che ricevono contributi pubblici. Le firme in fondo al testo sono dei relatori di Fratelli d’Italia, Lega, FI e Noi Moderati, ma gli azzurri prendono subito le distanze dal testo della Ragioneria che ammorbidisce la norma.
Troppo poco, è la valutazione a caldo. Meglio accantonare per prendere tempo. E per lanciare, nelle retrovie, un pressing che punta via XX settembre. La richiesta: l’articolo va depurato dall’obbligo di integrare il collegio di revisione o sindacale con un rappresentante dell’Economia. Il Tesoro, però, vuole salvaguardare il principio della supervisione nei confronti di chi incassa aiuti pubblici. E ha già messo in conto di inserire alcuni paletti.
Il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti, lo va ripetendo da giorni: conta la sostanza, non la forma. Ma a FI non piacciono né la forma né la sostanza. Alle cinque del pomeriggio, quando i lavori della commissione provano a ripartire, tocca alla relatrice di FdI, Ylenja Lucaselli, rifugiarsi nelle «interlocuzioni in corso » per provare a smussare gli attriti che montano tra gli alleati.
[...] Arrivano altre riformulazioni. Decine di modifiche, fascicoli riscritti. Pause e sospensioni obbligate. Le riscritture sono così continue che la commissione non fa in tempo a leggere le ultime carte arrivate che già ne arrivano di nuove. Come l’emendamento dei relatori che cancella l’aumento degli stipendi per i ministri e i sottosegretari non eletti, concedendo a quest’ultimi solo un rimborso per le spese di trasferta. Un’imprecisione perché in questo modo le trasferte possono essere assimilate a quelle già rimborsate. Serve un nuovo testo per specificare che si tratta solo dei viaggi «da e per il domicilio o la residenza», ma anche per includere i componenti del governo nel divieto, valido per i parlamentari, di ricevere contributi da Paesi extra Ue.
MATTEO SALVINI E IL PONTE SULLO STRETTO - MEME
Non è un episodio singolo. Accade la stessa cosa per i revisori del Mef: l’emendamento cambia altre due volte, prima prevedendo una soglia di 1 milione di contributi per individuare le società da sottoporre al controllo dei revisori. Poi arriva un terzo e definitivo schema: l’obbligo di integrare i collegi sindacali con il controllore del Mef viene cancellato. Resterà solo nei casi previsti «a legislazione vigente»: lui o un rappresentante designato da altri ministeri.
La nuova regola generale prevede l’invio di una relazione annuale al Mef da parte degli organi di controllo di «società, enti, organismi e fondazioni» che ricevono un contributo pubblico superiore a 100 mila euro all’anno. Il documento dovrà dettagliare le verifiche sui contributi pubblici ricevuti.
GIORGIA MELONI CON LA CALCOLATRICE A PORTA A PORTA MANOVRA
Cambia anche l’emendamento della Lega che chiedeva 3 miliardi in più per il Ponte sullo Stretto: Salvini incasserà in tutto 13 miliardi, più degli 11,6 portati a casa con la manovra dello scorso anno, ma meno dei 14,6 a cui puntava con la prima versione dell’emendamento. [...]
GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - PONTE SULLO STRETTO E LEGGE FORNERO - VIGNETTA BY OSHO
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