DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
1 - MELONI: GOVERNO PIU’ FORTE
Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
[…] Di certo Palazzo Chigi ha dialogato con l’amministrazione uscente guidata da Joe Biden, ma il ruolo decisivo lo ha avuto Trump, concedendo il viatico politico alla mancata estradizione dell’iraniano Abedini. Tanto che la leader della destra sta seriamente soppesando l’idea di volare di nuovo negli Usa il 20 gennaio, per partecipare alla cerimonia di insediamento e stringere ancor più il «legame speciale» col presidente eletto.
cecilia sala a ciampino con antonio tajani e giorgia meloni e roberto gualtieri
Meloni, che ha una gran voglia di andare anche per rendere irrilevante la presenza di Salvini quel giorno a Washington, è ancora assillata dai dubbi, ma oggi in conferenza stampa scioglierà il riserbo. Se lo scambio con l’ingegnere arrestato su richiesta degli Usa è nelle cose, per Meloni quel che conta è che non sia stato contestuale. […]
La prima data di svolta è il 2 di gennaio, quando i quotidiani scrivono che Sala nel carcere di Evin dorme sul pavimento, situazione che stride con le dichiarazioni tranquillizzanti di Antonio Tajani. La premier decide di sfilare il dossier al vicepremier e di metterci prepotentemente la faccia.
antonio tajani giorgia meloni foto lapresse 1
Contatta i genitori della giornalista, convoca una riunione di emergenza a Palazzo Chigi (senza l’allora direttrice del Dis Elisabetta Belloni), informa il ministro degli Esteri che da quel momento sarà il sottosegretario Alfredo Mantovano a coordinare la triangolazione con Washington e Teheran. E pianifica di volare in gran segreto da Trump senza rivelare la data nemmeno ai suoi vice Salvini e Tajani, tanto che la notizia planerà sulla Farnesina solo ad aereo di Stato ormai decollato.
2 - TAJANI: ABBIAMO SEMPRE AVUTO RELAZIONI E CANALI APERTI CON L’IRAN E LA SIRIA
Estratto dell’articolo di Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”
«[…] ciascuno ha fatto la propria parte».
L’ha fatta anche Trump, dal quale si è recata a sorpresa la premier in visita lampo il 4 gennaio?
«Ha avuto un effetto politico che è stato affiancato dal lavoro politico, generale, costruito per far capire che l’Italia parlava con gli Stati Uniti, ma non c’è stata una conseguenza diretta sulla liberazione di Sala. È possibile che l’accelerazione per la liberazione della giornalista sia anche avvenuta in questi giorni prima dell’insediamento ufficiale di Trump, che la tempistica sia stata favorevole».
antonio tajani giorgia meloni alla camera foto lapresse
È vero che anche lei avrebbe voluto essere con la premier da Trump?
«Quella era una missione della premier. Io andrò negli Usa quando la nuova amministrazione si sarà insediata, incontrerò il mio omologo Rubio, lavorerò ai miei dossier».
Ma non sarà al giuramento di Trump?
«Quella è una cosa interna americana, non di governo. Ci sarà tempo, tratteremo tutti i dossier aperti a tempo debito a partire da quello sui dazi».
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